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Liceo Bellinzona e prefabbricati, preoccupata pure la Direzione

E dal Collegio dei docenti giunti ‘diversi interventi su punti critici’ della soluzione provvisoria prevista nei tre anni di cantiere

La caffetteria trasformata in aula magna in occasione di una conferenza (Ti-Press)
28 ottobre 2021
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La Direzione del Liceo di Bellinzona condivide le preoccupazioni espresse dagli studenti sulla soluzione logistica concepita dal Cantone per accogliere dal prossimo settembre, in un complesso di moduli prefabbricati dal costo di 9 milioni, i quasi 800 allievi e il centinaio di docenti durante i tre anni necessari a ristrutturare e ampliare l’edificio risalente agli anni 70. Lo spiega interpellato dalla ‘Regione’ il direttore Nicola Pinchetti.

L’importante cantiere ha un costo preventivato di 42,8 milioni, prefabbricati inclusi. I liceali, ricordiamo, il 19 ottobre hanno consegnato al presidente del Gran Consiglio Nicola Pini una petizione scritta dal Comitato studentesco e corredata da 548 firme che chiede di ripensare soprattutto la parte prefabbricata ritenendo la sua gestione degli spazi “disastrosa e assolutamente inadeguata”. In particolare, lamentano i liceali, la nuova struttura provvisoria prevista fra il vecchio Liceo e il Bagno pubblico con una forma quadrata e a corte “prevede un unico spazio comune, diviso in due parti, grande poco più dell’attuale caffetteria e in grado di ospitare al massimo 250 persone”. Quest’unico dato, prosegue la petizione, “dovrebbe far ripensare all’intera gestione del progetto dei prefabbricati, ancor più dopo l’esperienza pandemica”.

Martedì pomeriggio – rileva dal canto suo il direttore – ha avuto luogo un collegio docenti voluto per presentare al corpo insegnante e a una delegazione di allievi il progetto di ristrutturazione e ampliamento dell’Istituto. Hanno preso la parola Daniele Sartori (capo Sezione insegnamento medio superiore del Decs), Giovanni Realini (capo Sezione logistica al Dfe) e gli architetti Pia Durisch, Aldo Nolli e Niccolò Nessi dello studio progettista Durisch+Nolli.

Nicola Pinchetti, cos’è emerso dall’incontro?

I docenti hanno potuto prendere visione dello stato di avanzamento del progetto, sia per quanto concerne il villaggio provvisorio, che dovrebbe ospitare l’intera comunità scolastica per tre anni, sia per il progetto definitivo.

Qual è la posizione della direzione sul progetto? Lo sostiene? Ha individuato criticità? Ha proposto modifiche?

La direzione – quella precedente e l’attuale – sostiene il progetto. Per quanto riguarda le criticità, inevitabili in questa fase del progetto, sia il committente, la Sezione della logistica, sia i progettisti si sono mostrati molto disponibili ad approfondire le proposte della direzione e dei docenti.

Qual è la posizione dei docenti? Sono preoccupati o appoggiano il progetto?

Durante l’incontro ci sono stati diversi interventi che hanno evidenziato punti critici ancora da affrontare e da risolvere e alcuni spunti interessanti da approfondire, tuttavia nessuno si è finora espresso esplicitamente contro il progetto. Una presa di posizione formale e condivisa dei docenti non c’è ancora. In ogni caso, esprimere preoccupazione non significa ancora essere contrari al progetto.

La posizione della maggior parte degli allievi è invece piuttosto chiara. Cosa pensa la Direzione della petizione? Condivide le preoccupazioni degli studenti?

La posizione degli studenti appare chiaramente sia dalla presa di posizione di qualche settimana fa sia dalla petizione: non sono contrari al progetto di ristrutturazione ma esprimono preoccupazione per i tre anni che dovremo trascorrere nei prefabbricati. Anche la Direzione ha espresso le medesime preoccupazioni e sia i capi sezione di riferimento sia il committente hanno mostrato disponibilità a entrare nel merito delle richieste avanzate. Per il resto la Direzione saluta positivamente l’iniziativa degli allievi di prendere posizione pubblicamente e sollecitare direttamente il presidente del legislativo cantonale: è un esercizio di maturità civica e di educazione democratica.

La petizione mette l’accento sul fatto che nella struttura provvisoria non vi saranno spazi comuni sufficientemente ampi. Sarà veramente così? Cosa risponde la Direzione a chi è preoccupato?

I calcoli degli allievi sono forse un po’ imprecisi. Come affermato in precedenza, le preoccupazioni espresse sono state recepite dagli organi competenti e si confida si trovino soluzioni adeguate.

La lettera

‘Il Decs non apporterà miglioramenti’

Nel frattempo, in una lettera appesa ieri all’albo dell’Istituto, tre rappresentanti del comitato studentesco hanno definito l’incontro di martedì una “grottesca farsa”. “Speravamo che le nostre rimostranze sulla ristrutturazione avrebbero potuto portare a una riflessione autocritica, alla riconsiderazione di un progetto che presenta evidentissime carenze: ci sbagliavamo”, si legge nella presa di posizione. Il rappresentante del Decs avrebbe infatti sottolineato che “mai e poi mai potrà essere messa in dubbio la natura del progetto e in nessun caso il budget potrà essere aumentato. Come, date queste premesse, possano essere apportati miglioramenti qualitativi e quantitativi alla situazione del villaggio provvisorio, è cosa che non ci è data a sapere”.

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