Bellinzonese

Solo latte bio ticinese e nuovi formaggi. Piano sociale per 12

Lati Sant'Antonino: chiusi i settori consegne e Uht. Al via il riorientamento produttivo effettivo dall'aprile 2020. Dalla proprietà ok agli investimenti

4 luglio 2019
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Aria di cambiamento strategico alla Lati di Sant'Antonino. Dopo essere stata salvata a fine 2018 dal fallimento grazie all'intervento della Cooperativa dei produttori di latte della Svizzera centrale che detiene ora il 70% delle azioni, quest'ultima nei giorni scorsi ha avallato il nuovo piano d'investimento elaborato con l'obiettivo di riposizionare con successo sul mercato il maggior gruppo lattiero ticinese. Un riorientamento che richiede però anche tagli al personale. Dei 52 dipendenti impiegati durante il 2018, oggi se ne contano 40. «Una dozzina di licenziamenti – spiega alla 'Regione' il presidente del Cda Carlo Croci – per i quali stiamo approntando un piano sociale in collaborazione col sindacato Unia. Confermiamo in questo senso l'impegno nel ricollocare in altre ditte, mentre per una parte della nostra forza lavoro siamo riusciti a individuare soluzioni interne». I tagli hanno toccato i settori nel frattempo chiusi: quello del latte a lunga scadenza Uht (che non risultava competitivo sul piano cantonale e nazionale) e quello delle consegne con furgoni e camion che avrebbe richiesto investimenti troppo onerosi. «Stiamo spedendo le richieste di offerta per i macchinari necessari alla valorizzazione del latte ticinese – prosegue Croci – e contiamo di entrare sul mercato con nuovi prodotti nella primavera 2020. Parlo di valorizzazione non a caso, perché punteremo su prodotti caseari di successo per il nostro mercato e per quello d'Oltralpe, dove contiamo di posizionarci grazie alle nuove collaborazioni avviate nel settore della distribuzione». La centrale di Sant'Antonino cambierà dunque regime e uno dei prodotti di punta «sarà il latte bio ticinese e corta-media scadenza, circa due settimane. Non è un'operazione semplice, perché le stesse aziende agricole coinvolte devono ottenere la certificazione bio che richiede diverso tempo e impegno». Il 20% del pacchetto azionario, ricordiamo, è rimasto in mano alla Federazione ticinese produttori di latte (che prima aveva il 100%), mentre il 10% è andato alla Cetra Alimentari Sa di Mezzovico-Vira di cui è membro lo stesso Croci ed è molto attiva nello smercio di formaggi nella Svizzera interna.