Le ricette del municipale uscente Mauro Minotti (Lega/Udc) a confronto con quelle del candidato Plr Damiano Stroppini
Un titolare di azienda con sede a Camorino e attiva nel campo dell’energia. E il municipale uscente capodicastero Finanze, economia e sport, dirigente tecnico in una ditta ticinese specializzata nel settore delle comunicazioni telematiche. Campo professionale simile, due posizioni politiche differenti: il primo, Damiano Stroppini, per nove anni consigliere comunale a Monte Carasso in una lista civica, oggi in veste di candidato Plr ambisce a entrare nel Municipio di Bellinzona dove i liberali-radicali sono chiamati a rinnovare due seggi su tre. Il secondo, il leghista Mauro Minotti di Carasso, in carica a Palazzo Civico dal 2017, e prima ancora come consigliere comunale per due legislature, nonché granconsigliere dal 2011, ‘corre’ nella lista Lega/Udc/Indipendenti. Un faccia a faccia in vista delle elezioni comunali del 18 aprile incentrato sul ruolo della Città nel promuovere e sostenere l’economia locale.
Cosa ve lo fa fare?
Minotti – Lavorare per la comunità mi fa star bene. Sebbene io faccia parte di un movimento all’opposizione, m’impegno nella ricerca del consenso. Quanto alla promozione locale, credo di aver dimostrato il mio impegno sin dalla presidenza ventennale del Patriziato di Carasso che ha aperto i propri mappali all’insediamento di interessanti attività produttive con un centinaio di posti di lavoro. Questa è la priorità di Bellinzona.
Stroppini – Mi identifico nel pragmatismo e nella proposta di soluzioni concrete portati avanti dal partito. Se i bellinzonesi lo vorranno, sono pronto ad assumere la carica di municipale riducendo il mio carico di lavoro e portando a favore della collettività un bagaglio di esperienze esterne al mondo della politica, vissute in Ticino, Oltralpe e all’estero. Ritengo che il mio profilo di ‘ricercatore di soluzioni’ rappresenti un valore aggiunto per la carica di municipale.
In questo periodo di incertezze e difficoltà, su quali assi prioritari la Città deve impegnarsi per inserirsi nell’azione di rilancio che Confederazione e Cantone vorranno impostare?
Minotti – Un gran numero di ticinesi che si forma Oltralpe, poi non torna in Ticino a vivere e lavorare. A pesare è anche il taglio dell’organico nelle ex regie federali. Ora, al di là della buona qualità di vita riconosciuta a Bellinzona, deve diventare prioritario favorire l’insediamento di attività che diano valide opportunità occupazionali per i residenti, anche nell’ottica di formare una famiglia e costruirsi un futuro qui. Ne beneficerebbe tutto il comprensorio. Quanto all’aspetto residenziale, l’effetto AlpTransit è stato sopravvalutato: almeno finora non abbiamo segnali di famiglie stabilitesi qui con posti di lavoro nei cantoni centrali raggiungibili in poco tempo; confidiamo nel collegamento veloce sotto il Ceneri.
Stroppini – Sarà fondamentale lavorare in maniera propositiva, con un concreto impegno anche informativo nei confronti della popolazione. Durante l’ultimo anno, attorno ai problemi reali ammessi dal Municipio, il dibattito politico è stato impostato quasi esclusivamente sulla polemica, ciò che ha disorientato la gente. La politica ora deve cambiare passo e diventare a tutti gli effetti uno strumento di risposta alle lacune gestionali emerse e alle difficoltà emergenti nel tessuto sociale ed economico. La popolazione ha bisogno di certezze, di essere rappresentata da un’istituzione in grado di confrontare le idee ma in maniera costruttiva e non in un clima politico destabilizzante. Quanto alla necessità di aumentare i posti di lavoro qualificati, e di conseguenza anche la popolazione residente, occorrono più impegno e risorse nel marketing territoriale, sfruttando il fatto di trovarci sull’asse strategico Zurigo-Milano.
Si esorta la politica a fare quadrato, ma in un clima di crescente polarizzazione la destra e l’estrema sinistra mirano a portare l’opposizione in Municipio. Operatività a rischio?
Stroppini – Ben venga l’opposizione se contribuisce a costruire qualcosa di buono, e non solo a distruggere. Durante l’ultimo anno si è però assistito a un continuo martellare, ad attacchi su più fronti anche molto personali e violenti, senza nulla di concreto. Capisco l’imbarazzo di Mauro Minotti che ha vissuto tutto ciò da dentro l’Esecutivo.
Minotti – Non mi sento in imbarazzo. Se i toni sono talvolta sopra le righe, bisogna anche accettare che il Legislativo e i gruppi politici svolgano il loro compito anche di controllo. Se guardiamo alle critiche giunte dalla Lega, ricordo quella sugli onorari dei municipali (e la popolazione ci ha seguiti) e quella sui disavanzi nella gestione dei castelli, che ha richiesto poi un’apposita soluzione. Finora ho visto un’opposizione che semmai mirava a migliorare lo stato delle cose.
Posti di lavoro. Proposte concrete per incrementarli?
Stroppini – La Città deve creare le condizioni quadro per favorire l’insediamento di nuove attività. Per marketing territoriale intendo quindi un lavoro proattivo nei confronti di possibili nuove società imprenditoriali affinché si evidenzi la qualità e l’ampiezza delle aree disponibili, i servizi a disposizione, le sinergie immaginabili con realtà già insediatesi, gli allacciamenti alle vie di comunicazione, la qualità residenziale. Bisogna dedicare a questo compito un settore dell’amministrazione comunale. Non si tratta di incaricare un funzionario e basta, ma di inserirlo in un contesto allargato nel quale egli sappia tessere le giuste relazioni. Mi riferisco ad altri attori come il Promovimento economico del Cantone e la Fondazione Agire.
Minotti – Creare posti di lavoro non è facile. L’esempio di Biasca, sebbene sia dotata di una Zona industriale d’interesse cantonale con tutti i crismi per accogliere nuove attività, è lampante. Quanto a noi, l’Irb deve rappresentare un volano in grado di attirare attività nel medesimo campo della ricerca. A lungo termine un potenziale enorme è rappresentato sia dal nuovo Quartiere Officine legato al Parco svizzero dell’innovazione, sia dal riorientamento delle Ferriere Cattaneo. Questa è la via che Bellinzona deve imboccare, considerato che la forte competitività interna al Ticino, con moltiplicatori d’imposta sensibilmente più bassi nel Sottoceneri, ci lascia poco margine nei settori produttivi classici.
Stroppini – Porto un esempio concreto. Da quando, 12 anni fa, ho stabilito a Camorino la mia società, nella quale impiego del personale, nessun servizio della Città mi ha mai contattato. Un esercizio che invece andrebbe fatto, proprio nell’ottica di costruire una rete di relazioni e conoscenze utili ai vari attori e al Comune stesso. Specie le realtà imprenditoriali più piccole sarebbero riconoscenti traendone dei vantaggi, come può accadere quando s’intende partecipare ad appalti pubblici e vi è la necessità di costituire localmente dei team o dei consorzi. Quanto ai settori su cui spingere in prospettiva, non tutti i bellinzonesi possono svolgere professioni altamente qualificate: perciò bisogna trovare l’equilibrio giusto per incrementare posti di lavoro non solo nel terziario avanzato e nella ricerca, ma anche nella produzione più tradizionale.
Minotti – Purtroppo la Città non dispone di una persona impiegata al 100% nel promovimento economico. L’importante fase organizzativa della prima legislatura non ci ha permesso di dedicare a questo scopo maggiori risorse. Concordo sul fatto che occorra fare di più. In tal senso nel frattempo è stata creata una piattaforma improntata a intensificare il dialogo fra istituzione e tessuto economico. Tutto questo considerando che per determinati compiti sono già incaricati il Promovimento economico cantonale e l’Ente regionale di sviluppo.
Peraltro l’aggregazione a 13 vede auto-esclusi due Comuni con importanti aree produttive. Con Sant’Antonino e Arbedo-Castione, in primis, il discorso va riaperto?
Minotti – La strada è quella: il progetto originale a 17 era il più equilibrato e finanziariamente sostenibile, perciò fra qualche anno il discorso andrà ripreso.
Stroppini – A breve termine no. Dapprima la nuova Bellinzona a 13 deve consolidarsi in termini organizzativi e operativi. Ma proprio in virtù delle realtà economiche diversificate presenti nei Comuni non aggregati, Bellinzona deve incrementare con essi dialogo e collaborazione.
C’è poi il commercio locale, che da anni lamenta la mancanza di una strategia a lunga gittata della politica cittadina, al di là degli aiuti puntuali e temporanei stanziati in tempi di Covid e per eventi a forte richiamo.
Minotti – L’investimento di 15 milioni per il rilancio turistico dei castelli è a tutti gli effetti strategico perché mira a creare ricadute positive su ampia scala. Confido che commerci e ristorazione sappiano cogliere l’occasione, dopo aver vissuto a lungo sugli allori grazie al funzionariato. Peccato che si sia perso il treno dopo il riconoscimento Unesco, ormai 20 anni fa: già allora occorreva rendere la fortezza più attrattiva. Intanto questa primavera sarà inaugurato in piazza Collegiata il nuovo info-shop, che darà certamente un primo stimolo.
Stroppini – Viaggiando parecchio, ho l’impressione che attualmente l’offerta turistica bellinzonese sia poco integrata o, quanto meno, non indichi chiaramente al visitatore la possibilità di unire idealmente due o più attività diverse in un territorio ristretto. Chi sale al ponte tibetano, si limita a fare quello; idem chi visita i castelli. Bellinzona necessita da questo punto di vista un cambio di marcia, affinché sia riconosciuta a tutti gli effetti come destinazione turistica. Si faccia tesoro degli ottimi esempi presenti Oltralpe, dove l’accoglienza è più curata; e del periodo Covid che ha costretto molti esercenti a reinventarsi. L’ente pubblico deve poter incentivare in modo mirato questi settori. Peraltro, anche a livello di gadget il vuoto si sente.
Finanze cittadine in rosso di 8 milioni. Inoltre rischiano di vedere tagliato per tre anni, di oltre un milione all’anno, il contributo di livellamento. Che fare?
Stroppini – Primo, sarà fondamentale mantenere stabile il moltiplicatore d’imposta. Una risposta, tramite l’avviata spending review, dovrà essere ricercata nell’efficientamento e nell’individuazione di nuove sinergie interne all’amministrazione comunale, senza tagli al personale e ai servizi alla cittadinanza. Quanto alla ventilata riduzione temporanea del contributo di livellamento, la Città deve fare lobbying in Gran Consiglio per evitare un taglio che risulterebbe nefasto proprio per gli stessi Comuni paganti, che in futuro rischiano di dover trainare quelli beneficiari più di quanto non lo facciano con l’odierna perequazione. Su questo fronte Bellinzona deve assumersi il ruolo di leadership.
Minotti – Bellinzona come Comune polo offre alla cittadinanza, anche a quella non aggregata, un’invidiabile paletta di servizi. I soldi vengono spesi bene, ma occorre ora verificare se non si sia andati un po’ lunghi. Quanto al contributo di livellamento, il taglio temporaneo è inaccettabile: confido che in Parlamento la proposta non passi, proprio considerando il principio della solidarietà che deve valere soprattutto adesso, in un momento difficile per tutti.