Bellinzonese

Amianto alle Officine, ‘non c’è traccia oggi in aria e suolo’

Lo spiega la direzione delle Ffs in base ai rilievi regolari e ai primi carotaggi. La sostanza è però presente negli stabili: ‘Ma non presenta criticità’

Ti-Press
5 ottobre 2019
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Mentre si è riaperto il dossier sull’amianto che alle Officine Ffs di Bellinzona “girava ovunque” – come abbiamo pubblicato il 25 settembre – poiché usato come isolante termico nei vagoni dai quali è stato eliminato negli anni 80 e 90 con procedimenti inadatti che dopo diverso tempo hanno causato il decesso di più operai, la preoccupazione investe oggi anche gli attuali ambienti e procedure di lavoro. C’è ancora un rischio? Come viene monitorata la situazione? E con quale esito? Abbiamo girato le domande alla direzione delle Ffs. Tre – ci viene spiegato – le situazioni indagate: dapprima gli stabili che nell’arco di 130 anni si sono aggiunti fino a giungere all’attuale volumetria, quindi l’aria respirata dal personale e infine il terreno. “In merito alla presenza di amianto negli stabili – risponde il portavoce Ffs Patrick Walser – regolarmente vengono svolti incontri e valutazioni con gli specialisti del settore. Lo scorso 3 settembre ha avuto luogo l’ultimo sopralluogo con la ditta Econs in merito ai rischi legati allo stato degli stabili contenenti amianto. Non sono state individuate criticità; si procederà comunque a misurazioni regolari all’interno degli edifici come già effettuato in alcuni casi in passato”. Sul fronte di quanto viene respirato, annota Walser, “in passato, in caso di dubbi o di segnalazioni, sono state eseguite misurazioni della qualità dell’aria all’interno di alcuni capannoni. Le misurazioni hanno evidenziato un quantitativo di Far (fibre di amianto respirabili) nullo o nettamente inferiore ai livelli di guardia definiti dal legislatore. L’ultima analisi risale allo scorso 13 agosto”. Le Ffs “ribadiscono altresì che oggi le lavorazioni sui veicoli e sulle componenti ferroviarie vengono eseguite in piena sicurezza”.

Previsti altri sondaggi

Un capitolo a sé riguarda le verifiche effettuate sul sottosuolo: «L’anno scorso – ci spiega la direttrice Ffs regione Sud, Roberta Cattaneo – quando è iniziato l’iter per la realizzazione della nuova moderna officina, specialisti da noi incaricati hanno eseguito carotaggi sia a Castione dov’è previsto il cantiere, sia nell’attuale stabilimento. Le verifiche non hanno evidenziato presenza di amianto nel sottosuolo a Bellinzona». Guardando allo sviluppo urbanistico che l’intero comparto conoscerà nel futuro, «sono previsti ulteriori sondaggi che andranno ancora più in profondità per verificare se l’attività industriale ferroviaria più che secolare abbia inquinato o, peggio, contaminato il sottosuolo». In caso affermativo «si renderanno necessarie azioni di risanamento o, nelle situazioni più pesanti, bonifica». Il cui costo a carico delle Ferrovie potrebbe risultare assai oneroso. Intanto sempre in tema di amianto – a suo tempo assai presente in più padiglioni e oggi non più riscontrato –, le Ffs stanno lavorando al recupero delle informazioni legate ai decenni passati: “È una procedura lunga e laboriosa. Una volta in possesso della documentazione, valuteremo se e come comunicarla”.

L’Mps chiede analisi ad ampio raggio

“Il problema dell’esposizione all’amianto alle Officine Ffs non poteva e non può, ancora di più oggi, essere circoscritto a poche decine di lavoratori”. Ne sono convinti i granconsiglieri Mps Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori che interrogando il Consiglio di Stato ritengono che il problema “debba essere esteso a tutti coloro che per ragioni professionali, familiari o di vicinanza hanno avuto a che fare con l’Officina e l’amianto lì lavorato senza misure di sicurezza”. Da qui la sollecitazione al governo affinché si chini sull’argomento a tutela della salute pubblica per il caso specifico e, più in generale, per tutti i casi in cui in Ticino dei salariati, ambienti a loro vicini e settori della popolazione sono stati o sono sottoposti al rischio d’inalazione d’amianto. Pure chiesto, fra le altre cose, anche un aggiornamento sul monitoraggio e risanamento degli edifici pubblici in cui sia stata accertata la presenza d’amianto.