La minoranza della Gestione in Cc scettica su costi di sistemazione, destinazione del Dop, contenuti associativi e culturali
C’è chi dice no all’acquisto per 4,63 milioni - più altri 1,15 milioni per lavori urgenti - dell’ex ospedale di Ravecchia da parte della Città di Bellinzona, il cui Municipio intende destinare lo stabile protetto a nuova sede del Dicastero opere pubbliche e ambiente (Dopa) più ad altri contenuti ancora da stabilire che potrebbero essere di tipo associativo e culturale. Il ‘niet’ in Consiglio comunale, il cui plenum dovrebbe esprimersi prossimamente sul credito, emerge dal rapporto di minoranza della Commissione Gestione. Lelia Guscio e Giulio Deraita (Lega/Udc/Ind. e Liberi) chiedono di non votare il credito e di fissare con l’Esercito, proprietario, un diritto di prelazione di 5 anni che garantirebbe il tempo necessario a riflettere con più calma sull’oggetto. “Il messaggio municipale - esordiscono - risulta molto scarno se non addirittura privo degli indirizzi per utilizzo logico e razionale, soprattutto parlando dell’intera struttura. Di fatto quindi non traspare un vero motivo o una reale necessità per cui dovremmo acquistarlo, se non per il semplice fatto che qualcuno lo vende o vuole sbarazzarsene. Abbastanza significativo anche il fatto che nemmeno il Cantone sia interessato all’oggetto, appunto per questo ArmaSuisse ha quindi sondato l'interesse del nostro Comune”.
A mente dei due commissari per i 28 collaboratori del Dopa, costretti a lasciare la sede di via Bonzanigo perché destinata alle ruspe con l’arrivo del terzo binario, meglio sarebbe individuare un altro stabile già di proprietà della Città in uno dei 13 quartieri aggregati. Nemmeno, prosegue il rapporto, si giustifica lo spostamento degli uffici di Bellinzona Musei attualmente situati a Villa dei Cedri. Pollice verso pure ai contenuti associativi e culturali, visto che nel comparto Officine Ffs che sarà liberato sono previsti 4’000 metri quadrati per spazi aggregativi, culturali ed espositivi. Sempre a livello culturale, aggiungono i due commissari, “sarebbe interessante, prima di procedere alla creazione di nuovi spazi, sapere anche cosa era previsto nei vecchi Comuni, ora quartieri, e di questo cosa verrà ancora realizzato. Sul piano finanziario i due consiglieri temono infine che l’onere di sistemazione dell’ex ospedale esploderà in modo insostenibile per le casse cittadine.
Qualche stoccata arriva invero anche dal rapporto di maggioranza della Gestione, favorevole all’acquisto: “Dev'essere chiaro già da ora che se dovessero essere attribuiti spazi ad associazioni o a enti diversi, gli stessi non potranno essere concessi a titolo gratuito o benevolo ma sotto contratto d'affitto e solo per esigenze comprovate a enti solidi e solvibili. Inoltre il tutto dev’essere comunque pensato tenendo conto degli altri spazi presenti e futuri destinati all'importante ambito culturale”. Quanto alla trasformazione e futura occupazione, “si auspica a breve un’attenta e compiuta analisi delle esigenze di tutti gli spazi già di proprietà del Comune o di prossima acquisizione (Cattedrale Officine Ffs con i suoi circa 3000 m2 già ipoteticamente attribuiti alla cultura, stabili diversi ex-scuole comunali come ad esempio quelle di Ravecchia, altri spazi di proprietà comunale attualmente occupati da enti terzi o associazioni varie”. Infine i costi aggiuntivi: “Non dovranno superare i 4 milioni indicati oggi nel messaggio”. E stoccatina finale: l’antico stabile è bello ma assai distante dai moderni standard energetici. Quanta energia si sprecherà?