Bellinzonese

'Bellinzona quando avrà il piano d'azione di genere?'

In un'interpellanza, Lisa Boscolo (Ps) afferma che il Comune non ha mai concretizzato gli obiettivi, a cui ha aderito nel 2007, a favore della parità di genere

Lo sciopero delle donne nel 2019 (Ti-Press)
7 febbraio 2021
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Il Municipio cittadino “è al corrente che nel 2007 l’esecutivo dell’ex quartiere di Bellinzona ha firmato la Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale? Se sì, cosa ha concretizzato al fine di realizzarne gli obiettivi?”. È quanto chiede la consigliera comunale socialista Lisa Boscolo in un'interpellanza, sostenendo che, in questo ambito, al Comune mancano ancora strumenti per “orientare le proprie scelte in maniera concreta e mirata”. 

“La politica della parità va promossa anche a livello locale e quindi anche nella città di Bellinzona”, afferma Boscolo nel testo, dicendosi convinta che “gli enti locali e comunali, ovvero gli ambiti di governo più vicini ai cittadini, rappresentino i livelli d’intervento più idonei per combattere il persistere e il riprodursi delle disparità e per promuovere quindi una società veramente equa”. In passato Bellinzona si è già mossa in questa direzione ad esempio promuovendo le donne in posizioni dirigenziali e impegnandosi a favore di una maggiore flessibilità del lavoro in modo tale da conciliare i compiti famigliari. “Piccoli passi importanti che tuttavia non si avvicinano a un vero piano d’azione di genere con una visione concreta e completa delle azioni e priorità in favore di una politica di genere”, precisa la consigliera comunale. 

Boscolo ricorda poi che nel 2007 Bellinzona ha sottoscritto la Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale. Aderendo a questa Carta, il Comune “avrebbe dovuto preparare un piano d’azione per la parità che fissi priorità, azioni e risorse necessarie per assicurare la messa in atto dei propri impegni”. Tuttavia, “a 14 anni di distanza non mi risulta che ci sia questo piano”. Quindi, oltre a chiedere al Municipio se conferma il fatto che nel 2007 l'allora esecutivo abbia firmato questa Carta, la consigliera comunale socialista domanda anche in quale misura “ritiene prioritaria una politica di genere e riconosce l’efficacia nel proporre un piano d’azione di genere individuando le priorità”. Infine, chiede pure se “il Municipio non ritiene che avere un ufficio (per esempio l’ufficio gestione della qualità) o una persona di riferimento che si occupi esclusivamente di questo tema possa concorrere a proporre concretamente una politica di genere”.