Bellinzonese

È ufficiale: niente referendum per la nuova officina Ffs

Dopo l'Unione contadini ticinesi, anche il gruppo di lavoro della Bassa Leventina rinuncia. Verrà invece lanciata una petizione

5 febbraio 2019
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Tutti pronti a firmare una petizione ma non la domanda di referendum. Le indiscrezioni giornalistiche emerse ieri sera trovano conferma stamane in occasione della conferenza stampa in corso a Bodio. A nome del gruppo di lavoro che coinvolge i Comuni della Bassa Leventina il sindaco di Personico Emilio Cristina ha spiegato che la rinuncia al lancio del referendum è da addurre all'assenza di certezze sul fatto che, in caso di riuscita, la nuova officina Ffs ora prevista a Castione verrebbe poi effettivamente realizzata all'ex Monteforno di Bodio/Giornico.

In compenso verrà lanciata una petizione sostenuta da Comuni della Bassa Leventina, Biasca, Riviera e Unione contadini ticinesi (Ucs): si tratta in pratica di un appello al Cantone affinché metta in pratica l'idea di rilanciare la zona attualmente dismessa di quest'area industriale, aggiornando gli accessi e avviando una politica di marketing che vada verso la sua promozione. A tal proposito è stato citato il buon esempio della Germania, che ha riattivato e modernizzato con successo vecchi comparti industriali.

Via libera dunque al credito di 100 milioni per cofinanziare il progetto delle Ffs stanziati due settimane fa dal Gran Consiglio ticinese (a cui si aggiungono altri 20 milioni della Città di Bellinzona). Come confermato ieri alla 'Regione' dal presidente dell'Uct Robert Aerni, negli scorsi giorni la direttiva dell'Uct ha deciso a stragrande maggioranza di non lanciare il referendum. A questo riguardo Aerni oggi ha specificato di essere rimasto solo, mentre ieri sera alla 'Regione' aveva detto che dalla sua aveva anche il segretario agricolo Sem Genini («siamo rimasti soli»). Stamane durante la conferenza stampa Genini ha aggiunto di avere sempre tenuto un atteggiamento neutro, limitandosi in qualità di segretario agricolo Uct a esporre quale fosse – di volta in volta nel corso delle settimane – la posizione della Direttiva, che a un certo punto è risultata essere compatta a favore del referendum. Ora invece quasi tutti i membri della Direttiva hanno considerato valido l'impegno delle Ffs a compensare adeguatamente i 78mila metri quadrati di terreno Sac che verranno sacrificati per il nuovo stabile industriale. A tal proposito nella petizione l'Uct chiede un compenso reale dei terreni di Castione, più attenzione al settore agricolo e un compenso finanziario dei terreni dati ad AlpTransit anche per la tratta sopracenerina.