Il Municipio di Riviera stila un bilancio molto positivo sul primo anno di attività del nuovo servizio proposto in collaborazione con il Centro di competenze agroalimentari Ticino
Un successo su tutta la linea. Questo il bilancio stilato oggi dal Municipio di Riviera sul primo anno di attività della mensa sociale comunale di Lodrino inaugurata, o meglio rispolverata, in occasione dell’anno scolastico 2018/2019. Usato dagli allievi delle scuole medie sino a fine anni 80’, il locale è tornato alle origini lo scorso settembre a seguito della grande richiesta emersa da un sondaggio effettuato dal Municipio, il cui esito evidenziava l’esigenza concreta da parte dei nuclei familiari che, a causa degli impegni lavorativi, non possono assicurare la presenza di un genitore sul mezzogiorno. Nel locale seminterrato della sede delle scuole, 68 bambini iscritti alle elementari di Lodrino, Cresciano e Osogna (la sede di Iragna dal 2009 è dotata di una mensa autonoma) hanno beneficiato quest’anno del nuovo servizio comunale, offerto al costo giornaliero di otto franchi di lunedì, martedì, giovedì e venerdì. Compreso nel prezzo anche il trasporto scuola-mensa e viceversa grazie all’acquisto di un pulmino da parte del comune. La media giornaliera della presenza in mensa è di 30 bambini. In crescita il numero degli iscritti: 61 in settembre, 66 in gennaio e 68 in maggio. Oltre 4’300 i pranzi serviti dallo staff composto da una cuoca e da un aiuto cuoca (entrambe con un tempo di occupazione al 50%), assistite da dieci docenti e cinque volontari che si occupano della sorveglianza.
Grande la soddisfazione del capodicastero Educazione Igor Cima nell’esporre i dati del sondaggio sottoposto lo scorso maggio alle famiglie dei bambini iscritti alla mensa. Dieci domande su parametri chiave (ad esempio qualità e varietà del cibo, pulizia della mensa e disponibilità degli addetti ai lavori) che sottolineano l’apprezzamento del servizio con il 95% delle risposte. «I risultati del sondaggio e la crescita delle iscrizioni, oltre ad indicare un raggiungimento degli obiettivi, dimostrano che le esigenze della popolazione erano concrete». Con l’introduzione della mensa sociale, ha aggiunto il municipale socialista, «abbiamo quindi dato una risposta concreta a una necessità sempre più comune all’interno della società». Gli iscritti per l’anno prossimo sono già 69. E se il numero dovesse aumentare, spiega Cima, a causa delle piccole dimensioni della mensa sarà purtroppo necessario dare priorità ai bambini che non hanno effettivamente nessuno che possa accudirli e sfamarli sul pranzo. Cima ha poi sottolineato lo scopo educativo della mensa: «invogliare i bambini a mangiare insieme, oltre ad orientarli verso un'alimentazione sana e corretta».
Proprio la qualità e la provenienza a chilometro zero delle maggior parte dei prodotti rappresentano il valore aggiunto del progetto. Ciò avviene grazie alla collaborazione instaurata fra il Comune e il Centro di competenze agroalimentari Ticino (Ccat), il quale, tramite le propria rete di contatti e affiliati (nel caso della mensa di Lodrino un negozio del paese) fornisce carne, latticini, verdura, farina, polenta, pasta, succhi di frutta e uova. Chiaramente a dipendenza della disponibilità data dalle varie stagioni. Un progetto pilota che, come sottolineato dal municipale, responsabile del Ccat e presidente dell'Unione contadini ticinesi Sem Genini, si spera possa essere d’auspicio per altre realtà comunali. Come Lugano, dove a gennaio è iniziato un progetto simile in quattro scuole elementari. Trattative sono inoltre in corso fra il Ccet e l’istituto scolastico di Cadenazzo.
Come evidenziato dal collaboratore del Ccat Nicola Ferrari (il quale si occupa dell’approvvigionamento della mensa di Lodrino per conto del Centro di competenze), circa la metà dei prodotti (contro una media al di sotto del 10% riscontrata in altre mense) proviene da fornitori locali. «Ciò – ha affermato Genini – va in favore del settore primario, in una società in cui i commercianti locali fanno sempre più fatica a smerciare i prodotti». Una linea nobile che presenta però costi maggiori (circa il 4%) rispetto a una mensa ‘classica’. Oneri che, assicurano i municipali, sono tuttavia ampiamente preventivati.
Un raggiante Alberto Pellanda, dettosi estremamente soddisfatto per la concretizzazione e l’esito dell’andamento del primo anno di attività della mensa, ha parlato di un «nuovo modo di pensare» prima di annunciare l’intenzione – dal 2020 – di estendere la collaborazione con il Ccat anche alle mense delle tre refezioni (Lodrino, Osogna e Cresciano) della scuola dell’infanzia. Il sindaco ha pure annunciato il completamento dell’offerta extrascolastica: oltre alla mensa da settembre sarà attivo un ‘doposcuola’, dalle 16 alle 18 e aperto agli allievi delle quattro sedi (Iragna compresa). Nella primavera del 2020, inoltre, in zona ponte vecchio a Lodrino sorgerà un nuovo asilo nido (per bambini dai 4 mesi ai 4 anni) finanziato dal locale Patriziato. Il Comune si occuperà delle spese di gestione.