Votazione 'Giù le mani', il Municipio dubita che gli operai avrebbero oggi acconsentito all'utilizzo del fondo sciopero per la campagna del sì
In tutto 128'500 franchi dagli allora Comuni del Bellinzonese e 10'000 dalle Amb. Ammonta a 138'500 franchi il sostegno pubblico dato nel 2008 agli operai delle Officine di Bellinzona in sciopero per un mese contro le mire di smantellamento dello stabilimento cittadino messe in atto allora dalle Ferrovie. La cifra viene esposta oggi dal Municipio rispondendo a un'interrogazione presentata in Consiglio comunale dai capigruppo Plr, Sinistra, Ppd e Lega/Udc/Noce/Ind. In tutto 138'500 franchi che hanno contribuito a creare un fondo pro operai pari a 1,38 milioni grazie alle donazioni di Comuni, enti e associazioni di vario tipo, nonché privati. Di quel fondo – versati i salari e pagate le spese allora sostenute – è rimasta una cifra che il comitato dell'associazione 'Giù le mani dall'officina' ha ora deciso, ricordiamo, di usare in parte (120'000 franchi) per coprire le spese della campagna in vista del 19 maggio, quando i ticinesi saranno chiamati alle urne per esprimersi sull'omonima iniziativa.
La domanda del sindaco Mario Branda posta due mesi fa durante l'assemblea dell'associazione Giù le mani – a sapere cioè se sia corretto destinare alla campagna 120mila franchi che a suo tempo erano stati donati per aiutare gli operai – aveva scatenato una ridda di polemiche tra i favorevoli all'iniziativa, accusando il sindaco di agire scorrettamente. Oggi il Municipio di Bellinzona condivide le affermazioni di Branda: “Evidentemente e logicamente nessuno aveva versato dei contributi pensando che quel denaro venisse utilizzato 10 anni dopo per un altro scopo e addirittura suscettibile di mettere a rischio i posti di lavoro”. L'Esecutivo ritiene infatti che l'iniziativa, se accolta dai ticinesi, rischi di cancellare l'impegno delle Ffs a realizzare il previsto stabilimento di Castione col contributo di Cantone (100 milioni) e Città (20).
I capigruppo chiedevano altresì se tra gli scopi delle donazioni avviate durante la campagna di raccolta fondi fosse contemplata anche la stampa di volantini, adesivi e cartelloni ideologicamente politicizzati. No, secondo il Municipio. Che a questo punto solleva a suo volta un interrogativo: considerato che lo scorso autunno l'assemblea degli operai delle Officine si è divisa sulla messa in votazione popolare dell'iniziativa dichiarandosi favorevole a stretta maggioranza con 145 sì, 137 no e 8 astenuti, e visto che alcune settimane fa 207 operai su 370 hanno sottoscritto una lettera interna inviata al Ceo delle Ffs Andreas Meyer quale sostegno all'opzione Castione, “è presumibile che se la proposta di stanziare i 120'000 franchi a favore della campagna, fosse stata votata dall'assemblea degli operai, anziché dall'associazione, l'esito non sarebbe stato scontato”.
Quanto all'iniziativa 'Giù le mani dall'officina', il Municipio ribadisce di ritenerla “in contrasto o in alternativa col progetto portato avanti da Cantone e Città (e per quanto riguarda il nuovo stabilimento con le Ffs), tanto da mettere seriamente a repentaglio l'opportunità occupazionale” pari a 200-230 posti di lavoro. “Risulta infatti difficilmente immaginabile che il Cantone si faccia imprenditore industriale in un settore di cui non si è mai occupato, espropri se del caso le Ffs e continui allo stesso tempo a beneficiare dei volumi di lavoro forniti da quest'ultima, assumendosi oltretutto il rischio gestionale, con le eventuali perdite di esercizio”. In definitiva l'iniziativa propone “una soluzione impraticabile tecnicamente e fragile giuridicamente”.
“L’idea dell’iniziativa sulla quale oggi votiamo – ribatte il Movimento per il socialismo – venne presentata all’assemblea dei lavoratori in sciopero addirittura nel corso del quarto giorno di sciopero, ottenendo un’approvazione di principio. Tempo una decina di giorni per mettere a punto gli aspetti formali, e l’iniziativa venne lanciata, in pieno sciopero, il 31 marzo 2008.
Tutto questo ci indica con chiarezza che l’iniziativa sulla quale siamo chiamati a votare (che riprende d’altronde i contenuti della lotta dei lavoratori dell’Officina) è stata fin dall’inizio parte integrante della lotta e dello sciopero del 2008. Chi ha sostenuto allora la lotta dei lavoratori ha 'evidentemente' e 'logicamente' sostenuto quella lotta sapendo che tra gli strumenti con i quali i lavoratori dell’Officina avrebbero difeso e sviluppato la loro proposta vi era anche questa iniziativa”. Secondo lL'Mps il Municipio “dimentica di ricordare che qualche tempo dopo la fine dello sciopero, il rimanente di quella sottoscrizione venne devoluto (con decisione unanime dei lavoratori dell’Officina) all’Associazione giù le mani che, tra i suoi compiti, annovera la difesa e lo sviluppo dell’Officina e delle sue attività”.