Amianto alle Officine di Bellinzona, sindacati soddisfatti dell'incontro odierno con l'assicurazione infortuni. A novembre la risposta alle sollecitazioni
«Quello che possiamo dire è che Suva non ci ha sbattuto la porta in faccia. E dopo essersi scusata per le infelici modalità d'informazione recenti, ha preso atto delle nostre richieste volte a ottenere la massima trasparenza sul 'dossier amianto' e la modifica delle procedure sin qui adottate nel gestire segnalazioni e singoli casi. Quel che chiediamo è che non si proceda più a compartimenti stagni fra Ffs, Officine e Suva, ma che ci sia un'informazione aperta, dettagliata, puntuale e pubblica, senza ovviamente violare la privacy». C'è abbastanza soddisfazione nelle parole di Gianni Frizzo (presidente dell'associazione Giù le mani dall'officina), Ivan Cozzaglio (coordinatore della Commissione del personale), Matteo Pronzini (sindacato Unia) e Pascal Fiscalini (sindacato Sev) al termine dell'incontro di tre ore tenutosi stamane a Bellinzona con i vertici ticinesi di Suva e di alcuni funzionari giunti da Oltralpe. «Le nostre richieste sono chiare, Suva ne ha preso atto e all'inizio di novembre ci ritroveremo per un nuovo incontro durante il quale ci aggiorneranno sulle loro decisioni». Intanto, come già pubblicato nei giorni scorsi, sono una quarantina i collaboratori delle Officine che si sono annunciati al Servizio di sicurezza sanitaria delle Officine perché desiderosi di farsi visitare avendo lavorato in passato a contatto con l'amianto senza tuttavia venire inseriti in programmi di verifica della salute. Il punto sarà fattp domani sera (martedì, ore 20) all'hotel Internazionale di Bellinzona dov'è in agenda un incontro pubblico sull'amianto. Saranno presenti anche lavoratori, familiari di operai morti, sindacalisti e forse anche qualche dirigente di Suva: «Le acque si sono mosse, grazie anche ai servizi pubblicati dai media nelle ultime settimane. Ora confidiamo di riuscire a far modificare la prassi».
"Durante le ultime settimane si è parlato molto di amianto alle Officine di Bellinzona", scrivono le Ffs in un comunicato stampa. Le Ffs si occupano "regolarmente del tema e le norme di sicurezza sono rispettate. Non c'è alcun pericolo per i collaboratori. Da quando la problematica è diventata nota le Ffs, in accordo con la Suva, hanno messo in atto le misure necessarie per la protezione dei collaboratori". Nel corso delle ultime settimane è tornata in auge in Ticino la tematica dell’amianto presso le Officine Ffs di Bellinzona. "Le Ffs conoscono a fondo la questione; la sicurezza dei collaboratori ha priorità assoluta. Le Ffs rispettano in toto gli importanti standard di sicurezza dettati dalla Suva", scrive l'ex regia nella nota. "Come molte aziende, anche le Ffs, in collaborazione con la Suva, hanno riconosciuto e identificato il problema dell’amianto e adottato le necessarie misure di protezione per i propri collaboratori. Inoltre, come previsto dalla legge, le Ffs hanno indicato alla Suva i collaboratori che nel corso degli anni sono stati esposti all’amianto".
"Tutti i lavori presso le Ffs, in particolare le lavorazioni sui veicoli e sulle componenti ferroviarie, vengono eseguiti in piena sicurezza”, assicurano le Ferrovie ribadendo quanto già spiegato alla 'Regione' il 5 ottobre. Le zone di rischio sono conosciute e documentate in istruzioni di lavoro dettagliate, che descrivono in maniera puntuale e chiara come approcciarsi a queste componenti". Per quanto riguarda la presenza di amianto negli stabili delle Officine di Bellinzona, le Ffs spiegano che incontri e valutazioni vengono fatti regolarmente con gli specialisti del settore. "In data 3 settembre 2019 una ditta specializzata ha effettuato l’ultimo sopralluogo relativo ai rischi. Non sono state individuate criticità. Si procederà comunque a misurazioni regolari all’interno degli edifici". Per garantire la massima trasparenza, attualmente le Ffs esaminano la gestione dell’amianto e le relative misure messe in atto. “Alle Ffs è noto che, a causa di esposizioni all’amianto in passato, vi sono stati casi di decessi tra i collaboratori e ne sono profondamente rammaricate”.