Bellinzonese

5G a Bellinzona: respinte 37 opposizioni contro l'antenna

Luce verde del Municipio alla richiesta di Swisscom per l'impianto da aggiornare sul tetto del Business Center

Ti-Press
20 novembre 2019
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Un passo avanti nell’aggiornamento 5G degli impianti di telefonia mobile in città. Lo ha compiuto questo lunedì il Municipio di Bellinzona concedendo la licenza edilizia alla richiedente Swisscom per il proprio impianto già presente sul tetto del Business Center di proprietà del Credit Suisse in via dei Gaggini 3. Respinte quindi le 37 opposizioni inoltrate lo scorso maggio da abitanti della zona e da tre granconsiglieri del Movimento per il socialismo. Altre 54 opposizioni sottoscritte da 200 abitanti del quartiere Gerretta, ricordiamo, concernono un secondo analogo impianto previsto sempre da Swisscom in via San Gottardo 23 e sulla cui domanda di costruzione il Municipio non si è ancora espresso.

Sulla carta rispetta i valori limite ammessi

I lavori sul Business Center – avverte l’esecutivo cittadino – non potranno essere iniziati prima che la licenza edilizia sia cresciuta in giudicato; gli opponenti hanno infatti 30 giorni di tempo per appellarsi con un ricorso al Consiglio di Stato. Una delle obiezioni sollevate è che l’autorità, per motivi precauzionali, non dovrebbe rilasciare licenze edilizie fintanto che studi scientifici non avranno stabilito che la nuova tipologia di antenne è innocua per la salute della popolazione che vive e va a scuola nelle immediate vicinanze dei previsti impianti. Gli aspetti sollevati nelle opposizioni e concernenti la salute e la protezione da radiazioni non ionizzanti – rammenta il Municipio nella sua decisione – sono di esclusiva competenza federale e/o cantonale. Nel caso specifico il preavviso cantonale, riportato nella licenza edilizia, piazza alcuni paletti. “Secondo la legislazione federale – scrive il Cantone – la protezione della salute è garantita dal rispetto dei valori limite dell’impianto che sono preventivi e cautelativi, con lo scopo di proteggere la salute della popolazione da possibili effetti, non ancora conosciuti e dimostrati scientificamente, dovuti alle esposizioni alle radiazioni non ionizzanti a bassa intensità e su un lungo periodo”. L’impianto in questione, scrive il Cantone, “rispetta i valori limite, pertanto il principio di prevenzione generale è garantito”. I luoghi sensibili più esposti citati nelle opposizioni “sono stati calcolati e i valori ottenuti non raggiungono il valore limite dell’impianto, pertanto l’Ordinanza sulle radiazioni è rispettata”.

La condizione posta: il collaudo

Tuttavia, l’impianto viene preavvisato positivamente “a condizione, fra le altre, che si effettui una misura di collaudo per controllare la bontà dei calcoli e il rispetto dei limiti federali”. Quanto all’ubicazione, è data dalla preesistenza: “Inoltre si tratta di una zona intensiva B che corrisponde alla priorità 4 di ammissibilità, su una scala da 1 (zone di lavoro) a 8 (particolarmente sensibili)”.

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