Juri Clericetti (Otr-Bat): ‘L’obiettivo è di realizzarne un’ulteriore decina durante quest’anno. Ma la legislazione complessa frena gli investimenti’
Sono sempre di più le aree di sosta per camperisti nel Bellinzonese e nelle valli. Alle tre di un anno fa (Bellinzona, Rodi e Prato Leventina) se ne sono infatti aggiunte altre otto, anche in Riviera e in Valle di Blenio. E la speranza dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzona e Alto Ticino (Otr-Bat) è quella di «riuscire a realizzarne un’ulteriore decina durante quest’anno, in particolare a Bellinzona e nella zona del San Gottardo», afferma a ‘laRegione’ il direttore Juri Clericetti, che si sta impegnando in modo deciso in quest’ambito con l’importante sostegno del responsabile progetti dell’Otr-Bat Ruppi Felder. Tuttavia, lo sviluppo di questa offerta è frenato da norme pianificatorie assai complesse che scoraggiano gli investimenti in questo settore. L’auspicio è quindi quello «di semplificare le procedure, forti di una regolamentazione ad hoc per le soste camper».
È risaputo nel Bellinzonese e nelle Tre Valli l’offerta alberghiera è minore rispetto ad altre regioni del Ticino. Tuttavia, vi è a disposizione molto spazio che, in parte, potrebbe essere dedicato ai camperisti, una categoria di visitatori che è cresciuta negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia. L’Otr-Bat vede un potenziale importante in questo settore e l’obiettivo è quindi quello di ampliare l’offerta, così da evitare anche le cosiddette ‘soste selvagge’. Le aree dedicate ai camperisti permettono infatti da un lato di offrire determinati servizi a chi ne fa uso e dall’altro evitano disagi (che avvengono solo in casi sporadici) alla popolazione locale.
A dimostrazione che un certo interesse c’è, vi è il fatto che le aree dedicate a inizio 2022 erano solamente tre, mentre ora sono 11. Concretamente, ve ne sono due a Bellinzona, due in Riviera (Biasca e Cresciano), tre in Valle di Blenio (Olivone, Camperio e Ghirone) e quattro in Leventina (Prato, Rodi, Ambrì e Chironico). A queste aree che offrono, alcune più altre meno, servizi (in particolare non in tutte è possibile scaricare le acque luride), si aggiungono poi anche gli spiazzi immersi nella natura per soste singole (nelle quali può sostare un unico veicolo alla volta) promossi dalla piattaforma ‘nomady’: attualmente sono quattro (tre in Valle di Blenio e uno in Leventina).
Come detto, l’Otr-Bat mira a espandere ulteriormente l’offerta di aree di sosta per camper: «A medio-lungo termine l’obiettivo è quello di metterne a disposizione una ventina», precisa Clericetti. Uno sviluppo che tuttavia non è privo di ostacoli: «Bisogna innanzitutto convincere Comuni, Patriziati e la popolazione che questa offerta porta anche dei vantaggi alla regione». Pensiamo, oltre a un miglior coordinamento sul territorio, alla possibilità di guadagno per i proprietari dei terreni e non da ultimo all’incasso delle relative tasse di soggiorno (come già avviene per tutte le altre categorie di alloggio) che permettono poi all’Otr di sviluppare ulteriormente i progetti in ambito turistico. In secondo luogo vi sono poi anche difficoltà a livello pianificatorio.
Infatti, «attualmente le soste camper sottostanno alla legge sui campeggi e dovrebbero essere definite a piano regolatore come tali, con le conseguenti implicazioni e complicazioni burocratiche e amministrative», spiega Clericetti. Molte delle soste sopra menzionate godono dell’autorizzazione, prevista dalla legge, di campeggio occasionale, rilasciata dal Comune e, a dipendenza dei casi, su preavviso del Cantone. «Tale autorizzazione, come lo dice la definizione stessa, non è però garanzia di continuità e proprio per questa ragione rischia di scoraggiare i proprietari dei terreni, sui quali giacciono le soste camper, a investire nelle attrezzature necessarie. Molto spesso, tali investimenti (in particolare l’allacciamento alle fognature per lo scarico delle acque luride) possono infatti risultare molto onerosi».
In questo contesto, l’auspicio del direttore dell’Otr-Bat è che «si riesca a definire una normativa che regoli specificatamente le aree di sosta dei camperisti così da stimolare gli investimenti da parte dei proprietari dei terreni (privati o pubblici) in attrezzature e servizi a beneficio degli ospiti». Insomma, «più chiarezza garantirebbe maggior sicurezza e continuità a chi vuole investire e migliori servizi ai visitatori», conclude Clericetti.