I primi provvedimenti sono scattati oggi dopo il nuovo assetto societario e azionario partito a gennaio quando si era rischiato il fallimento
A fine 2018 si era ritrovata sull'orlo del fallimento, in gennaio è stata 'salvata' in extremis grazie al coinvolgimento di nuovi azionisti d'Oltralpe e ticinesi, nel frattempo ha nominato il nuovo direttore ma parimenti deve operare alcuni licenziamenti per poter uscire dalle cifre rosse. È il momento dei tagli alla Lati Sa di Sant'Antonino, il cui Consiglio di amministrazione l'altroieri ha pure inviato alla Sezione cantonale del lavoro la richiesta di beneficiare del lavoro ridotto pari al 60% (la decisione è attesa entro 10 giorni e la misura partirebbe nel corso del mese di aprile). Misure ritenute indispensabili per consentire al maggiore gruppo lattiero ticinese di affrontare l'operazione di rilancio coordinata dal nuovo Cda, da due mesi presieduto da Carlo Croci. Come appreso dalla 'Regione', oggi il vertice aziendale ha comunicato il licenziamento a sette collaboratori su un totale di 52. Questo dopo che l'anno scorso vi erano già state alcune disdette del rapporto di lavoro. Altre – è stato assicurato al sindacato Unia che segue le trattative per il piano sociale – non ne sono previste.
«Ogni licenziamento è un licenziamento di troppo – ci spiega il sindacalista Unia Igor Cima – e perciò insieme all'azienda ci stiamo impegnando a ricollocare ogni collaboratore toccato dal provvedimento», alcuni dei quali con molti anni di servizio alle spalle. «L'obiettivo è di trovare per tutti un nuovo posto di lavoro. In caso contrario, miriamo a fare in modo che l'aiuto finanziario previsto dal piano sociale sia il migliore possibile. Abbiamo ricevuto garanzie in tal senso». Di fondamentale importanza è anche la decisione che il Cantone adotterà sul lavoro ridotto, perché allo stato attuale è ritenuta una misura indispensabile per favorire il piano di rilancio avviato insieme al nuovo azionista di riferimento, la Cooperativa dei produttori di latte della Svizzera centrale (Genossenschaft Zentralschweizer Milchproduzenten, Zmp) che detiene il 70% delle azioni. Mentre il 20%, ricordiamo, è rimasto in mano alla Federazione ticinese produttori di latte (che prima aveva il 100%) e il 10% è andato alla Cetra Alimentari Sa di Mezzovico-Vira di cui è membro lo stesso Croci ed è molto attiva nello smercio di formaggi Oltralpe. Dal 1° marzo, ricordiamo, la Lati ha inoltre come nuovo direttore Alessandro Corti, che a sua volta dirige il Caseificio dimostrativo del Gottardo salvatosi nel recente passato dalle cattive acque grazie, fra gli altri, al contributo manageriale portato nel Cda ancora una volta da Carlo Croci.