Bellinzonese

Eritrea morta, istanza di scarcerazione per il compagno

L'ha inoltrata l'avvocata del 37enne e il procuratore Capella l'ha preavvisata negativamente. Parola al giudice dei provvedimenti coercitivi

10 luglio 2019
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L'aveva ipotizzata e l'ha ora concretizzata. L'avvocata Manuela Fertile ha inoltrato l'istanza di scarcerazione per il 37enne eritreo rinviato a giudizio per la morte della propria compagna, madre dei loro due figlioletti, avvenuta il 3 luglio 2017 in via San Gottardo a Bellinzona. L'istanza segue il rinvio del processo agendato in un primo tempo per l'11 settembre dinanzi alla Corte delle assise criminali. Il cui presidente Marco Villa ha recentemente chiesto al procuratore pubblico Moreno Capella di chiarire alcuni punti dell'atto d'accusa, e meglio la dinamica con cui l'accusato avrebbe afferrato e spinto la compagna dal terrazzo di casa. Gli attimi, dunque, immediatamente precedenti il volo dal quinto piano. L'uomo, ricordiamo, si professa innocente – non ha mai cambiato versione durante l'inchiesta – e assicura di non averla né spinta né lanciata. E d'altronde non vi sono testimoni oculari: i vicini interpellati dagli inquirenti hanno infatti spiegato di aver unicamente udito delle urla e hanno aggiunto che negli ultimi tempi i diverbi fra i due avvenivano con una certa frequenza. La perizia – basata principalmente sulla traiettoria del corpo in aria, sull'impatto al suolo e sulle tracce rinvenute sulla salma – ha stabilito che la caduta non sarebbe accidentale né volontaria. Non si sarebbe insomma trattato né di un incidente, né di un suicidio. Dal canto suo il 37enne aveva spiegato di aver tentato, invano, di trattenerla dal lanciarsi. Nel frattempo il pp Capella ha preavvisato negativamente l'istanza di scarcerazione. Settimana prossima è attesa la decisione del giudice dei provvedimenti coercitivi Paolo Bordoli. Se si pronuncerà negativamente, dovrà anche stabilire un nuovo termine (alcuni mesi) superato il quale potrebbero aprirsi le porte del Penitenziario cantonale della Stampa dove l'eritreo si trova in regime di espiazione anticipata della pena. In tal caso spetterà al procuratore chiedere il prolungamento della carcerazione in vista del processo che potrebbe svolgersi ancora nel corso dell'autunno o a inizio 2020.