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Turismo pasquale, pienone a Bellinzona e nelle valli

Alberghi occupati al 100% nella Turrita e al 70% in Alto Ticino per Pasqua. Juri Clericetti (Otr-Bat) è fiducioso pure per il resto dell’anno

Il bel tempo e le alte temperature, ma non solo, hanno favorito i pernottamenti
(Ti-Press/Gianinazzi)
21 aprile 2022
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Alberghi completamente pieni a Bellinzona e un’occupazione in media del 70% nelle valli nel periodo di Pasqua. Dopo il record di pernottamenti registrati l’anno scorso, Juri Clericetti – direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat) – è fiducioso pure per il resto del 2022: «Anche se è difficile fare previsioni, penso che sarà un buon anno, visto che le scelte dei visitatori sembrano essere influenzate ancora dalla recente pandemia e dalla situazione internazionale instabile», afferma a ‘laRegione’.

In inverno aumento esiguo dei pernottamenti

E pensare che l’anno era iniziato in modo tutt’altro che positivo: «A causa della mancanza di neve durante l’inverno – rileva Clericetti – la nostra regione ha registrato l’aumento più esiguo di pernottamenti in Ticino: tra gennaio e febbraio vi è stato un incremento massimo del 3%, mentre nelle altre regioni fino al 60-70% rispetto all’anno precedente». Considerando, invece, il periodo invernale pre pandemico, le notti trascorse nelle strutture ricettive del Bellinzonese e dell’Alto Ticino sono addirittura «diminuite».

‘Fidelizzare i visitatori a lungo termine’

Poi è però arrivata la Pasqua che è stata un vero e proprio successo: «Ovviamente il bel tempo e le alte temperature hanno favorito i pernottamenti. Il 100% di occupazione a Bellinzona è anche stato favorito da diverse manifestazioni in programma in questo periodo, come Music on ice, il torneo internazionale di tennis o il torneo under 18 di pallacanestro», precisa il direttore dell’Otr-Bat. A ciò va poi aggiunto che «da un lato la guerra in Ucraina e dall’altra gli strascichi della pandemia condizionano le scelte dei visitatori che quindi preferiscono soggiornare non troppo lontano da casa. E proprio grazie alla pandemia i turisti svizzeri hanno scoperto una regione, il Ticino, nella quale hanno vissuto ottime esperienze, invogliandoli dunque a tornarci». Negli ultimi anni si è quindi riusciti a fidelizzare i visitatori? «Sicuramente, ma ora bisogna cercare di farli tornare a lungo termine, anche quando gli effetti della crisi sanitaria e della situazione instabile a livello internazionale non influenzeranno più le loro scelte in modo così marcato». Infatti, «molte prenotazioni sono avvenute all’ultimo momento», a dimostrazione del fatto che le variabili a corto termine (come questi ultimi fattori o la meteo) giocano ancora un ruolo importante nella scelta della destinazione per trascorrere alcuni giorni di vacanza.

Fermento in Valle di Blenio e in Leventina ‘qualcosa si sta muovendo’

Di certo vi è il fatto che, in ogni caso, ciò che offre il territorio (come sentieri escursionistici e percorsi mountain bike per quanto riguarda la stagione più calda) «è interessante e viene apprezzato», sottolinea Clericetti. E infatti ad esempio in Valle di Blenio sembra esserci fermento per rinvigorire questa offerta: solo a Olivone l’albergo San Martino dovrebbe presto riaprire i battenti sotto forma di aparthotel e l’Arcobaleno sarà ristrutturato. Proprio nell’ambito di quest’ultimo progetto è anche previsto l’insediamento dell’associazione Base Camp Ticino, formata da guide esperte a disposizione dei visitatori per accompagnarli principalmente a fare escursioni a piedi, in bici o sugli sci. Progetti che «fanno bene e che magari invogliano anche altre persone a investire nella regione, incrementando ulteriormente l’offerta turistica». Uno sviluppo che innesca quindi «un circolo virtuoso di cui può approfittare tutta la regione». E in Leventina? «Questo fenomeno intanto risulta meno marcato – rileva il direttore dell’Otr-Bat –, ma qualcosa si sta muovendo. Penso ad esempio alla riqualifica del fondovalle ad Airolo che renderà tutta la zona molto più attrattiva. Oppure alla riconversione dello stabile ex Galvanica a Faido che dovrebbe diventare un ostello con più di 100 posti letto. Sono insomma necessari progetti e idee che diano segnali positivi, invogliando così possibili interessati a investire».

‘Comuni fortemente interessati’ alle aree di sosta per camperisti

Proprio in Leventina, ma anche altrove, si sta ad esempio pensando di incrementare l’offerta per camperisti, realizzando nuove aree di sosta a loro dedicati (attualmente ve ne sono solo tre nel Bellinzonese e Alto Ticino, una a Bellinzona, una a Prato Leventina e una a Rodi). «Negli ultimi mesi abbiamo riscontrato un forte interesse da parte di diversi Comuni, così come da parte di aziende agricole o agriturismi, a realizzare una simile struttura dotata di servizi adeguati per questo genere di visitatori che negli ultimi anni sono notevolmente aumentati», sottolinea Clericetti. «Bisogna però ancora chiarire alcune questioni a livello pianificatorio. In ogni caso, visto che l’interesse è alto, stiamo cercando soluzioni per riuscire a concretizzare alcuni di questi progetti a breve termine». In futuro è quindi immaginabile che vi siano «una decina di aree di sosta per camper in Leventina, quattro o cinque in Valle di Blenio, un paio in Riviera e cinque o sei nel Bellinzonese. Un’offerta che dovrebbe quindi aumentare le possibilità di pernottamento in una regione che punta non solo sullo sviluppo delle strutture alberghiere, ma anche su altre forme di accoglienza, indispensabili per accontentare il maggior numero di turisti possibile.

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