Ieri le dimissioni. Bocche cucite alla Federazione produttori di latte che controlla l'azionariato: si lavora per trovare soluzioni
A Sant’Antonino in casa Lati, principale azienda casearia ticinese e uno dei maggiori gruppi alimentari attivi nel cantone, è in corso da alcuni mesi un’importante operazione di ricambio ai vertici. Che è sfociata ieri nelle dimissioni anche del presidente del Consiglio di amministrazione Ulrico Feitknecht, dopo quelle effettive già dallo scorso autunno del vicepresidente Daniele Maffei e del direttore Roberto Broglia, quest’ultimo sostituito dal nuovo direttore Aris Ghilardi entrato in carica nelle scorse settimane. Tutte dimissioni di peso, ancor più quelle di Ulrico Feitknecht: a lungo titolare dell’azienda agricola Romello di Cadenazzo, presiede la Società anonima della Lati sin dalla sua costituzione avvenuta nel gennaio 2010, quando insieme alla Federazione ticinese produttori di latte si è data un nuovo assetto operativo con l’obiettivo di competere con adeguati mezzi sul mercato di riferimento e affrontare meglio le sfide di un settore alle prese con la continua erosione del prezzo del latte – dopo la soppressione delle quote definite dalla Confederazione fino al maggio 2009 – e conseguentemente anche dei margini di guadagno. Sui motivi delle partenze e del rinnovamento dei vertici societari le bocche sono cucite e la Federazione ticinese produttori di latte – azionista della Lati e contemporaneamente anche della Fela e della Cantina sociale di Giubiasco – rinvia a settimana prossima una comunicazione ufficiale con le spiegazioni di dettaglio. Informazioni non confermate indicano la presenza di possibili problemi negli investimenti effettuati nel corso degli ultimi anni. Problemi la cui ricerca di soluzioni è in corso.