Anche l’Associazione per la difesa degli interessi del centro storico si opporrà al progetto 'irresponsabile' delle Ffs
Si annunciano molte opposizioni contro il progetto di terzo binario tra la stazione ferroviaria di Bellinzona e il ponte del Tombone che comprende anche la prevista nuova fermata TiLo dietro piazza Indipendenza. Durante il periodo di pubblicazione dei piani che scadrà il 25 giugno molti privati stanno prendendo visione dell’incarto e in particolare del Rapporto d’impatto ambientale (Ria) di cui la ‘Regione’ ha riferito il 12 giugno affrontando la questione dell’elettrosmog. Si tratta di confinanti con la linea ferroviaria o che abitano nelle immediate vicinanze: ad assisterli nell’azione legale vi sono almeno cinque o sei avvocati. A impugnare il progetto sarà anche l’Associazione per la difesa degli interessi del centro storico (Adics).
Il suo presidente Roberto Ghini è categorico parlando di «progetto irresponsabile». La soluzione individuata dalle Ffs «rappresenta una bomba a orologeria perché la ferrovia di pianura sotto il Gottardo e il Ceneri consentirà di aumentare la lunghezza dei convogli merci, mentre l’accresciuta disponibilità di tracce produrrà un sensibile incremento del loro numero nelle 24 ore. Il nostro timore riguarda in particolare la pericolosità della merce trasportata e il fatto che laddove si sono scambi lungo i binari, com’è il caso del tratto in questione a nord e a sud della galleria sotto il castello di Montebello, vi è statisticamente un rischio accresciuto di incidenti e deragliamenti». Un rischio, annota Ghini a nome dei membri dell’Adics, «difficile da accettare per un comparto cittadino densamente abitato qual è il nostro», caratterizzato anche da istituti scolastici pubblici e privati. Alcune cifre: nel 2025, a opera completata e funzionamento a pieno regime dei tre binari, il numero di treni merci nella fascia diurna secondo il Ria salirà dagli attuali 74 a 117 (+158%) e nella fascia notturna da 46 a 59 (+150%). Un analogo incremento lo conosceranno i treni passeggeri (da 213 a 320 di giorno e da 22 a 40 di notte). Complessivamente 191 treni in più nelle 24 ore (+154%).
«Il problema sta nel manico», prosegue Ghini: «Ossia la sciagurata decisione di non realizzare in passato la circonvallazione in mezzo al Piano di Magadino». La politica federale aveva optato per posticipare a dopo il 2035 l’opera da oltre un miliardo di franchi comprensiva anche del tunnel fra Gnosca e Sementina, mentre la politica cantonale non ha fatto pressing per esigerla subito. «Certo – annota il presidente dell’Adics – oggi si spendono qui ‘soltanto’ 170 milioni indorando la pillola con l’aggiunta della nuova fermata TiLo. Ma a chi sostiene che il comparto dietro piazza Indipendenza risulterà in futuro qualitativamente migliorato e maggiormente servito dai mezzi pubblici, rispondo che i rischi derivanti dal traffico merci sono troppo elevati, che difficilmente si riuscirà a convivere con la fase di cantiere della durata di ben cinque anni, di cui uno riservato allo scavo della seconda galleria con l’uso di esplosivo, e che col futuro potenziato esercizio ferroviario temiamo un deciso incremento di rumore e vibrazioni». Su questi ultimi due punti il Ria sembra tranquillizzare indicando misure contenitive, «tuttavia il tappeto antivibrazioni ipotizzato nel terzo binario non è stato posato sotto gli altri due già esistenti. Come la mettiamo?». Senza contare – conclude Roberto Ghini – che la platea della fermata Indipendenza avrà una larghezza di 28,5 metri: «Mi chiedo, a questo riguardo, quale sarebbe la tanto decantata maggiore visibilità che s’intende dare ai castelli».