Bellinzonese

Eritrea caduta dal balcone, processo posticipato

Il dibattimento non verrà celebrato prima di dicembre o gennaio. L'atto d'accusa è stato rinviato al procuratore pubblico Moreno Capella per essere completato

Potrebbero essere necessari altri test sperimentali (Ti-Press)
2 luglio 2019
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Il processo a carico del 37enne, compagno della giovane eritrea morta a Bellinzona dopo essere caduta dal balcone, verrà rinviato di alcuni mesi e molto probabilmente non verrà celebrato prima di dicembre o gennaio. Il dibattimento non verrà quindi annullato come riferito dal Cdt online ma posticipato. Questo perché il Tribunale ha rinviato l’atto d'accusa al procuratore pubblico Moreno Capella per essere completato. In particolare, i periti dovranno provare a precisare quanto avvenuto prima della spinta. Secondo il magistrato, il 3 luglio 2017, l’uomo avrebbe spinto la compagna dal balcone del quinto piano di un palazzo in via San Gottardo a Bellinzona. Il 37enne si è sempre professato innocente, sostenendo di aver cercato invano di evitare che la compagna si suicidasse. I nuovi complementi della perizia cercheranno di stabilire da cosa è stata preceduta la spinta, se da un sollevamento (per oltrepassare il parapetto) o da altre azioni da parte dell’autore. Sono solo dettagli, ma che potrebbero essere rilevanti nella ricostruzione dei fatti, soprattutto nel caso di un processo in cui l’autore rischia dai 15 ai 20 di detenzione.

Il giudice ritiene che i periti potrebbero rispondere a questa domanda sulla base dei dati che hanno già raccolto. Non è però detto che i due esperti possano stabilirlo, anche perché, già in passato avevano sostenuto che in base ai dati che avevano a disposizione non erano in grado di fornire ulteriori dettagli relativi alle posizioni di partenza prima della caduta. Il giudice ha quindi posto la domanda al contrario, chiedendo quantomeno di poter escludere determinate circostanze.

Il processo avrebbe dovuto essere celebrato l’11 settembre, ma come detto, la nuova data slitterà di qualche mese. Non è ancora possibile stabilire quando, dipenderà dal tempo che necessiteranno i periti per rispondere alla domanda posta dal Tribunale. Non è da escludere che per raccogliere nuovi dati gli specialisti debbano effettuare degli altri test sperimentali e delle prove pratiche, ciò che potrebbe richiedere appunto alcuni mesi.