I passeggeri sono praticamente azzerati, ma il servizio è garantito. Preoccupa che il Decs possa non versare quanto dovuto per il trasporto degli scolari
Oltre a chi è obbligato a non lavorare a causa della pandemia in corso, c’è anche chi per legge è tenuto a mantenere attiva l’offerta dei propri servizi ritenuti essenziali. Al di là di coloro che sono operativi nel settore sanitario e nella produzione di beni di prima necessità, vi è anche una serie di altri servizi come il trasporto pubblico. Ne abbiamo parlato con il direttore delle Autolinee Bleniesi con sede a Biasca Stefano Malingamba. “Trattandosi di traffico regionale di rilevanza anche nazionale vi è l’obbligo di mantenere attivo il servizio anche se in maniera ridotta. Circoliamo con gli orari feriali del sabato”, spiega da noi interpellato, sottolineando che fortunatamente tra i dipendenti non sono stati riscontrati casi di persone ammalate di coronavirus. Le Autolinee bleniesi circolano dunque attualmente da e per la Valle di Blenio con una cadenza oraria durante tutto l’arco della giornata, in modo coordinato con il collegamento ferroviario di Biasca.
Per scongiurare il rischio di contagi sui mezzi pubblici, Malingamba spiega che la porta anteriore dei bus rimane chiusa e i passeggeri sono quindi costretti a utilizzare le altre. Inoltre una catenella impedisce di sedersi nei posti situati a meno di due metri di distanza dal conducente. “Circoliamo con i mezzi più grandi anche se c’è poca gente, in questo modo si agevola il mantenimento delle distanze sociali”, spiega il direttore. Tutti i giorni, aggiunge, i veicoli vengono disinfettati con un apposito detergente antivirale; viene inoltre utilizzato un sistema di aerazione che evita il ristagno dell’aria. Se queste misure permettono di rispettare le norme igieniche definite dallo Stato maggiore cantonale di condotta, ci sono altri aspetti che preoccupano Malingamba; in particolare le ripercussioni economiche dell’attuale situazione. La conseguenza principale che deriva dalla chiusura delle scuole e dal regime di lavoro da casa è un forte calo della domanda di trasporto pubblico, fa notare il direttore. “La nostra è una realtà vallerana caratterizzata da un traffico di passeggeri composto principalmente da pendolari, siano essi lavoratori o studenti”. Al di là del numero di biglietti di trasporto emessi, vi è poi anche la distribuzione dei guadagni derivanti dalla vendita di abbonamenti Arcobaleno, in questo periodo evidentemente in calo, che si tradurrà dunque in una contrazione delle entrate.
Un'importante fetta del trasporto che viene solitamente effettuato dalle Autolinee bleniesi riguarda poi il trasporto degli allievi delle scuole in tutta la valle. E a tal proposito è giunta una sorpresa amara da parte del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs). In una lettera inviata negli scorsi giorni alle Autolinee bleniesi il Decs chiede di emettere le fatture relative a marzo 2020 in considerazione dei trasporti effettivamente effettuati e proseguire in questo modo anche nei mesi successivi. Una richiesta che, spiega il Decs nella missiva, viene fatta in considerazione dei trasporti scolastici sospesi a seguito della chiusura delle scuole decisa dal Consiglio federale il 16 marzo e anche del fatto che la proposta di accudimento scolastico proposta in alternativa alle famiglie non ha suscitato interesse e quindi nemmeno la necessità di effettuare un servizio di trasporto in tal senso. Non è però d’accordo Stefano Malingamba, il quale ricorda come nonostante la riduzione del servizio i dipendenti delle Autolinee ricevano in ogni caso lo stipendio. Non vede dunque di buon occhio la possibilità di vedersi ridurre le indennità garantite annualmente dal Decs tramite convenzione. Sul tema scuole vi è poi ancora l’incognita sulla possibile riapertura l’11 maggio (come ipotizzato da Berna). “In tal caso mi aspetto che le aziende di trasporto vengano contattate dal Cantone per accordare le misure da intraprendere per garantire il mantenimento delle distanze sociale anche durante il trasporto degli allievi”. Tra le ipotesi, Malingamba pensa ad esempio a un servizio aumentato in modo da effettuare più corse con meno allievi.
Guardando poi al futuro preoccupa da una parte il difficile ritorno ai ritmi e alle abitudini pre Covid-19 (a causa in particolare della paura che potrebbe rimanere nell’utilizzare i mezzi pubblici) ma anche le incognite legate al settore turistico. “A tal proposito abbiamo notato una contrazione già a partire da febbraio visto che lavoriamo molto con l’Italia. Per quest’estate è ancora da definire come ci comporteremo con i collegamenti per la regione del Lucomagno e della Greina”, spiega. Tutto dipenderà dalla presenza di turisti o meno sul territorio.