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Esplosione alle Scuole Sud, condannato il vice-bombarolo

Sedici mesi sospesi a un 20enne spagnolo, reo confesso, che un anno fa ha posato e innescato l'ordigno alle Elementari causando danni per 18mila franchi

La deflagrazione del 26 febbraio 2020 (Rescue Media)
23 febbraio 2021
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Sedici mesi di carcere sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni e una multa di 100 franchi. È questa la pena inflitta oggi dalle Assise correzionali riunite a Lugano (mediante una procedura di rito abbreviato) al 20enne domiciliato nel Bellinzonese che il 26 febbraio 2020 ha fatto esplodere un ordigno artigianale sull’ex campo da basket delle Scuole elementari Sud di Bellinzona. Il giovane di nazionalità spagnola ha ammesso le sue colpe, compreso il fatto di aver fatto esplodere nella regione diversi petardi in altre occasioni; di aver custodito e nascosto materie esplosive; di aver detenuto sul proprio cellulare filmati di atti sessuali con animali; di aver fornito ad altri e consumato marijuana e per aver ordinato su internet dall’estero 12 fogli di Lsd.

‘Eccezionalmente’ non sarà espulso

La procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis ha eccezionalmente rinunciato alla richiesta di espulsione del giovane straniero. E questo per il fatto che il ragazzo (difeso dall’avvocata Alessia Minotti) è nato in Ticino e che non ha contatti stretti nel suo Paese d’origine. Tuttavia, si tratta, come detto, di un’eccezione, ha ricordato la giudice Francesca Verda Chiocchetti, precisando che se dovesse ancora commettere atti simili la decisione potrebbe non essere la stessa. La giudice ha poi fatto notare all’imputato che «nella vita si può sbagliare», ma che ora non deve sprecare questa «seconda possibilità» datagli. Da parte sua il 20enne ha ammesso di avere sbagliato e ha capito la gravità degli atti commessi: «In effetti ho rischiato di uccidere qualcuno», ha detto riferendosi alle deflagrazioni. Verda Chiocchetti ha poi affermato che il giovane è «una persona intelligente» e che quindi, se non commetterà altri reati, potrà essere una persona «utile» per la nostra società.

‘Non mi sono svegliato’

Il processo non è iniziato nei migliore dei modi per l’imputato: prevista in mattinata, la procedura di rito abbreviato è cominciata solo nel pomeriggio a causa del ritardo del 20enne. «Perché non era presente al dibattimento?», ha chiesto la giudice. «Ero da un amico – ha cercato di spiegare il giovane – perché ero preoccupato e stressato per il processo. Mi sono addormentato a tarda notte e alla mattina non mi sono svegliato». Dopo una prevedibile ramanzina per la mancanza di giustificazioni valide, Verda Chiocchetti gli ha ricordato che avrebbe anche potuto sottoporre l’imputato a una procedura ordinaria. Procedura durante la quale avrebbe dovuto ripercorre tutti i reati commessi, con conseguenze forse peggiori, rispetto alla pena inflittagli. Concretamente, si legge nell’atto di accusa, tra il 1 febbraio e il 29 febbraio 2020 il 20enne ha fatto esplodere almeno un petardo in zona Golena e un altro su un prato vicino al Castello di Montebello “mettendo in pericolo la vita o l’integrità delle persone o la proprietà altrui”. Il fatto più grave, almeno per quanto riguarda l’ammontare dei danni, è però quello avvenuto alle Scuole Sud durante l’ultima notte di carnevale dell’anno scorso.

Ordigno confezionato dal principale imputato

Ricordiamo che la deflagrazione ha provocato la rottura di una trentina di finestre, danneggiato lo stabile e diverso materiale presente nelle aule per un costo complessivo di poco più di 18mila franchi. L’esplosione è stata talmente potente da far schizzare detriti fino a una distanza di 30 metri dall’epicentro. Un atto che ha ovviamente messo in pericolo la vita dell’imputato (che ha posizionato l’ordigno e acceso la miccia), quella di un minorenne che faceva da ‘palo’ e quella di altre persone, visto che nelle immediate vicinanze erano in corso i bagordi del Rabadan. E questo anche se non è stato lui a costruire l’ordigno artigianale – composto da un tubo d’acciaio, rinforzato con del nastro adesivo e una cintura di sicurezza per automobili, nel quale erano stati infilati 600 grammi di polvere pirica prelevata da quattro petardi – ma il cosiddetto bombarolo di Bellinzona: l’imputato principale per i ‘botti’ avvenuti tra il 2017 e il marzo 2020 sarà alla sbarra dinanzi alle Assise criminali giovedì 25 febbraio. Da quest’ultimo il giovane condannato oggi aveva anche ricevuto almeno 26 petardi (contenenti ciascuno dai 100 ai 200 grammi di polvere esplosiva), circa 20 metri di miccia e 4 fumogeni per un totale di circa un chilo di esplosivo. Materiale che custodiva per il bombarolo “ben sapendo che gli stessi venivano utilizzati ai fini delittuosi”, rileva l’atto di accusa.

Oltre alla multa il 20enne dovrà anche pagare una tassa di giustizia e rimborsare lo Stato, che si è assunto i costi per il difensore d’ufficio, appena le sue condizioni economiche lo permettano (si parla di oltre 8'000 franchi). Tutte le parti coinvolte hanno indicato di rinunciare ad appellarsi contro la sentenza.

 

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