Rendite pensionistiche: silurata la petizione sottoscritta da oltre 400 dipendenti comunali per un maggiore impegno finanziario della Città
Rispondere a un tiro mancino con uno sgambetto. Il Movimento per il socialismo ama biasimare a ripetizione e con toni sopra le righe il Municipio e le altre forze politiche, nonché presentare all’ultimo momento emendamenti su temi sensibili? Allora le altre forze rispondono a tono. Se n’è avuta prova ieri sera in Consiglio comunale a Bellinzona dove a nome dei partiti rappresentati in Municipio Paolo Locatelli (Ppd) ha chiesto e ottenuto dal plenum che venisse inserita all’ordine del giorno la petizione, sottoscritta da oltre 400 dipendenti comunali e sostenuta dall’Mps, che chiede un impegno finanziario maggiore alla Città nelle misure di correzione delle rendite pensionistiche intaccate dal passaggio di cassa. Petizione partita in estate e consegnata il 23 settembre all’Ufficio presidenziale del Cc affinché agendasse il tema in una delle prossime sedute; lo stesso 23 settembre, ricordiamo, il Cc avallava a grande maggioranza il messaggio per un ulteriore impegno della Città pari a 5,8 milioni che andrà ad aggiungersi ai primi 18 stanziati nel 2017. Ebbene ieri le forze maggioritarie hanno invece accelerato i tempi cogliendo di sorpresa la sola rappresentante Mps presente in sala, Angelica Lepori Sergi, che ha invano reclamato per le modalità ritenendo peraltro insufficiente l’approfondimento svolto dalla Commissione della gestione senza sentire alcun rappresentante dei petenti. Dal canto suo la Gestione ha inviato all’Ufficio presidenziale quattro righe, lette in sala dal presidente Davide Pedrioli, che invitavano a cassare la petizione ritenendo adeguato l’aiuto di 5,8 milioni deciso un mese fa. Parere della Gestione che ha infine ottenuto l’avallo del plenum con 44 sì e 4 no (due Verdi, un comunista e un Mps). Infine oggi il presidente del Cc ha scritto al primo firmatario della petizione, Mario Melchiorre: “Il Cc ritiene che i contenuti e le richieste della petizione siano chiari come altrettanto chiaro è stato l’esito della votazione in Consiglio comunale” del 23 settembre, il cui messaggio contenente la soluzione di compromesso individuata da Municipio e Fronte unico dei dipendenti era stato prima avallato dall’assemblea dei dipendenti. “Il Cc – conclude Pedrioli – ritiene inoltre che per le questioni legate a quanto sollevato nella petizione l’interlocutore debba essere il Fud quale partner istituzionale del Municipio”.