L'avvocato Fulvio Pelli, legale del gruppo di lavoro per Bodio, sprona i Comuni. Regazzi rincara: 'Presi in giro dalle Ffs'. Lobbing per i 100 milioni
È una Regione Tre Valli sdraiata sui binari quella uscita ieri sera da un incontro convocato a Bodio dal gruppo di lavoro – coordinato dal sindaco di Personico Emilio Cristina – attivatosi un anno fa per promuovere l’ex Monteforno quale sede delle nuove Officine Ffs che le Ferrovie (con l’appoggio di Cantone e Città di Bellinzona) intendono invece realizzare a Castione. La riunione, presenti quasi tutti i Comuni delle valli Leventina, Blenio e Riviera, è stata voluta per fare il punto alla situazione in vista della decisione parlamentare sullo stanziamento di 100 milioni chiesti dal governo per sostenere l’opzione Castione (la Città ha già stanziato i 20 di sua pertinenza). Cento milioni contro i quali l’Unione contadini ha annunciato referendum, visto che a Castione è previsto il sacrificio di 80mila metri quadrati agricoli. Referendum che potrebbe però saltare qualora Ffs e Cantone riuscissero a compensare adeguatamente le pregiate superfici di avvicendamento colturale Sac (finora sono stati individuati 52 ettari in Riviera con scarsa o nulla qualità agricola che potrebbero essere riqualificati, mentre il contingente minimo di 3’500 ettari Sac per il Ticino sarebbe comunque rispettato anche eliminando i 70 di Castione). Ieri sera il segretario agricolo Sem Genini, presente all’incontro anche come municipale di Riviera, ha ribadito l’intenzione di lanciare il referendum da parte dell’Unione contadini. Man forte potrebbero darla i Verdi (una decisione sarà presa dopo l’assemblea) e i Comuni delle Tre Valli.
A spronare i Comuni è Fulvio Pelli che assiste il gruppo di lavoro pro Bodio dal profilo giuridico: «Consiglio vivamente alle Tre Valli di lanciare o aderire al referendum», ha detto prendendo la parola: «Dietro alla decisione su Castione c’è un disegno politico che taglia fuori l’Alto Ticino dallo sviluppo economico pensato fra Lugano, Locarno e Bellinzona. Bisogna opporsi a questo monopolio delle scelte dei grandi a scapito dei piccoli, allo scenario che riduce il Ticino a un triangolo d’oro. Se veramente tiene alle regioni periferiche, il governo avrebbe dovuto agire con più coraggio nei confronti delle Ffs, ad esempio confermando l’impegno finanziario e l’aumento degli indici edilizi nell’attuale comparto cittadino, ma imponendo il luogo per l’Officina».
Ha rincarato la dose il consigliere nazionale Ppd Fabio Regazzi mettendo in dubbio la graduatoria che vede Castione prendere il doppio dei punti rispetto a Bodio: «Ha tutta l’idea di essere stata elaborata a posteriori per giustificare la decisione già presa molto tempo prima. Quanto poi alle cifre che emergono settimana dopo settimana indicando costi supplementari a Bodio per 400 milioni... Quasi un presa in giro! Una provocazione per una regione che da AlpTransit ha ricavato soprattutto svantaggi».
Bordate anche da Massimo Ferrari, presidente della Commissione trasporti Tre Valli, che ha reiterato la richiesta di portare a Biasca il terminale dei treni TiLo fissato invece a Castione: «Senza questo cambiamento, avremo sempre un servizio di serie B». Tesi cui il governo ribatte in riposta (negativa) alla mozione dei granconsiglieri Franco Celio e Omar Terraneo che chiedono uno studio socio-economico sull’opzione Bodio. “La qualità dei servizi verso Biasca e il relativo bacino di utenza regionale – scrive il CdS – è già oggi soddisfacente e conoscerà un ulteriore miglioramento dal dicembre 2020. L’attestamento di tutti i treni TiLo a Biasca con un servizio ogni 15 minuti non è invece proporzionato alla domanda prospettata e non è sostenibile dal profilo finanziario”. Già, il CdS... per Ferrari è fumo negli occhi: «Il suo silenzio è assordante. Anzi, incontrandolo per esporgli l’opzione Bodio, abbiamo avuto l’impressione che fosse infastidito». Ferrari e Terraneo hanno quindi esposto alla sala il lungo elenco di ricorsi e opposizioni fatti di recente nelle Tre Valli contro schede di Piano direttore cantonale e progetti ferroviari «che peggiorano i servizi e lo sviluppo economico di un’intera regione che ha molto da dimostrare». Fra le opposizioni, ricordiamo, quella del gruppo di lavoro per Bodio contro la riservazione dell'area di Castione inoltrata dalle Ffs all'Ufficio federale dei trasporti.