Secondo l'Ufficio caccia e pesca il lupo è probabilmente solo di passaggio. La sua presenza è in ogni caso costantemente monitorata dai guardiacaccia.
Più che il lupo, sono i cervi e i caprioli a generare grattacapi agli agricoltori del Piano di Magadino. «Negli ultimi anni la loro presenza sembra essere aumentata, così come i danni da loro provocati», afferma a ‘laRegione’ Giacomo Zanini, presidente del comitato della Fondazione parco del Piano di Magadino. Una tendenza che viene confermata dal responsabile dell’Ufficio caccia e pesca (Ucp) Tiziano Putelli, da noi contattato: «Il numero di ungulati è cresciuto sul Piano come in generale su tutto il territorio cantonale». A far discutere in questo momento è però il lupo che nelle ultime settimane è stato avvistato in più di un’occasione sul Piano di Magadino (l’ultima volta il 4 gennaio a Giubiasco). Avvistamenti che hanno portato il consigliere comunale Claudio Cattori a chiedere in un’interrogazione al Municipio di Bellinzona di attivarsi per individuare strategie d’intervento. Cattori ha inoltre chiamato in causa la Fondazione parco del Piano di Magadino (di cui fra l’altro è membro): nel testo chiede all’esecutivo cittadino se non sia il caso di investire formalmente la fondazione del ruolo di coordinattrice nella gestione del lupo sul Piano. Attualmente la gestione del predatore «non rientra nel mandato della fondazione» ed è «di competenza dell’Ufficio caccia e pesca», sottolinea Zanini: «Nel caso si volesse cambiare questa situazione, lo dovrebbe decidere il Cantone e quindi il Gran Consiglio». In ogni caso, per ora, «il lupo è un problema marginale per il parco. Bisogna prima di tutto capire se sia solo di passaggio o se sia diventato un frequentatore stabile del Piano. In quest’ultimo caso sarà necessario approfondire la questione».
Da parte sua, Putelli spiega che «essendo il Piano di Magadino un passaggio faunistico d'importanza nazionale, per il lupo è quindi certamente un punto di transito. Rispetto ad alcune zone discoste, come ad esempio la valle Morobbia dove vi sono oggi degli individui stabili, il Piano di Magadino non presenta di certo le condizioni per lo sviluppo di una popolazione di lupi. Probabilmente gli avvistamenti nell’arco di un periodo prolungato sono dovuti al fatto che vi sono state alcune nevicate importanti ravvicinate che hanno costretto l’animale a restare a quote più basse. La presenza del lupo sul Piano è comunque costantemente monitorata dai guardacaccia e dai collaboratori dell’Ufficio caccia e pesca», sottolinea Putelli.
Secondo Cattori, però, la presenza del predatore potrebbe intimorire gli abitanti e i frequentatori della zona. Tuttavia, dai filmati visualizzati «si vede chiaramente che non ha un atteggiamento aggressivo. Talvolta appare disorientato», afferma Putelli. Inoltre, «non è stata rilevata alcuna predazione su animali da reddito», anche grazie al sistema di allerta verso gli agricoltori della zona messo in atto in collaborazione con la Sezione dell’agricoltura. Quanto al timore che può generare, «si tratta di un animale selvatico del quale bisogna avere rispetto, agendo con prudenza come con qualsiasi altro animale di questo tipo». Insomma, in caso di incontro bisogna mantenere la distanza e non disturbarlo. L’Ucp sta quindi «monitorando la situazione che per ora è sotto controllo. Abbiamo inoltre aggiunto delle fototrappole addizionali sul Piano di Magadino» per cercare di ricostruire gli spostamenti. Gli avvistamenti sono avvenuti anche di giorno, un fenomeno insolito. Infatti, «normalmente il lupo, come il resto della selvaggina, nelle ore diurne resta nascosto. Tuttavia, il Piano di Magadino è parecchio frequentato e questo può disturbare l’animale. Probabilmente, sentendosi disturbato, il lupo si è quindi spostato. La sua presenza diurna è quindi molto probabilmente da ricondurre a questi disturbi che lo hanno indotto a spostarsi».
Nulla di troppo anomalo insomma e del resto il lupo era già stato avvistato sul Piano di Magadino in passato (nel 2018 e nel 2013). Infatti, per Zanini attualmente il problema è piuttosto un altro, ovvero quello di una sempre maggiore presenza di cervi e caprioli. Da un incontro con l’Unione contadini ticinesi avvenuto lo scorso dicembre è emerso che «la preoccupazione maggiore riguarda gli ungulati. E questo lo abbiamo poi segnalato all’Ucp». Oltre a confermarne l'incremento, Putelli precisa che «sul Piano di Magadino, per motivi di sicurezza, la caccia non è praticabile». Il numero crescente di questi animali, come pure dei corvidi, «impone quindi una riflessione sulla componente naturalistica e su quella legata all’agricoltura. Si tratta di trovare il giusto equilibrio» fra le varie sensibilità che caratterizzano il territorio. Un compromesso che non è sempre facile da raggiungere. A ogni modo «anche in questo caso stiamo monitorando la situazione e nei prossimi mesi sarà opportuno un incontro con tutti gli attori coinvolti per fare il punto della situazione».
Ma nel frattempo quali sono le indicazioni rivolte agli agricoltori che rischiano di subire danni alle colture agricole da parte degli ungulati? «Innanzitutto li invitiamo a mettere in atto misure di protezione adeguate», sottolinea Putelli, precisando che queste ultime «sono anche sussidiate». Nei casi di capi viziosi che generano troppi danni «in determinate condizioni possiamo intervenire con dei tiri di contenimento». Danni che vengono in ogni caso «in buona parte riconosciuti dall’Ucp». Parlando di misure di protezione, il responsabile dell’Ufficio caccia e pesca ricorda nuovamente che gli agricoltori che si annunciano possono beneficiare di «un sistema di allarme per quanto riguarda i grandi predatori: vengono avvistati della presenza del lupo in una determinata zona e vengono quindi invitati ad adottare le misure di protezione necessarie».
La Fondazione Parco del Piano di Magadino, «oltre che a promuovere il parco, ha il compito di mediare tra l’attività agricola (circa 70% della superficie del parco), l’attività naturalistica nelle zone apposite e lo svago», precisa Zanini. E nel futuro prossimo sono previste alcune novità. Innanzitutto, «nei prossimi giorni sarà pubblicato il concorso per un nuovo direttore/direttrice». La fondazione si trova infatti sprovvista di una direzione dalla scorsa estate. «Stanno poi arrivando le prime licenze edilizie per la costruzione delle sette porte di accesso al parco. Stiamo inoltre sviluppando, in collaborazione con la Supsi, un progetto di documentazione didattica indirizzato in particolare alle scuole comunali». Infine, sono previsti progetti volti a promuovere il parco in ambito turistico, così come la pubblicazione di «un codice di comportamento, in modo da stimolare comportamenti corretti e consoni rispetto alle altre attività presenti nel parco».