Per Aris Tenconi una fusione con Airolo, Dalpe, Bedretto e Prato Leventina porterebbe vantaggi a livello di turismo, infrastrutture e grandi progetti
Un’aggregazione in Alta Leventina sarebbe «sicuramente qualcosa di positivo», ma resta un’operazione «difficile» da portare a termine. Il liberale radicale Aris Tenconi, nuovo sindaco di Quinto, è sulla stessa lunghezza d’onda del suo predecessore Valerio Jelmini ed è quindi convinto che una fusione con Airolo, Dalpe, Bedretto e Prato Leventina potrebbe essere vantaggiosa a livello di turismo, infrastrutture e grandi progetti per tutta la regione. Tuttavia, «tutti devono essere d’accordo». Tenconi, 44 anni, è architetto ed è in politica da diverso tempo: nel 2008 è entrato in Consiglio comunale (seguendo le orme della madre), nel 2018 è subentrato in Municipio e ora è diventato sindaco. Tra i suoi obiettivi per questa legislatura vi è la rivitalizzazione dei nuclei delle frazioni e lo sviluppo dell’offerta turistica, che potrà anche contare sugli impulsi generati del nuovo stadio multifunzionale dell’Ambrì-Piotta.
L’elezione per il sindacato è avvenuta in modo tacito. Si aspettava che sarebbe stato l’unico candidato?
Nel 2020 erano state presentate tre liste e quindi la popolazione sarebbe dovuta andare a votare per eleggere il Municipio. Poi la situazione è un po’ cambiata a causa della pandemia e quindi, dopo una discussione generale, è stato deciso di svolgere tacitamente queste elezioni. Il Plr è il partito di maggioranza e quindi la mia candidatura è stata accolta favorevolmente da tutti. In ogni caso fino a quando ero in Consiglio comunale non avrei pensato di diventare così presto sindaco. Una carica che ho accettato con piacere ed entusiasmo.
Ora che è sindaco dovrà diminuire la sua percentuale lavorativa?
Dovrò ridurre un po’ l’attività nello studio di architettura di cui sono il titolare, perché essere sindaco è ovviamente più impegnativo rispetto a essere municipale. I miei collaboratori comunque mi sostengono in questa avventura.
Quali sono le priorità del Municipio per la prossima legislatura?
Innanzitutto portare a termine il prima possibile i grandi cantieri già avviati. Penso in particolare alla nuova Valascia che in settembre sarà pronta. Tuttavia, rimane ancora aperta la questione della gestione di tutto il comparto dell’aeroporto: all’aviazione, alle poche gare automobilistiche concesse, ai corsi di guida, al carnevale estivo o alla fiera agricola si aggiungeranno tutte le manifestazioni legate al nuovo stadio. Eventi che potranno avvenire in contemporanea con altri o che potranno richiedere l’occupazione dell’aeroporto. Bisognerà quindi riuscire a conciliare le manifestazioni più locali con quelle di portata più ampia. Inoltre, bisognerà anche tener conto delle esigenze degli agricoltori. Insomma, bisognerà tener conto di tutti gli interessi in gioco.
Ci sono novità riguardo alla zona industriale a fianco dell’aeroporto, a sud del paese di Piotta, dove in passato diverse iniziative promettenti per finire non sono andate in porto?
Recentemente il gruppo Wolfisberg (garage e soccorso stradale) ha acquistato i grandi capannoni presenti nella zona e ora vuole ristrutturarli. In seguito verranno in parte utilizzate dal proprietario e in parte affittati a ditte che hanno bisogno spazi. Si tratta di una buona occasione per eventuali nuove aziende che si vogliono stabilire sul territorio e che così non dovranno costruirsi il loro capannone. Potranno dunque iniziare la loro attività con spese minori. Quindi, dopo tanti anni di stallo, un piccolo rilancio di questa zona lo si intravvede e con l’avvio dei lavori per la seconda canna del San Gottardo, l’area potrebbe suscitare l’interesse di diverse aziende.
Personalmente quali sono i suoi obiettivi?
Ultimamente abbiamo ricevuto qualche domanda di costruzione per nuove abitazioni e richieste di domicilio. Ci sono quindi persone interessate a trasferirsi a Quinto che si sono probabilmente rese conto che in fondo non si è poi così lontani da Bellinzona. In questo contesto, per rendere il Comune ancora più attrattivo anche per abitazioni primarie, vorrei cercare di rivitalizzare i nuclei delle frazioni. Vorrei inoltre mettere l’accento sul turismo: abbiamo ad esempio la Val Piora che è fantastica e con la pandemia abbiamo notato che molte più persone sono venute a visitare la regione. E sono anche state acquistate o ristrutturate alcune case di vacanza.
Parlando di turismo: Quinto detiene il 20% delle azioni della Valbianca Sa che gestisce gli impianti di Airolo-Pesciüm (Airolo l’80%). Recentemente il presidente partente della società Giovanni Leonardi ha affermato alla 'Regione' che bisognerebbe investire decine di milioni di franchi per potenziare gli impianti, cosicché il comparto diventi la principale meta turistica invernale ed estiva dell’Alto ticino. Quinto è disposto a fare la sua parte?
Bisogna avere un progetto globale da sottoporre anche al Cantone per definire esattamente quali passi si vuole compiere nei prossimi venti anni in quest’ambito. Se e quanto investire sarà poi discusso in Consiglio comunale, dove mi aspetto un dibattito sicuramente acceso.
Quale impulsi possono portare i privati?
Anche solo l’insediamento di un paio di bed and breakfast o di piccole pensioni potrebbe generare un circolo virtuoso a favore di esercenti e altre attività sul territorio. Non bisogna solo puntare su grandi progetti. In generale, il turismo ha un grandissimo potenziale: attualmente è molto di giornata, ma se si crea qualcosa di interessante la gente resta. Infatti, siamo vicini sia per i ticinesi, ma anche per i visitatori d’Oltralpe: ad esempio da Zurigo in un’ora e mezza si arriva a Quinto. Inoltre, i grandi eventi che saranno organizzati grazie alla nuova Valascia aiuteranno da un lato l’economia locale, ma dall’altro farà soprattutto scoprire la bellezza della nostra regione a un pubblico più vasto che potrebbe quindi poi tornare per altre attività, come passeggiate, sport e così via.
Il suo predecessore era un grande sostenitore dell’aggregazione in Alta Leventina. Lei come la pensa?
In linea di massima sono favorevole anch’io. Secondo me bisognerebbe suddividere la valle in tre grandi regioni: l’Alta, la Media e la Bassa Leventina. L’esempio di Faido dimostra che con un’aggregazione è stato possibile avere a disposizione sufficienti risorse economiche per ampliare l’offerta turistica, per migliorare le infrastrutture e per avviare anche grandi progetti che un piccolo Comune non può pensare di realizzare da solo.
Senza la fusione, è quindi necessario collaborare con gli altri Comuni vicini...
In linea di massima in passato c’è stata una buona collaborazione. Ora sono però cambiati diversi sindaci di vari Comuni della regione come Airolo, Bedretto e Dalpe. Spero quindi che si possa proseguire su questa strada di collaborazione e buoni intendimenti.