Bellinzonese

Sogni e idee culturali per l'ex Ospedale di Ravecchia

Alla serata pubblica presenti circa 200 persone. Tra le proposte: un centro intergenerazionale e multiculturale, spazi per musicisti, artisti e associazioni

L'ex ospedale di Ravecchia (Ti-press)
9 gennaio 2020
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Una casa delle culture, un luogo intergenerazionale, spazi d’incontro e confronto, locali dove proporre arte, musica e dar vita a nuove idee. Molti rappresentanti della scena culturale bellinzonese il futuro dell’ex Ospedale di Ravecchia, che potrebbe prossimamente essere acquistato dalla Città, lo vedrebbero così. Un turbinìo di idee, di sogni e progetti sono stati messi in campo mercoledì sera nell’ambito della serata pubblica organizzata dal Partito socialista di Bellinzona in una gremita aula magna delle Scuole nord. I presenti erano infatti circa duecento, segno di quanto il tema interessi e della sete di spazi culturali che in Città c’è da anni. Ben ventitré gli oratori che hanno preso la parola, rigorosamente per quattro minuti al massimo ciascuno, per un totale di oltre un’ora e mezza. Molte idee e sogni ma di fatto poche proposte concrete, del resto, finché l’acquisto dello stabile non è finalizzato è difficile poter pianificare in maniera pragmatica, pensare come organizzare gli spazi e definire i contenuti. Attualmente il messaggio municipale riguardo all’acquisto della struttura per 4,6 milioni di franchi da Armasuisse è in mano alla Commissione della gestione e a breve il consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi sul credito. Come detto, in caso di acquisizione, certezze sui contenuti non ce ne sono, se non che parte dello stabile sarà occupato dagli uffici del Dicastero opere pubbliche e ambiente che dovrà presto lasciare l’attuale sede.

L’esempio della Filanda

Quando si è provato a immaginare una casa delle culture a Bellinzona, più volte si è preso come esempio la Filanda di Mendrisio. Mercoledì alla serata era presente anche Rolando Schärer, in rappresentanza della struttura, che ha spiegato perché la Filanda ha avuto successo: «È un posto accogliente e aperto a tutti sempre: 7 giorni su 7 dalle 9 alle 21, tutti i giorni dell’anno». Inoltre, la gestione funziona, ha aggiunto Schärer «perché possiamo far capo a novanta volontari».

Un centro intergenerazionale

Tra i relatori diversi hanno espresso la volontà di dedicare degli spazi a giovani e meno giovani «per realizzare un centro intergenerazionale e interculturale», come evidenziato da Christian Polti responsabile del centro giovani di Dongio e da Leonardo Da Vinci dell’associazione Rishow. Dello stesso avviso anche il regista Stefano Ferrari che ha immaginato un progetto visivo che possa nascere dalla collaborazione tra giovani e anziani.

Spazi per musicisti

Due giovani musicisti hanno invece chiesto che nell’ex ospedale possano trovare spazio dei locali prove dove poter suonare. Mentre in rappresentanza della Scuola di musica moderna (Smum), il musicista Rocco Lombardi ha proposto di adibire dei locali ad aule di musica. «La nostra scuola, l’unica a proporre un corso pre college di musica moderna riconosciuto in Ticino, vorrebbe aprire una sede anche a Bellinzona, abbiamo infatti molti ragazzi della zona iscritti nelle altre nostre sedi di Lugano e Losone, e ci piacerebbe poter offrire dei corsi anche qui». Un luogo d’incontro con spazi per artisti, musicisti, attori e scrittori è quanto immagina Nando Snozzi che tiene a ricordare che la cultura non è una spesa ma un investimento.

Un luogo interculturale

In veste di ex operatore di strada, Matteo Beltrami ha auspicato che l’ex ospedale possa diventare un luogo d’accoglienza per adolescenti in difficoltà, migranti e anziani. Sul concetto di interculturalità è stato posto l’accento anche da Letizia Fontana a nome della Cooperativa Baobab «ci piacerebbe trasferirci lì con la biblioteca interculturale». Paolo Buletti (organizzatore di Storie controvento), vede l’ex ospedale come un’occasione per creare comunità. Luca Ravazza, della neonata associazione Meteora che ha rilevato Mercalibro, è del parere che «in questo luogo potremmo sviluppare le nostre idee e collaborare con altre associazioni». Interessati a uno spazio anche i membri del Ticino soft ball team «ci piacerebbe avere un locale per presentare la cultura caraibica ai ticinesi». A termine serata Danilo Forini, (Ufficio presidenziale del Ps) ha suggerito ai presenti di costituire un’associazione per coordinare e dar seguito alle proposte scaturite dalla serata.

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