Le ultime novità sui terreni, rese note dal governo, riducono le possibilità di scelta. Tre opzioni: via Tatti, nuovo ospedale ma pure Castione
O in via Tatti, o insieme al nuovo Ospedale che sorgerà alla Saleggina, oppure in un altro Comune, forse Castione. Sono le tre opzioni – ma altre potrebbero aggiungersi, come diremo dopo – sulle quali potrebbe maturare l’ipotesi di realizzare una nuova sede della Croce Verde. Da sola o insieme ad altri enti di pronto intervento, come indicato nel progetto di massima elaborato dalla Città che per inserirla sotto lo stesso tetto insieme a pompieri, Protezione civile e Azienda multiservizi indica un investimento di circa 50 milioni di franchi. Il punto sulla situazione di stallo è stato fatto dal presidente Vincenzo Lacalamita durante la recente assemblea dell’Ente. In una fase iniziale – ha ricordato – era previsto un accorpamento a Giubiasco in un terreno di proprietà dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) sul quale il Cantone intende però inserire un’area nomadi, ossia quella che verrebbe eliminata dal vicino terreno del Seghezzone dove sempre la Città mira a insediare i propri servizi, ma dove a sua volta il Consiglio di Stato (vedi laRegione del 30 maggio) ha informato, nell’ambito della mozione Käppeli che chiede di spostare l’Arti e mestieri nel nuovo Quartiere officine, di voler realizzare un polo formativo sociosanitario inserendovi la Scuola specializzata superiore in cure infermieristiche, ora suddivisa nelle sedi di Lugano e Bellinzona, la Scuola specializzata per le professioni sanitarie e sociali, ora a Giubiasco e Canobbio, e una nuova Scuola media con palestra.
Contemporaneamente negli ultimi mesi si è ragionato anche sul comparto Tatti situato vicino al realizzando nuovo semisvincolo autostradale, dove però ancora una volta il governo cantonale ha spiegato di voler interrare i 500 stalli del posteggio Arti e mestieri e costruirci sopra un nuovo palazzo amministrativo dove concentrare taluni servizi di Decs, Dss e Dfe. Sempre in via Tatti, ma sul lato opposto, il municipale Mauro Minotti, che è anche presidente del Patriziato di Carasso proprietario dell’area, lo scorso novembre ha spinto per sbloccare e mettere a disposizione il terreno Sarecc di 26mila metri quadrati, oggi verde, che il Tribunale cantonale della pianificazione nel 2006 respingendo un ricorso aveva lasciato al di fuori della zona edificabile. Vano poi nel 2009 il tentativo di Municipio, Patriziato e Acb d’inserirvi lo stadio Bellarena dotato di centro commerciale e casa anziani. Risalendo verso nord rimane sempre a disposizione l’area ex Birreria di Carasso, di proprietà cittadina, che 15 anni fa l’allora Municipio aveva pianificato per metterci il centro Mep composto da Magazzini comunali (mai realizzati), Ecocentro (inaugurato l’anno scorso), e pompieri (niente da fare). Ancora un po’ più a nord, un’altra opzione sul tavolo delle autorità è quella del centro logistico militare Amp, che però Armasuisse potrà mettere sul mercato soltanto a partire dal 2030, dando tuttavia ancora una volta la priorità alla Confederazione, poi al Cantone e solo in terza battuta alla Città.
Un bel problema per la Croce Verde, che sta stretta nella propria sede di via Rodari inaugurata nel 2003. «Si tratta ora di non perdersi d’animo e di trovare con la Città e il Cantone una nuova soluzione», ha dichiarato il presidente durante l’assemblea. «Non è più un segreto che la zona su cui puntiamo per quest’opera è situata nel comparto di via Tatti. Tuttavia, i progetti di pianificazione edilizia del Cantone sembrano orientati diversamente». Conseguenza: «Ci troviamo di fronte all’impossibilità di creare una struttura consona per gli Enti di primo soccorso nei pressi dell’entrata dell’autostrada e al nuovo Ospedale della Saleggina. E questo, dal nostro punto di vista, è un errore. Naturalmente restiamo aperti anche alla possibilità d’insediarci nel comparto in cui sorgerà il nuovo Ospedale. Tuttavia, in assenza di tempestive concrete indicazioni, come avvenuto in passato il nostro Ente sarà costretto a cercare altre soluzioni forse anche fuori di Bellinzona». Interpellato nei giorni scorsi dalla ‘Regione’, Vincenzo Lacalamita aveva specificato che alla Saleggina, stando a informazioni ufficiose, non vi sarebbe lo spazio sufficiente per accogliere la nuova Centrale di pronto intervento e forse nemmeno la Croce Verde. Il problema all’ex Birreria – aggiungeva – è rappresentato dall’impossibilità di ottenere un accesso all’autostrada riservato ai mezzi d’intervento. Valutazioni potrebbero invece interessare ancora una volta via Tatti, dove in prossimità del posteggio Arti e mestieri potrebbero esserci altre aree edificabili disponibili. Ma anche qui, al momento, nessuna certezza. «Parlandone col sindaco – ci aveva detto il presidente della Croce Verde – ho fatto notare che vi è il forte rischio di finire altrove», e più precisamente a Castione, vicino alla rotonda della strada cantonale che sale verso Lumino, dove il Municipio di Arbedo-Castione ha indicato la presenza di un terreno papabile.
Cambiando tema, l’andamento finanziario 2021 dell’Ente – che mira per quanto possibile ad autofinanziarsi e a evitare di gravare troppo sulle tasche dei cittadini – mostra un costante incremento degli interventi di soccorso che ha determinato costi di esercizio leggermente in crescita (+9,25%); per contro, il pro-capite è stato ben al di sotto di quanto preventivato. I costi sono ammontati a 6,57 milioni a fronte di un preventivo di 6; i ricavi hanno raggiunto quota 5,16 milioni (+19,25%). Questo ha determinato un disavanzo di 1,41 milioni contro l’1’69 preventivato (-16,4%). Perciò il costo pro-capite per i Comuni convenzionati è risultato di 25.50 franchi per 55’313 abitanti, ben al di sotto dei 30.50 stimati. L’assemblea ha inoltre approvato all’unanimità il preventivo 2022 che indica un disavanzo di 1’74 milioni (+3%); costo pro-capite pari a 31.30. Il team di pronto intervento si compone attualmente di 56 soccorritori, di cui 36 professionisti e 20 volontari. Lo scorso anno l’équipe ha effettuato 4’491 interventi in ambulanza (+8% rispetto al 2020), confermando il costante trend in crescita delle missioni che negli ultimi quattro anni è cresciuto del 13,5%. Il 75% degli interventi ha avuto un carattere primario, vale a dire con paziente in potenziale pericolo di morte, con l’utilizzo dei segnali prioritari del veicolo di soccorso. I dati epidemiologici rivelano che le ambulanze sono allertate maggiormente per traumi in generale (18,7% degli interventi) e per casi relativi a problematiche psichiche (14,9%). I chilometri percorsi dai mezzi sono stati 133’892 (+15’500). Dopo la pausa forzata causata dalla pandemia, ha ripreso a pieno ritmo l’attività di formazione dedicata alla popolazione. Sono stati 92 i corsi organizzati sulle prime tecniche salvavita, sulle urgenze pediatriche e i corsi per l’ottenimento della licenza di circolazione. In crescita anche l’attività di Telesoccorso della Svizzera italiana, un servizio che, in caso di emergenza, consente agli abbonati di allertare i soccorsi premendo il pulsante di uno speciale braccialetto. Gli utenti sono oggi 2’785 (+3,7% rispetto all’anno precedente).