Promotrice dell’iniziativa approvata dal Gran Consiglio nel 2018, Maristella Polli rilancia il discorso: ‘Valuterò un nuovo atto’
«Permetterebbe alla medicina di evolvere e aumenterebbe la credibilità e il prestigio del nostro cantone a livello nazionale e internazionale». Per Maristella Polli è davvero giunto il momento di rilanciare il discorso dell’ospedale cantonale universitario, tema che la deputata Plr – unitamente ai medici ed ex granconsiglieri Franco Denti e Simone Ghisla – aveva portato in parlamento con un’iniziativa generica – poi approvata a larga maggioranza dal plenum – che chiedeva di creare le basi giuridiche necessarie per una sede altamente specializzata dove concentrare una maggiore massa critica di pazienti e attirare così in Ticino medici specialistici altamente qualificati. Era gennaio 2018 e da allora non è stato dato seguito a quanto votato a maggioranza dal legislativo cantonale. La disponibilità a entrare nel merito espressa dal Gran Consiglio considerava soprattutto le opportunità in termini di qualità di un ospedale di riferimento ad alta tecnologia dove concentrare la medicina altamente specializzata dei vari nosocomi ticinesi.
Per contro, la componente accademica, pur se ritenuta interessante, non era stata ritenuta prioritaria, ma piuttosto un obiettivo finale. «Nel frattempo il discorso si è ampliato – sottolinea Polli sollecitata dalla ‘Regione’ –. Con l’inizio del Master in medicina all’Usi e l’evoluzione del Polo della ricerca a Bellinzona, mi sembra il momento opportuno per rilanciare questa idea. L’approvazione dell’iniziativa da parte del parlamento è il classico sì teorico che rischia di restare nel cassetto per decenni. Bisogna dunque muoversi di nuovo e sto quindi valutando di inoltrare un nuovo atto parlamentare».
Polli guarda con interesse a quanto si sta sviluppato nella Turrita con la recente inaugurazione della nuova sede che ospita i professionisti dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) e dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior) – peraltro entrambi affiliati all’Usi –, così come dell’Ente ospedaliero cantonale. Nuova sede che dovrebbe espandersi con un nuovo stabile accanto a quello inaugurato lo scorso autunno in via Chiesa. «Ior e Irb si stanno muovendo benissimo e sono diventati enti il cui valore è riconosciuto a livello internazionale, ma in Ticino ci sono altri centri di ricerca rinomati come quello del Cardiocentro che potrebbero confluire in questo nuovo modello». La granconsigliera ricorda che è ancora pendente un altro suo atto parlamentare – una mozione che vede cofirmatari i colleghi di partito Giorgio Galusero e Matteo Quadranti – con cui si chiede al Consiglio di Stato di potenziare ulteriormente la ricerca di base, auspicando un possibile aumento degli investimenti da parte del governo ticinese per poter essere sempre più competitivi. Tornado all’ospedale universitario e alla sua ubicazione, Polli non nasconde che anche il previsto nuovo nosocomio rende Bellinzona particolarmente interessante. «Ma il discorso non dev’essere legato alla sede, bensì al valore della specializzazione e della conoscenza della scienza medica». Il futuro ospedale bellinzonese (si prevede che i lavori partiranno nel 2028 e dureranno 12 anni) rientra peraltro nel concetto di Ospedale cantonale multisito, inteso come una moderna rete ospedaliera che sul fronte delle cure somaticoacute prevede due nosocomi di riferimento: Lugano e appunto quello che nascerà in zona Saleggina.
L’anno prossimo Maristella Polli non si ricandiderà alle elezioni cantonali e saluterà quindi il Gran Consiglio. Intende però continuare a stimolare il discorso prima di chiudere la sua quarta e ultima legislatura. L’eventuale nuovo atto parlamentare, ci spiega, ricalcherebbe quanto riferito al nostro giornale dal direttore generale dell’Eoc Glaudo Martinetti, il quale – parlando di un’opportunità da non lasciarsi sfuggire che porterà a un miglioramento delle cure – auspica che il concetto dell’ospedale universitario venga elaborato in tempi brevi, attraverso un atto concreto da parte di Ior, Irb, Eoc e Usi e un sostegno unanime da parte della politica cantonale e della deputazione ticinese a Berna. L’appello di Martinetti si riallaccia all’interesse manifestato dal rettore dell’Usi Boas Erez nell’articolo pubblicato settimana scorsa dalla ‘Regione’, e ai veri e proprio appelli lanciati nelle scorse settimana sulle pagine del ‘CdT’ dal direttore dell’Irb Davide Robbiani e dal presidente dello Ior Franco Cavalli.