Nomina dei Consigli direttivi: mozione Verdi/Fa/Mps/Pop propone di eliminare l'iter municipale optando per le candidature spontanee con curriculum vitae
All’urlo di “Basta lottizzazione dei posti tra i partiti presenti in Municipio” il gruppo Verdi/Fa/Mps/Pop di Bellinzona propone cinque identiche mozioni con l’obiettivo di modificare il metodo di designazione quadriennale, a inizio legislatura, dei membri dei Consigli direttivi dei cinque Enti autonomi voluti per gestire Azienda municipalizzata, Musei, Teatro, Sport e Carasc. Lo fa dopo quanto successo martedì sera nella seduta d’insediamento del nuovo Consiglio comunale che durante un acceso dibattito – partendo dalle critiche dei gruppi Ppd e Verdi/Fa/Mps/Fa – ha ottenuto il rinvio delle nomine per l’Ente Sport avendo l’Esecutivo proposto tre municipali per cinque posti (erano addirittura quattro ma uno si è chiamato fuori). L’idea ora proposta con la modifica dei rispettivi articoli 8 dedicati alle modalità di nomina è quella di affidare al Legislativo il compito di designare i membri a scrutinio segreto e senza proposte municipali.
Attualmente la nomina compete sempre al Cc ma per alzata di mano e designando solitamente un pacchetto di nomi elaborato dal Municipio considerando le indicazioni richieste ai vari gruppi politici, ciò che nella realtà finisce per considerarne solo alcune e ad escluderne (senza spiegazioni) altre. Un agire che a mente del mozionanti rappresenta una lottizzazione politica bella e buona. “I membri del Consiglio comunale avranno diritto di proporre i candidati”, recita ogni singolo emendamento: “Parimenti ogni persona maggiorenne domiciliata nella Città avrà diritto di inoltrare la propria candidatura. Tutte le candidature dovranno essere accompagnate da un curriculum vitae e inviate ai membri del Cc almeno sette giorni prima della seduta in cui avverrà la nomina”. Non viene specificato chiaramente nel testo, ma lo spirito finale della proposta è che si designino i membri dei Direttivi sulla base della loro esperienza professionale in ciascun ambito e non per l’appartenenza partitica, come accade oggi visto che il Municipio opta, per prassi acquisita, per indicare nomi che rispecchino la rappresentanza dei partiti nell’Esecutivo medesimo.