La Gestione invita a votare il credito ma elenca tutte le criticità emerse, evitando comunque di citare quelle politiche
Un ‘sì’ pronunciato col naso turato, con l’aggiunta di 54mila franchi per piazzare anche una tensostruttura necessaria a garantire l’ombreggiamento esterno in un punto. Non è all’acqua di rose il rapporto della Commissione della gestione del Consiglio comunale di Bellinzona sul messaggio municipale che chiede di stanziare 2,7 milioni a copertura del sorpasso di spesa verificatosi nella ristrutturazione e ampliamento del vecchio Oratorio di Giubiasco. Che dagli 8 milioni stanziati dall’ex Comune finirà per sfiorarne 11 con un incremento del 30%. Dopo la Commissione edilizia espressasi a maggioranza con 8 membri su 14, lo stesso fa la Gestione tuttavia sottoponendo al Legislativo una lettura più critica del tribolato iter. E peraltro vi è qualche consigliere che sta meditando di presentare singolarmente un testo ancor più severo verso quelle responsabilità politiche non affrontate dalla maggioranza.
"Su un punto è stata trovata l’unanimità", attacca il rapporto scritto dal relatore Sacha Gobbi (Lega/Udc) e dalla relatrice Martina Malacrida Nembrini (Sinistra) che lo ha firmato con riserva: "L’opera, allo stato attuale dei lavori, dev’essere terminata in tempi ragionevolmente brevi e senza ulteriori richieste di credito". Quanto alla procedura sfociata nel blocco lavori del 2020, viene descritta come "un modo di procedere da deplorare, causato prioritariamente da una conduzione di progetto impropria come emerso nell’audit interno voluto dal Municipio sul Settore opere pubbliche". Entrando un po’ più nel dettaglio, si afferma che "è assai difficile trovare elementi positivi nella gestione di questo cantiere. La responsabilità dell’insuccesso va suddivisa tra più realtà: dalla direzione del Dicastero opere pubbliche della Città nel suo ruolo di committente, al progettista e fino alla Direzione lavori". Non si accenna invece alla questione politica, laddove l’Esecutivo aveva revocato all’allora municipale Plr Christian Paglia, durante l’ultimo anno di legislatura, la responsabilità sul Settore opere pubbliche. Decisione mal digerita da Paglia che aveva rigettato le critiche mossegli.
Quanto poi al messaggio in oggetto, con la dicitura ‘credito suppletorio per il completamento del progetto’ a mente della Gestione "si vuole un po’ furbescamente far credere che si tratta unicamente di aggiunte, di migliorie o di semplici rincari dovuti al lungo tempo trascorso dall’approvazione del messaggio. Non è propriamente così". A supporto di questa tesi "si può leggere la decisione della Parrocchia di Giubiasco di non partecipare in egual misura ai costi aggiuntivi, ma di limitarsi al pagamento di 200’000 franchi per costruzioni edili e arredo. Una conferma indiretta dell’insoddisfazione per come è stato gestito il progetto". Lo stesso messaggio municipale secondo la maggioranza commissionale è stato costruito "in modo lacunoso, a volte perfino ermetico nel suo contenuto. Determinate spese si vuole imputarle a cambiamenti di progetto o a nuove necessità emerse, quando invece facevano già parte del progetto iniziale".
Quindi l’elenco delle criticità, a cominciare dalla decisione presa dal Dicastero opere pubbliche nel 2017, subito dopo l’aggregazione, di revocare all’ingegnere Mauro Rezzonico l’incarico affidatogli dall’ex Municipio giubiaschese di seguire il cantiere quale referente tecnico del Comune. "Non ne abbiamo la controprova – scrive la Gestione – ma dal momento in cui l’ingegner Rezzonico è tornato a occuparsi del progetto nella sua funzione di direttore ad interim del Dop, la situazione sembra essere maggiormente sotto controllo e orientata all’obiettivo. Resta però da capire chi assumerà l’onere di concludere il progetto vista l’imminente fine dell’incarico all’ingegnere e la parallela assenza, almeno per l’immediato futuro, di un nuovo direttore del Dop". Da qui l’auspicio che il cantiere venga ultimato sotto la responsabilità di Rezzonico.
Dito puntato quindi sui vari professionisti all’origine del problema: "Con una decisione d’interruzione della collaborazione si darebbe finalmente un segnale forte. Non si può sempre perseverare nelle decisioni che si sono dimostrate errate e perfino pagare degli onorari sui crediti suppletori. Stiamo parlando di quasi 300’000 franchi. Invece di essere penalizzati per gli errori come succede nel privato, progettisti e direzione lavori sono premiati fatturando l’onorario anche sui sorpassi". A questo riguardo la Commissione è dell’idea che il Municipio "debba farsi valere per invertire un trend che sta prendendo viepiù forza".