Rifiuti ticinesi: intervista a Claudio Broggini, direttore dell'Azienda cantonale che gestisce l'impianto di Giubiasco acceso nel 2009
Nell’agosto 2009 dopo annose polemiche e battaglie legali veniva acceso l’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti (Ictr) realizzato a Giubiasco. Gestito dall’Azienda cantonale dei rifiuti (Acr), ogni anno smaltisce circa 160mila tonnellate. È tutt’oggi considerato uno degli impianti più performanti attivi in Svizzera ed Europa. Intervista a Claudio Broggini, direttore dell’Acr.
Nel 2010, anno caratterizzato dal collaudo dell’Ictr e durante il quale era ancora presente una parte del personale specializzato delle ditte costruttrici, l’organico dei dipendenti addetti al funzionamento e alla manutenzione era volutamente contenuto, al fine di valutare con cognizione di causa le reali necessità operative. Col tempo l’organico è poi stato consolidato per rispondere adeguatamente ai bisogni gestionali dell’impianto. Va pure precisato che una parte dei collaboratori indicati come attivi all’Ictr svolge anche mansioni nelle discariche dell'Acr.
Il 2010 va considerato come un anno particolare. Da una parte il collaudo dell’impianto e dall’altra occorre pure ricordare che fino ad allora tutti i rifiuti prodotti in Ticino venivano smaltiti oltre Gottardo; verosimilmente una parte dei rifiuti dell’industria e dell’artigianato ha iniziato ad essere consegnata solo nel corso del 2010. Nel 2011 la situazione si è consolidata e da allora il quantitativo di rifiuti conferito a Giubiasco si è stabilizzato. Quanto alla tassa sul sacco, il Consiglio di Stato, nell’apposito messaggio, prevede una diminuzione del 15% dei rifiuti comunali consegnati ogni anno, pari a circa 85’000 tonnellate.
Prima della realizzazione dell’Ictr la tariffa applicata ai Comuni era di 280 franchi alla tonnellata. Con l’entrata in funzione dell’Ictr la stessa è stata fissata a 175 franchi; dal 2012 sino a fine 2018 è diminuita a 170 franchi e dal gennaio 2019 è ulteriormente diminuita a 160 franchi. Non sono previste modifiche a breve termine.
Il bilancio 2018 dell’Acr non è ancora stato ultimato e pubblicato, ma si stima un risultato contabile in linea col 2017. L’immissione di energia elettrica in rete (paragonabile al fabbisogno annuo di circa 23’000 famiglie) e di energia termica tramite la rete di teleriscaldamento (corrispondente a circa 5,5 milioni di litri di nafta) generano un fatturato di 9,5 milioni di franchi. Quanto ai proventi dalla vendita dell’energia nel prossimo futuro, gli stessi dipendono da diversi fattori (mercato dell’energia elettrica, evoluzione congiunturale, quantitativi di rifiuti ecc.) ed è quindi difficile valutarne le possibili variazioni.
Il rapporto gestionale e ambientale allegato al rapporto annuale esamina nel dettaglio il tema delle emissioni gassose dell’Ictr. Dallo stesso si desume che le emissioni – misurate conformemente ai disposti dell’Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico, trasmessi automaticamente alla Sezione protezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del territorio e consultabili sul sito www.ti.ch/oasi – sono molto al di sotto dei limiti di legge. A causa in particolare della disomogeneità dei rifiuti e nonostante un sistema di trattamento dei fumi a quattro stadi, alcuni picchi di inquinanti non possono però essere esclusi e nel 2017 ne sono stati registrati 10, corrispondenti allo 0,009% dei valori misurati.
I risultati dei monitoraggi d’esercizio effettuati dimostrano che il Ticino dispone di un termovalorizzatore con eccellenti prestazioni ambientali. Non abbiamo seguito nel dettaglio le performance dei nuovi impianti sorti in questi anni, ma riteniamo che, per quanto riguarda le emissioni in atmosfera e gli aspetti ambientali in genere, l’Ictr sia ancora all’avanguardia. Gli ultimi due impianti costruiti in Svizzera in effetti, Lucerna e Berna, palesano valori d’emissioni maggiori rispetto all’Ictr; risultano invece più performanti nel rendimento energetico; anche da questo punto di vista comunque l’Ictr non è affatto messo male e rispetta ampiamente le esigenze prescritte per i nuovi impianti.
La versione integrale dell'intervista nell'edizione del 16 marzo 2019 a pagina 10