Il Consiglio di fondazione lo sottoporrà ora all’Usi che lo invierà, con la richiesta di finanziamento federale, alla Segreteria di Stato per la ricerca
Via libera del Consiglio di fondazione dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior) allo studio di fattibilità architettonica per la nuova sede da 45 milioni di franchi prevista ai margini del Parco urbano di Bellinzona, accanto a quella dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) inaugurata un anno fa. Giovedì scorso il Cdf ha ratificato il dossier elaborato dall’architetto vodese di fama internazionale Dimitri Papadaniel. «Entro un mese l’incarto, completo di programma scientifico per i prossimi anni, sarà quindi trasmesso all’Università della Svizzera italiana cui lo Ior è affiliato», spiega alla ‘Regione’ il presidente del Cdf Franco Cavalli. La procedura in questi casi prevede infatti la competenza dell’Usi per i rapporti con Berna e più precisamente la richiesta di aiuti finanziari, senza i quali l’importante struttura scientifica risulterebbe difficilmente realizzabile. Seguirà quindi a breve l’inoltro della richiesta di sussidio alla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (Sefri) attiva in seno al Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca. Solitamente l’avallo federale prevede a cascata il coinvolgimento anche delle autorità cantonali per il contributo pubblico di loro competenza. In questo caso un primo incontro con una delegazione del Consiglio di Stato potrebbe tenersi ancora prima delle elezioni cantonali 2023. Dopodiché, qualora Berna dichiarasse la propria disponibilità, partirebbe la fase successiva, a cominciare dal lancio del bando di concorso per la progettazione.
Avviato a marzo, finanziato con mezzi privati e consegnato a fine settembre al Consiglio direttivo dello Ior rispettando la tabella di marcia, lo studio di fattibilità si era reso necessario per verificare nel dettaglio, insieme ai preposti servizi comunali e cantonali, lo stato pianificatorio del comparto e la sua reale possibilità edificatoria in base agli indici già utilizzati per il nuovo Irb e a quelli ancora a disposizione nel mappale, oggi sterrato, pure di proprietà del Comune di Bellinzona. Città che lo metterà a disposizione gratuitamente, come già fatto con l’Irb, tramite un diritto di superficie di lunga durata. Se sia prevedibile, e in quale misura, un ulteriore aiuto finanziario comunale, il sindaco Mario Branda al momento non sa dirlo: «Il tema dovrà essere discusso a tempo debito». L’impegno dimostrato a favore dell’Irb è stato importante: oltre ai canoni d’affitto assicurati dal Comune durante l’ultimo ventennio per le sedi precedenti dell’Irb in via Vela e via Murate – un aiuto che ha contribuito a consolidare la ricerca biomedica nella capitale ticinese – la Città ha successivamente stanziato, nel 2017, altri 12,8 milioni: ossia 10 a fondo perso (che hanno sostituito i precedenti canoni d’affitto) e 2,8 trasformati da prestito già in essere a contributo a fondo perso. Pari a ulteriori 6 milioni il valore del diritto di superficie.
A parte il nuovo e ulteriore diritto di superficie, «se ci sarà un finanziamento comunale anche per lo Ior, non potrà essere della medesima entità di quello voluto per l’Irb», preannuncia il sindaco ricordando che lo studio di fattibilità per lo Ior prevede anche l’inserimento di un auditorium con una capienza di 250 posti a sedere. In questo ambito il Municipio ha segnalato il proprio interesse – rileva il sindaco – affinché possa essere utilizzata anche per eventi pubblici extra Ior: «In questo senso dunque potrebbe eventualmente inserirsi una partecipazione finanziaria comunale. Valutazioni sono in corso». A livello pianificatorio il mappale è peraltro già iscritto a Piano regolatore quale riserva per poter accogliere il secondo stabile e gli indici di sfruttamento forniscono a loro volta chiare informazioni su superficie e volumetria massime ammesse. Oltre al contributo che verrà richiesto alla Confederazione e al Cantone, la Fondazione dello Ior conta di poter far capo a un generoso aiuto già preannunciato da una conoscente del dottor Cavalli: residente in Ticino, ha già sostenuto diverse attività dello Ior e finanziato lo studio di fattibilità.
Nel nuovo edificio, ricordiamo, sono previsti spazi e laboratori in grado di soddisfare le esigenze operative di dodici gruppi di studio, quattro in più degli attuali otto sparsi fra il nuovo Irb e la vecchia sede di via Pometta. Il tutto completato da aule per le lezioni nell’ambito del master di medicina, nonché da una mensa che verrebbe usata dai ricercatori attivi nel comparto.