Settimana prossima l’impianto fotovoltaico di Mario Camani avrà prodotto 100mila kWh
Ventidue anni fa Mario Camani aveva messo in funzione nella sua casa a Monte Carasso il suo impianto fotovoltaico di 4 kW. All’epoca, in Ticino era il terzo impianto di quella potenza, allacciato alla rete elettrica; il primo realizzato da un privato. Settimana prossima, l’installazione dell’ex capo della Sezione protezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del territorio avrà prodotto 100mila kWh, che corrispondono a 11-12mila litri di nafta risparmiati. In ventidue anni l’impianto ha prodotto in media 4’450 kWh all’anno. Tutto quello che non viene usato al momento della produzione entra nella rete dell’Amb (Azienda multiservizi, allora Aziende municipalizzate di Bellinzona) e viene venduto. Per diminuire i consumi, l’abitazione – progettata dall’architetto Tita Carloni, noto per la spiccata sensibilità ambientale – era stata ben isolata e fino ad oggi non sono stati necessari ulteriori interventi. «Consumiamo molto poco, circa tremila kWh all’anno», fa presente il nostro interlocutore. Grazie alla buona isolazione della casa, Camani aveva rinunciato all’impianto di riscaldamento «usavamo una stufetta elettrica che avevamo pagato 160 franchi».
«Ogni anno l’impianto fotovoltaico produce più energia elettrica di quanto consumato dalla stufa. E in media l’installazione produce circa il 55% di tutta l’energia che consumiamo in casa», tiene a sottolineare. La vendita dell’energia prodotta e rimessa in rete vent’anni fa era più vantaggiosa rispetto ad ora, il prezzo era equivalente a quello dell’acquisto, per ogni kWh si ricevevano dai 13 ai 21 centesimi circa, a seconda delle stagioni e del momento della giornata. Con la corrente venduta la famiglia Camani incassava circa 700 franchi all’anno.
«Negli anni Novanta gli impianti costavano ancora molto». Camani aveva pagato il suo 40mila franchi. Fisico di formazione, lo aveva progettato e costruito lui con l’aiuto dei due figli allora agli studi. In alternativa, la migliore offerta che aveva ricevuto era di 56mila franchi. «Oggi lo stesso impianto costerebbe attorno ai tremila franchi», fa notare.
La sua esperienza con la ‘corrente solare’ era però iniziata prima, quando nel 1982, sul tetto del Centro studi di Trevano, aveva promosso e realizzato il primo impianto fotovoltaico in Europa allacciato alla rete elettrica.
L’impianto di Camani ha una superficie di 30 metri quadrati (6 metri per 5) ed è composto da 72 moduli. In 22 anni di ‘lavoro’ non ha necessitato di alcun servizio di riparazione e l’ondulatore – che ha il compito di trasformare la corrente continua in corrente alternata – è ancora quello originale. «Non abbiamo mai dovuto sostituirlo, anche se ancora oggi gli esperti sostengono che questi apparecchi possono durare al massimo una decina d’anni». Unico intervento: tre mesi fa è stata effettuata una pulizia dei pannelli per permettere all’installazione di ricevere tutta la luce di cui necessita per produrre energia.
La domanda che ci si pone a questo punto è: quanto possono durare questi impianti? Normalmente i produttori garantiscono che per 20 anni la produzione non dovrebbe diminuire più del 10 per cento. «In realtà la nostra è diminuita ancora meno – afferma Camani –. Il nostro impianto ha 22 anni e la speranza è che arrivi a 40. Quello di Trevano ora ne ha 37 e continua ad essere efficiente».