Le sezioni della Lega e dell'Udc puntano il dito contro "l'umiliante retromarcia del Ppd". Annunciato tuttavia un ricorso al Consiglio di Stato
Nessun referendum a Bellinzona contro i crediti suppletori votati dal Consiglio comunale per sanare i sorpassi di spesa emersi nell’ambito dei lavori allo stadio Comunale e al Policentro di Pianezzo. I gruppi della Lega e dell'Udc, che durante la seduta del 22 dicembre avevano ventilato l’ipotesi di dare inizio alla raccolta delle firme, attraverso un comunicato rendono infatti noto che “purtroppo da nessuno dei partiti contrari ai crediti suppletori è giunta la volontà di lanciare un referendum o di collaborare nella raccolta delle firme. Fino all’ultimo – continua la nota – abbiamo creduto nel Ppd, già particolarmente critico durante la seduta di Consiglio comunale”. Lega e Udc parlano di “un’umiliante retromarcia” da parte dei popolari democratici: “Non è difficile supporre la pressione del sindaco sul suo collega Soldini, così come la promessa di mandati ai dirigenti della sezione pipidina con lo scopo di farle desistere dal referendum. Anche il Ppd, sconfessando l’impegno formale del loro capogruppo Paolo Locatelli, è così diventato complice degli schieramenti Plr e Ps. Invece di aiutare a fare chiarezza, uscendo di scena il Ppd ha contribuito con il Ps a tenere alzato lo zerbino mentre il Plr nascondeva la sporcizia. Vorrà dire che per questa legislatura − continua l'affondo contro il Ppd − sarà ricordato unicamente per la scandalosa gestione della Casa anziani di Sementina, il cui dicastero è gestito dal suo municipale Soldini”. Un'altra motivazione alla base della rinuncia riguarda il fatto che “anche ipotizzando la vittoria nella votazione popolare, l’eventuale successo non permetterebbe la riduzione dell’enorme danno provocato: i soldi sono stati spesi con la scellerata gestione degli esponenti Plr e quindi, salvo clamorose novità, gli scoperti dovranno essere pagati”. Una situazione, si legge ancora nel comunicato congiunto, che si differenza dalla “vittoria nel referendum (lanciato da Lega, Udc e Mps, ndr) sugli onorari che aveva permesso di ridurre gli importi e di far risparmiare alla cittadinanza 151mila franchi annui per un totale di 604mila a legislatura”, producendo “un risultato tangibile per le casse comunali”.
Accantonata l'ipotesi del referendum, le due sezioni intendono tuttavia inoltrare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione politica del Consiglio comunale. Per il gruppo Lega/Udc, “la gravità di quanto successo e anche di come è stata gestita la situazione una volta emersi i fatti, impone l’intervento di autorità esterne. Faremo tutto il possibile per cercare di fare uscire la verità, ossia – tra le altre cose – che qualcuno era stato dovutamente informato dall’andamento dei cantieri già nel 2018 e 2019”.
Le due sezioni rilevano di essere “coscienti che fuori dalle mura del Consiglio comunale buona parte della popolazione la pensa come noi. Siamo pertanto fiduciosi che ad aprile queste persone sosterranno chi ha combattuto per la chiarezza e la trasparenza e penalizzeranno chi invece, oltre ad aver speso 5 milioni di franchi senza alcun diritto e senza averli, ha fatto di tutto per nascondere velocemente i fatti”.
«Per raccogliere circa 3’500 firme, a maggior ragione di fronte allo scenario coronavirus, non basta solo la volontà del gruppo Lega/Udc – afferma alla ‘Regione’ il presidente sezionale della Lega Sacha Gobbi –. A parte Plr e Ps, tutti gli altri partiti hanno votato contro il messaggio dello stadio. Ma poi nessuno si è detto disposto a dare una mano. Un aiuto che non sarebbe andato al beneficio di Lega e Udc, ma della Città». Con il ricorso al Consiglio di Stato, continua Gobbi, «s’intende comunque portare avanti ciò per cui ci si è impegnati, scritto e detto parecchio, attraverso una procedura con tempistiche e modalità un po’ più favorevoli».
Il ricorso si fonda anche sul presunto conflitto d’interesse del consigliere comunale Plr Andrea Cereda, impiegato presso una delle società coinvolte nelle valutazioni dei sorpassi su incarico del Municipio. Per l’approvazione del messaggio relativo allo stadio erano necessari 31 voti (maggioranza qualificata) e il suo ha fatto la differenza essendo il credito suppletorio stato votato proprio con 31 sì. In sala Cereda ha però assicurato di non essersi occupato, nelle proprie mansioni professionali, del dossier sorpassi. «La decisione di ricorrere non riguarda solo il voto del consigliere Cereda, ma ci sono altri aspetti che stiamo valutando. Reputiamo che sia in Commissione della gestione che durante la seduta del Consiglio comunale, non c’erano i presupposti minimi per poter decidere conoscendo i fatti nella loro interezza. Alcuni aspetti - conclude Gobbi - sono stati tenuti nascosti mentre altre informazioni sono state svelate soltanto parzialmente».
Piccata la replica del Ppd: “Accanto alle motivazioni di contorno per giustificare questa scelta – si legge nel comunicato diramato dalla sezione cittadina – Lega e Udc non trovano di meglio che scagliarsi contro il Ppd-Gg nel patetico tentativo di addossargli la responsabilità del mancato referendum. Un po’ troppo, anche per chi è di stomaco buono”. Le discussioni con Lega e Udc, si legge ancora nella nota del Ppd (che sostiene di non aver mai caldeggiato l'opzione del referendum per l'effetto nullo che un esito positivo avrebbe sulla popolazione), “hanno evidenziato almeno due elementi che ci hanno fatto propendere di abbandonare la nave ancora prima di salirci: l’attitudine di Lega e Udc di spingere il dibattito referendario il becero attacco alle singole persone e l’intenzione di reclutare un ‘cacciatore di firme a 1 franco a firma’ per raggiungere l’obiettivo. Il Ppd-Gg, per Storia e cultura, non è disposto a scendere a questi compromessi, irrispettosi verso l’intelligenza dei bellinzonesi e del comune buongusto”.
Sottolineando la volontà di continuare a battersi in Consiglio comunale e nelle commissioni permanenti per fare chiarezza sulla vicenda, la sezione, per quanto attiene lo stadio cittadino, sta pure valutando la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato per gli stessi motivi esposti da Lega e Udc (informazioni incomplete e fuorvianti, più presunto conflitto d'interesse). Deplorando quella che viene definita una “vergognosa strumentalizzazione di Lega e Udc” sui decessi nella casa anziani di Sementina, la sezione “attende, prima di prendere posizione, l’esito dell’inchiesta penale in corso ed esprime nuovamente la sua vicinanza a tutte famiglie colpite”.