I leghisti Manuel Donati e Luca Madonna espongono perplessità sulla possibilità di assicurare il rispetto delle regole definite dal Decs
"Scuole, siamo davvero in grado di riaprirle in sicurezza?". Questa la domanda che si pone una buona parte della popolazione ticinese dopo la recente decisione del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (Decs) di riaprire le scuole dell'obbligo a partire dal prossimo 11 maggio. Autori di un'interrogazione indirizzata al Municipio di Bellinzona, i consiglieri comunali leghisti Manuel Donati e Luca Madonna sono convinti che la decisione del Decs sia politicamente avventata. "Rimettere in circolo decine di migliaia di ragazzi per 10/12 giorni effettivi di scuola non ha alcun senso, se non quello di far correre inutili rischi a tutti. II Decs - si legge ancora nel testo dell'interrogazione - è stato volutamente sordo all'appello di genitori, docenti e comuni che hanno manifestato a più riprese il loro dissenso".
Giudicando "inapplicabili" le misure disposte dal Cantone per tornare in classe, Donati e Madonna chiedono all'Esecutivo della Città di illustrare nel dettaglio se vi sia margine per applicare tali disposizioni e in che modo quest'ultime verrebbero messe in atto. Si chiede in particolare se si possa garantire l'alternanza di gruppi di allievi; un'entrata e un'uscita scaglionata dalle sedi; l'adeguamento degli spazi scolastici per garantire le distanze sociali; una sufficiente distanza fra i banchi; l'osservanza delle misure d'igiene (si chiede in particolare chi vigilerà sugli allievi più piccoli; la presenza del necessario materiale protettivo per allievi e docenti oltre che per il personale addetto alla pulizia; la pulizia regolare delle superfici che vengono toccate da molte persone e il rispetto delle misure igienico-sanitarie in mensa e sui mezzi pubblici durante il tragitto casa-scuole. "Se il Municipio non può garantire una o più delle misure citate - continuano Donati e Madonna -, ha intenzione di chiedere una deroga al Cantone?". E ancora: "L'Esecutivo ha preso in considerazione di eliminare l'obbligo di frequenza?". Ciò che per i consiglieri comunali leghisti sgraverebbe il compito dei docenti, comportando inoltre una presa a carico in sicurezza più gestibile.