Bellinzonese

Referendum sulle Officine: decisione in standby

È quanto scaturisce da un lunga riunione tra Comuni e Unione contadini ticinesi. Se ne saprà di più martedì prossimo

Ti-Press
30 gennaio 2019
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Fumata grigia dopo quasi tre ore di intensa riunione a Personico sul possibile lancio di un referendum contro il credito di 100 milioni di franchi quale contributo cantonale al progetto delle Ferrovie di realizzare un nuovo stabilimento industriale a Castione, che settimana scorsa ha ricevuto il via libera del Gran Consiglio ticinese. "Abbiamo deciso di non decidere", così spiega alla Regione Emilio Cristina, sindaco di Personico e portavoce del Gruppo di lavoro che puntava a far trasferire all'ex Monteforno la nuova officina industriale delle Ffs.

All'incontro hanno preso parte rappresentanti dei Comuni di Bodio, Giornico, Personico, Biasca, Riviera, dell'Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e valli, nonché dell'Unione contadini ticinesi (Uct), la quale si è subito tornata a riunire stasera per discutere ulteriormente sul da farsi. Era presente anche il granconsigliere Michele Guerra, autore di uno degli emendamenti approvati dal parlamento martedì scorso che chiede un progetto di sviluppo per il rilancio della Bassa Leventina nel caso in cui le Ffs decidessero definitivamente di non trasferire qui la nuova officina.

Sull'incontro di stasera Emilio Cristina smentisce le indiscrezioni giornalistiche secondo le quali i Comuni propendano per non lanciare il referendum. Sottolinea invece che dai dieci presenti sono emersi pareri diversi tra loro che non hanno permesso – per ora – di trovare una linea congiunta. La decisione definitiva verrà presa al più tardi martedì prossimo, quando è stata annunciata una conferenza stampa.

Sono ormai trascorsi otto giorni dalla votazione in Gran Consiglio, che ha visto il 72% dei granconsiglieri esprimersi a favore, il 12% opporsi e il 15% astenersi. Essendo il decreto legislativo stato pubblicato sul Foglio ufficiale dello scorso 25 gennaio, gli eventuali referendisti avrebbero tempo fino all’11 marzo per consegnare le 7’000 firme necessarie per chiamare la popolazione al voto.