Ha desistito l'ex municipale Franchino Filippini che aveva sollevato obiezioni indicando la possibilità di chiamare la popolazione alle urne
È trascorso un mese dalla decisione che il Consiglio comunale di Airolo ha adottato il 17 dicembre a favore della fideiussione a sostegno dell'edificiazione della nuova Valascia sulla piana di Ambrì. Da allora si sono abbassate in paese le voci relative a un possibile referendum ventilato la scorsa estate dall'ex municipale Franchino Filippini esponente del movimento Aria Nova. Sul contributo del Comune pari a 1,5 milioni il legislativo si è espresso a larghissima maggioranza con 21 sì, 2 no e un astenuto. Per legge sono concessi 45 giorni a eventuali referendisti per determinarsi con la raccolta di firme. «Ma nelle ultime settimane nulla si è mosso», spiega interpellato dalla 'Regione' il sindaco Franco Pedrini confidando che il periodo di 45 giorni si concluda «senza brutte sorprese». D'altronde, visto il poco tempo ancora a disposizione, sembra improbabile ora il lancio di un referendum. Anche perché Filippini si trova in ferie all'estero.
Le sue obiezioni, ricordiamo, concernevano una presunta disparita di trattamento fra i Comuni della media e alta Leventina coinvolti nelle fideiussioni (per complessivi 3,75 milioni) chieste dal pool di banche per assicurare un finanziamento alla Valascia Immobiliare Sa pari a 17 milioni. Il contributo di Airolo ammonta infatti a mille franchi procapite, il triplo di quello di Faido (330 franchi) le cui autorità comunali alla fideiussione hanno peraltro preferito la forma del prestito restituibile in 25 anni. Lo scorso luglio sul 'Mattino della domenica' l'ex municipale airolese aveva parlato di «due pesi e due misure», aggiungendo che, se necessario, saranno i cittadini di Airolo a essere chiamati «a votare per dire no all’insensata richiesta dello spropositato contributo». Una minaccia scioltasi come neve al sole, probabilmente sotto il peso dell'ampio sostegno che da sempre il club biancoblù riscontra in Leventina, non da ultimo essendo un buon datore di lavoro per la gente del posto.