Cantiere Gottardo, il Tribunale amministrativo federale ha respinto il ricorso di una Sa concorrente nella gestione di vitto e alloggio degli operai
Ricorso respinto dal Tribunale amministrativo federale (Taf) di San Gallo perché la società concorrente ha violato un requisito fondamentale richiesto dal bando, e cioè che la persona indicata per la gestione della mensa deve avere un diploma cantonale di esercente secondo la Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione o un certificato/diploma equivalente. Ma anche qualora la società ricorrente dovesse ora spuntarla davanti al Tribunale federale di Losanna in un ipotetico altro ricorso, le possibilità di aggiudicarsi l’appalto decennale da circa 10 milioni di franchi sarebbero comunque ridotte al lumicino, dal momento che la stessa Sa – in base alle valutazioni fatte dal committente Ufficio federale delle strade (Ustra) nell’aggiudicare l’appalto – si era classificata in graduatoria quarta su cinque concorrenti nonostante la sua offerta fosse economicamente più vantaggiosa di un milione (totale 9,5) sulla prima classificata, mentre le altre ditte (fra cui la seconda e terza classificate) veleggiavano attorno ai 15 milioni. Perciò a meno appunto di un ricorso a Losanna l’aggiudicatario Consorzio Gestione Servizi Alpini – formato dalla Valbianca Sa e dalla Valbianca Gastro Sagl di Airolo che da diverso tempo gestiscono gli impianti di risalita e la ristorazione a Pesciüm – potrà occuparsi nell’arco del prossimo decennio anche del vitto e dell’alloggio nell’Hotel Alpina. Struttura turistica presente in paese da decenni e che sarà provvisoriamente riconvertita dopo che il Comune nel 2019 l’aveva acquistata da privati per 3,73 milioni con l’obiettivo di affittarla all’Ustra, il quale a sua volta vi alloggerà gli operai delle imprese impegnate dapprima nello scavo e realizzazione del secondo tunnel sotto il Gottardo e in seguito nella copertura autostradale e nel risanamento ambientale del fondovalle.
Come riportato oggi dal ‘Corriere del Ticino’ il Taf ha dunque respinto il ricorso della quarta classificata. Nei prossimi giorni, scaduto il termine per rivolgersi a Losanna, si saprà se la decisione firmata dai giudici sangallesi è da considerarsi definitiva o meno. Nelle sua sentenza di 27 pagine il Taf ritiene che l’Ustra abbia escluso legittimamente l’offerta della ricorrente senza incappare in una violazione del diritto o in un esercizio eccessivo e abusivo del proprio potere di apprezzamento. Il gruppo escluso aveva per contro lamentato una ripetuta violazione del diritto e un abuso del potere d’apprezzamento da parte del committente, ritenendo superficiali e lacunose le sue verifiche svolte sull’equivalenza del diploma cantonale di esercente. Per contro secondo il Taf mantenere in gara l’offerta della ricorrente avrebbe leso il principio della parità di trattamento nei confronti degli altri offerenti che avevano indicato un responsabile gestione mensa in possesso del diploma cantonale di esercente.
Via libera dunque a Valbianca, i cui azionisti sono per l’80% il Comune di Airolo e per il 20% quello di Quinto. Se la vicenda non proseguirà a Losanna, il consorzio airolese firmerà il contratto con Ustra nei prossimi giorni. Dopodiché potranno essere avviati nell’albergo i lavori di finitura, in particolare nella cucina, necessari a renderlo operativo a pieno regime da inizio 2022. Lo scorso maggio, ricordiamo, Ustra aveva incaricato il gruppo Valbianca ritenendo la sua offerta più vantaggiosa in virtù di un punteggio “più alto nella valutazione dei criteri di aggiudicazione”, non da ultimo portando “referenze valide” e distinguendosi “per un’alta sostenibilità dei suoi servizi”. Per contro l’aspetto finanziario delle offerte occupava soltanto il 40% dei criteri di aggiudicazione.
E proprio considerando la proprietà comunale della Valbianca, il Municipio airolese si era ingaggiato parecchio per ‘tenere in casa’ l’importante appalto. Intervistato dalla ‘Regione’ il 13 maggio 2019, l’allora sindaco Franco Pedrini aveva lanciato un messaggio molto chiaro sottolineando che nell’ambito del risanamento ambientale del fondovalle «ci siamo trovati perfettamente in linea con Ustra. Su questo e altri importanti cantieri presenti e futuri – sottolineava – abbiamo intavolato trattative costruttive e credo che sia di fondamentale importanza cercare soluzioni vantaggiose per entrambi. Soluzioni, e il capitolo Hotel Alpina è un esempio fra tanti, che avranno ricadute a lungo termine infrastrutturali, finanziarie e occupazionali». Fra queste, proseguiva Pedrini, anche la concreta possibilità di ottenere l’appalto per fornire vitto e alloggio agli operai nell’albergo tramite un’apposita società multiservizi da istituire dal Comune (infine palesatasi nel gruppo Valbianca suo all’80%) con un importante indotto a livello locale. Ossia opportunità lavorative (15-20 posti di lavoro per dieci anni) e sostegno ai commerci locali a prezzi equi. Detto fatto.