La società biancoblù garantisce: l'opera da 50 milioni potrà essere finanziata. Il Consiglio di Stato non farà da garante
Il cantiere per la nuova Valascia entrerà nel vivo tra la fine dell'inverno e l'inizio della prossima primavera. Questo emerge dal comunicato diramato ieri dalla Valascia Immobiliare Sa, la quale annuncia “di aver finalmente raggiunto – a suo giudizio e sulla base del business plan attestante la sostenibilità dell’investimento trasmesso a fine ottobre al Dipartimento competente (il Dfe, ndr) – la credibile dimostrazione del finanziamento complessivo per la costruzione del nuovo stadio multifunzionale” sulla piana di Ambrì. La documentazione tecnico-finanziaria è pure stata trasmessa al Dipartimento del territorio il 13 ottobre. La società comunica quindi con piacere che l’apertura del cantiere avverrà sabato 22 dicembre con una piccola cerimonia simbolica aperta al pubblico. Questo dopo avere portato a termine le formalità di trapasso di proprietà del terreno relativo (attualmente del Comune di Quinto) che dovrebbe concretizzarsi nel corso della prossima settimana. «Pensiamo di fare la stessa cerimonia svolta recentemente alla centrale del Ritom – spiega alla ‘Regione’ il presidente dell’Ambrì Piotta, Filippo Lombardi –. Non ci metteremo quindi a scavare due metri di terra tra il 22 dicembre e Natale». Perciò, l’avvio concreto dei lavori avverrà «quando il Comune di Quinto, proprietario dell’hangar 6, autorizzerà la sua demolizione – continua il numero uno dell’Hcap –. In quello stabile sono previste manifestazioni fino al periodo di Carnevale. Da quel momento si potrà iniziare a scavare in profondità». E dare inizio per davvero alla costruzione dello stadio da 50 milioni di franchi.
Ma ciò che i tifosi attendevano da tempo, e che in fondo davvero conta, è l’annuncio della prima picconata, seppur simbolica, che sancisce la sostenibilità dell’investimento. Una sostenibilità, attestata dagli stessi promotori, che non dovrà tuttavia attendere le verifiche del Consiglio di Stato. Quest’ultimo non farà da garante, come invece pubblicato in ottobre dal 'Corriere del Ticino', ma i dovuti accertamenti saranno a carico dei vari servizi cantonali coinvolti nell’ambito della concessione dei sussidi, una volta giunto il momento delle rispettive erogazioni.