Bellinzonese

Spab: nessun boom degli accudimenti durante la pandemia

Solo tre cani accolti perché i proprietari erano all'ospedale. La società cerca nuovi volontari e prevede un'estate con meno entrate rispetto al solito

"Rilassati, quest'estate forse mamma e papà non partono in vacanza" (Ti-Press)
22 giugno 2020
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A fine marzo la Società protezione animali di Bellinzona (Spab) si diceva pronta ad accogliere gli animali domestici nel caso in cui i proprietari venissero ospedalizzati a causa del Covid-19, ma era anche preoccupata che potesse verificarsi un boom di richieste. In realtà quest'eventualità non si è verificata, spiega da noi contattato il presidente Emanuele Besomi, che ci tiene a fare i complimenti ai ticinesi possessori di animali. “Temevamo il diffondersi della paura che anche gli animali favorissero il contagio e venissero così abbandonati. Altrove ci sono stati dei casi ma fortunatamente ciò non è successo alle nostre latitudini”, sottolinea. Non si sarebbero nemmeno verificati abbandoni da parte di chi si è trovato in difficoltà economica a causa delle conseguenze della pandemia.

Solo tre cani di persone ospedalizzate 

Come richiesto dall’Ufficio del veterinario cantonale all’avvio della pandemia a tutti i rifugi in Ticino, anche quello di Gorduno-Gnosca la struttura non ha più accettato animali “in pensione”. “Abbiamo lanciato l’appello di cercare di farsi aiutare il più possibile dai vicini di casa in caso di bisogno per evitare di sovraccaricare il nostro servizio ma anche perché di solito per l’animale è meglio rimanere nell’ambiente a cui sono abituati. E in effetti ha funzionato. La popolazione ha fatto quadrato per aiutarsi l’un l’altro”, spiega il presidente. Solo tre cani sono stati accolti dalla Spab poiché i proprietari ammalatisi non potevano più prendersene cura. Calato anche il numero di interventi: quelli non urgenti sono stati rimandati o annullati, mentre è proseguito il soccorso di animali feriti. “Anche se su questo fronte abbiamo ricevuto meno segnalazioni rispetto al solito. Il motivo? Probabilmente popolazione ha cercato di arrangiarsi da sé”. Abitudini diverse delle persone hanno portato anche ad avvistamenti animali selvatici in centro città. “In molti ci hanno contattato dicendo che con sorpresa avevano visto soprattutto volpi e tassi, o ungulati - sottolinea Besomi -. Di fatto non si tratta di avvistamenti molto anomali calcolando siamo attorniati da zone boschive. Più che altro la gente aveva più tempo per osservare e accorgersene rispetto a prima. Ciò che dovrebbe far riflettere: rallentare il ritmo ci permette di osservare ciò che solitamente vediamo”. Al di là di questo è anche vero che gli animali selvatici, aggiunge, sono subito pronti a prendere possesso degli spazi verdi lasciati liberi dall’uomo.

Tanta solidarietà

Negli scorsi mesi vi è anche stata una buona attivazione di un rete di solidarietà. “Sul territorio sono nati diversi gruppi che portavano a spasso il cane di chi non lo poteva fare”, aggiunge. Attorno alla Spab si è anche formata una rete di sostegno di una quarantina di persone attive sia per le passeggiate con gli animali che direttamente al rifugio. “Si è trattato di un’ottima riserva nel caso in cui il virus si fosse diffuso tra i collaboratori e fosse scattata la quarantena per tutti”, aggiunge. In vista di quest’eventualità la Spab ha pure chiesto la disponibilità alla Società cinofila di Bellinzona e all’Agility rosso e blu. Non è però stato necessario dispiegare ulteriori forze. “Abbiamo separato i gruppi di collaboratori e introdotto misure preventive. L’impegno è stato gravoso ma tutti hanno dato una mano, alcune volontarie ci hanno anche creato le mascherine”. Oltre alla disinfezione su larga scala, aggiunge Besomi, è stato necessario attrezzare i veicoli con il necessario materiale sanitario (mascherine, guanti, tute, ecc) in modo da essere pronti in caso di necessità a incontrare l’utenza. “Per fortuna disponevamo già di materiale di questo genere ma ci siamo dovuti comunque attrezzare perché il nostro stock non era sufficiente per un periodo così lungo”, spiega il presidente.

Pochi animali da adottare: 'Anno anomalo'

Ora che l’emergenza è rientrata, si preannuncia un’estate con meno animali in pensione al rifugio Spab, dove sono peraltro in corso dei lavori di ristrutturazione ma è già possibile portare i propri amici a quattro zampe. “Probabilmente meno persone andranno via in vacanza e quindi avremo meno richiesta. Questo causerà un calo degli introiti visto che le pensioni costituiscono circa un terzo delle nostre entrate per pensioni. In calo anche gli animali da dare in adozione. “Già prima della pandemia avevamo notato che si tratta di un anno anomalo, con pochissime entrate di animali”, aggiunge il presidente. In ogni caso gli interventi sono sempre all’ordine del giorno e proprio per questo la Spab lancia l’appello mirato a trovare almeno due o tre volontari per aumentare il numero dei propri effettivi. Le caratteristiche necessarie: essere maggiorenni, auto muniti, senza paura degli animali e avere la disponibilità di tempo per fare picchetti diurni e notturni anche in settimana. Il target ideale, sottolinea il presidente della Spab, è quello dei pensionati che hanno il piacere di mettersi a disposizione.

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