Sorpassi: nel rapporto di minoranza Sergi (Mps) stronca l’agire dell’intero Municipio in carica nel 2020 e l’atteggiamento della Gestione
Non col naso molto turato (come la maggioranza della Gestione) ma turato del tutto. Nel proprio rapporto di minoranza il consigliere comunale Giuseppe Sergi (Mps) concorda sulla necessità di votare il credito suppletorio di 2,71 milioni necessario a portare a termine i lavori all’ex oratorio di Giubiasco sospesi nella primavera 2020 a causa dei noti sorpassi di spesa (+30%) le cui cause andavano chiarite. Ora, a due anni di distanza, lunedì 16 maggio il legislativo è chiamato a dare il via libera, che a questo punto appare scontato. Ma mentre la maggioranza commissionale ‘pettina’ il Municipio ritenendo "difficile trovare elementi positivi nella gestione del progetto", Sergi dal canto suo critica la scelta dei colleghi di esprimersi con "mezze frasi che dicono e non dicono", di "voler andare in una direzione e poi fare marcia indietro", di redigere un rapporto "ermetico, contraddittorio e omissivo" frutto di un "lunghissimo lavorìo". Perciò non usa mezzi termini asserendo che semmai "nulla ha funzionato" e che "nella gestione di questo progetto vi sono solo elementi negativi". Andando poi a ricercare le responsabilità di quanto accaduto, indica un atteggiamento "sbagliato e inadeguato", mentre la maggioranza lo definisce "inappropriato". Quanto al punto centrale del problema, e cioè cos’abbia causato l’esplosione dei costi, il coordinatore dell’Mps ricorda che è stata la decisione di demolire il vecchio oratorio e di sostituirlo con un nuovo manufatto (questo a seguito di calcoli statici corretti in fase d’opera, ndr). Ciò che a suo dire non traspare chiaramente dal rapporto di maggioranza. Quanto poi al fatto che l’allora esecutivo abbia revocato sia il dossier, sia metà Dicastero opere pubbliche, al municipale Christian Paglia, Sergi bolla quella soluzione come "un po’ semplice" e invita il plenum a ritenere che le responsabilità politiche "coinvolgono tutto l’esecutivo", specie considerando che in quei mesi "una passeggiata dalle parti dell’ex oratorio avrebbe permesso di rendersi contro che una sua valorizzazione non era più possibile per la semplice ragione che il teatro non esisteva più nella sua forma precedente".