Bellinzonese

I piatti di Maestro Martino portano in tavola il Medioevo

Otr, Blenio Bellissima e Gastro Bellinzona e Alto Ticino lanciano un progetto per valorizzare la figura del rinomato cuoco ticinese in ottica turistica

Castelgrande
11 maggio 2022
|

Una nuova gustosa proposta per rafforzare nella regione del Bellinzonese e valli l’identità legata al Medioevo. L’Organizzazione turistica regionale, l’Associazione Blenio Bellissima e Gastro Bellinzona Alto Ticino hanno presentato oggi il progetto legato alla figura di Maestro Martino (il suo vero nome è Martino de Rubeis ma è conosciuto anche come Martino de Rossi), nato nella frazione bleniese di Grumo attorno al 1430 e ricordato come il primo grande chef del periodo medievale/rinascimentale nonché pioniere della cucina italiana. Tanto che il suo manoscritto ‘Libro de Arte Coquinaria’ – il primo testo di cucina per il quale si conosce il nome dell’autore – è considerato un caposaldo. Oltre all’aspetto culinario, il programma dell’iniziativa prevede una serie di eventi e manifestazioni distribuiti in tutta la regione. Secondo i promotori l’iniziativa sarà un’ottima occasione per valorizzare tutto il territorio e profilarsi ulteriormente a livello turistico. Con l’avvento della componente gastronomica, ha infatti sottolineato oggi durante la presentazione del progetto il direttore Juri Clericetti, si aggiunge un altro tassello nella strategia dell’Organizzazione turistica legata all’offerta medievale nella regione, che oltre naturalmente al grande richiamo della Fortezza di Bellinzona (senza dimenticare il Castello di Serravalle) in tempi recenti ha proposto mostre collegate al periodo rinascimentale/medievale e altre iniziative come ad esempio la manifestazione La Spada nella Rocca.

Una ventina di ristoranti già coinvolti

Come indicato dal presidente di Gastro Bellinzona Alto Ticino Luca Merlo, sono già una ventina i ristoranti che hanno raccolto l’invito di inserire nel proprio menù piatti di Maestro Martino (la lista aggiornata dei partecipanti sarà consultabile sulla sito www.bellinzonaevalli.ch). Le proposte spaziano ad esempio dalla frittata all’uovo in camicia, maccaroni romaneschi, carbonata, polpette di carne, torta bianca, frittelle. A Bellinzona sarà possibile provare le ricette a partire dal 25 maggio, giorno in cui scatterà ufficialmente il progetto in concomitanza con la prima edizione dell’evento ‘Antica - Bellinzona medievale’ che si svolgerà nel centro storico delle Turrita da mercoledì 25 a venerdì 27 maggio. Fuori dalla capitale invece, i ristoranti inizieranno a proporre i piatti medievali a partire da metà giugno. L’obiettivo, ha spiegato Merlo, è quella di rendere le ricette di Maestro Martino una presenza fissa nei menù. «Non sono piatti particolarmente difficili e possono essere preparati durante tutto l’anno sostituendo gli ingredienti a dipendenza della stagione».

Tre giorni di festa nel centro storico

Per quanto riguarda l’evento ‘Antica - Bellinzona medievale’, la tre giorni vuole fare rivivere la storia del borgo della capitale per rivivere l’atmosfera medievale nel centro storico di Bellinzona. Saranno ricreate le vecchie locande con animazione e gastronomia medievale nelle piazze. L’evento prevede musica dal vivo nel centro storico con artisti di strada, saltimbanchi, giullari, spettacoli, visite notturne a Castelgrande, mercatini e animazione per bambini. L’appuntamento clou sarà il ‘Banchetto del Re’ in programma per giovedì 26 nella corte di Palazzo civico con menù (frittata, minestre di rape e maialino alla brace) basato sulle ricette di Maestro Martino (iscrizioni obbligatorie entro 20 maggio a bellinzona@bellinzonaevalli.ch o allo 091 825 21 31).

Il ‘Principe dei cuochi’ sotto i riflettori al Museo della Valle di Blenio

Ma è soprattutto al Museo storico etnografico della Valle di Blenio che l’epoca e la figura del rinomato cuoco finirà sotto i riflettori dal punto di vista storico e culturale. Tra Lottigna (Palazzo dei Landfogti) e Olivone (Ca’ da Rivöi) verrà infatti allestita la mostra ‘Maestro Martino, Principe dei cuochi’, promossa dall’Associazione Blenio Bellissima, e nello specifico da Egon Maestri, in collaborazione con il museo. Visitabile a partire da domenica 15 maggio, racconterà le tradizioni culinarie dell’epoca, l’ambiente delle corti, i riti cerimoniali dei banchetti, gli usi alimentari e di costume di allora, con particolare attenzione a prodotti simbolo presenti ancora oggi nella tradizione gastronomica sudalpina. A Lottigna saranno tre le sale del museo dedicate alla mostra che prevede proposte multimediali, attività didattiche ed esperienze pratiche adatte a tutte le fasce di età. Come spiegato da Luca Solari, membro dell’associazione nonché responsabile della parte didattica e museale, il progetto ha visto il coinvolgimento della scuola di sartoria di Biasca e del Centro di risorse didattiche digitali per alcune parti dell’esposizione. È invece opera degli allievi delle scuole elementari di Acquarossa la guida del museo, realizzata interamente a fumetti. La cerimonia inaugurale della mostra si terrà il 18 giugno alla presenza del celebre cuoco svizzero Anton Mosimann. Tutti i dettagli sul sito (creato appositamente) www.maestro-martino.ch. A nome dell’Associazione Blenio Bellissima, il presidente Stefano Malingamba ha espresso soddisfazione per un progetto che permetterà di far conoscere la figura di Mastro Martino, ringraziando i Comuni bleniesi e gli altri sostenitori per avere contribuito finanziariamente.

La prima escape room bleniese

Tra i vari appuntamenti collaterali organizzati dall’associazione e dal museo c’è anche la prima escape room in Valle di Blenio (sempre in tema medievale) che sarà inaugurata il 18 giugno. I giocatori saranno rinchiusi all’interno delle prigioni del Palazzo dei Landfogti e dovranno cercare di evadere risolvendo enigmi e misteri. Ci saranno due versioni: una per adulti (durata circa un’ora) e una più facile per bambini (45 minuti). Altri eventi (conferenze, degustazioni, proiezioni, gite) saranno proposte fino al mese di ottobre tra Bellinzona e la Valle di Blenio.

Da Corzoneso alle cucine vaticane

Maestro Martino iniziò la sua carriera di cuoco come rettore all’ospizio (oggi scomparso) della chiesetta di San Martino Viduale, in località di Monastero di Corzoneso, oggi quartiere di Acquarossa. A metà del Quattrocento si trasferisce nel Nord Italia, diventando cuoco della duchessa Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza, primo duca di Milano. Lavorerà in seguito a Roma nelle cucine vaticane, come cuoco personale del Patriarca di Aquileia. È in questo periodo che scrive il ‘Libro De Arte Coquinaria’. Cucinò per diversi alti prelati e li seguì nei loro viaggi, toccando numerose località dell’Italia meridionale che gli permisero di entrare in contatto con nuovi cibi e tecniche provenienti dalla tradizione catalana, araba e orientale. Fu il primo a utilizzare termini come stemperare, battere, sminuzzare: operazioni ai tempi non contemplate. Fu lui a introdurre una gestione precisa e ordinata ai fornelli. Si distinse per il gusto originale delle materie prime, privilegiando gli ortaggi (in particolare fave, ceci, piselli, zucche, cavoli, finocchi, melanzane, cipolla, prezzemolo, sedano, carote) ed evitando l’abuso di spezie. Fino ad allora considerata cibo per la plebe, portò la verdura sulle tavole dei nobili.