L'associazione vuole chiedere all'azienda multinazionale che lavora la grafite di pagare i danni materiali alle abitazioni
Sarà dopo l’assemblea prevista giovedì 2 maggio che l’associazione Bodio Pulita deciderà se adire le vie legali contro la Imerys, l’azienda responsabile della ricaduta di polveri di grafite su diverse proprietà private dell’abitato (vedi le edizioni della ‘Regione’ del 19.02, 20.02 e 01.03). Due gli scenari possibili: tenere fede all’intento annunciato nei mesi scorsi, oppure alzare bandiera bianca di fronte alla problematica con la quale numerosi cittadini – di cui l’associazione si è fatta portavoce dal 2014 – sono costretti a convivere da decenni. A far pendere l’ago della bilancia, sarà quindi la volontà concreta della cinquantina di soci di impegnarsi per intraprendere un’azione legale contro la multinazionale, con l’obiettivo di denunciare i danni materiali arrecati alle abitazioni dalla ricaduta della polvere. Ai membri si chiede in particolare uno sforzo economico superiore ai 30 franchi della tassa sociale. «Le parole non bastano più – afferma il presidente dell’associazione Paolo Guzzi –. L’assemblea servirà al comitato per capire il contributo che ogni socio è disposto a mettere sul tavolo. A quel punto valuteremo se portare avanti il nostro intento o se lasciar perdere. E rassegnarci per sempre a subire i danni della grafite».
Intenzionata, se necessario, a ricorrere fino al Tribunale federale, l’associazione ritiene opportuno disporre di 100mila franchi per affrontare un’azione legale che potrebbe profilarsi lunga. Di questa somma, circa la metà era già in possesso di Bodio Pulita lo scorso mese di febbraio, quando era stata annunciata la volontà di fare causa all’azienda. Nelle settimane successive pare essere venuto a mancare il sostegno da parte dei soci e di altri cittadini proprietari di immobili intenzionati a battersi per ottenere un risarcimento.
Scarso l’interesse anche per quanto riguarda la lettera di protesta da sottoscrivere e indirizzare al Comune preparata da due donne di Bodio non affiliate all’associazione. «Sono tanti i residenti che ci dicono che abbiamo ragione e che è giusto lottare per questa causa, ma sono pochi quelli disposti a contribuire concretamente in un modo o nell’altro», afferma Paolo Martini, uno dei cinque membri di comitato. «Durante l’assemblea del 2 maggio vogliamo insomma mettere alla prova i nostri soci. Non è detto che nel frattempo possa venirci in aiuto qualcuno di esterno all’associazione. Ci speriamo. Perché il comitato ha ferma la volontà di andare avanti».