Bellinzonese

Il Covid rimodella la pista: più seggiolini, meno spalti

La pandemia suggerisce modifiche strutturali alla futura pista: i posti a sedere saranno 4'000 (anziché 3'000); 2'775 (invece di 4'000) gli spettatori in curva

4 settembre 2020
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«Posso confermare che siamo in linea con il programma dei lavori. Tengo a ringraziare le imprese, gli operai e la Commissione paritetica cantonale che ci hanno permesso di recuperare negli ultimi mesi quel ritardo abbastanza importante di circa 5 settimane dovuto alla pandemia». Filippo Lombardi non è più preoccupato come lo era il 18 marzo, quando il cantiere della nuova Valascia si era interrotto a causa della situazione sanitaria e in particolare dopo le richieste da parte di sindacati e imprese operanti sul sedime. Ciò che aveva fatto temere il presidente dell’Hcap di non riuscire a terminare la nuova pista entro l’inizio della stagione 2021/2022. “O si entra nello stadio nuovo a inizio stagione, oppure si rischia di dover aspettare la seguente. Non è per nulla facile cominciare nella vecchia Valascia e poi trasferirsi in quella nuova”, aveva dichiarato al nostro giornale, ponendo l'accento sull'eventualità di avere un costo di una struttura nuova, che doveva permettere l’aumento delle entrate, e parallelamente far fronte ai costi per continuare a giocare nel vetusto impianto. A distanza di cinque mesi e mezzo, il numero uno dei biancoblù conferma che, grazie all’accelerata data al cantiere dopo la ripresa delle attività edili il 20 aprile (con doppi turni e giornate lavorative anche il sabato), il ritardo accumulato è stato interamente recuperato. Sulla piana di Ambrì, lo stadio multifunzionale da circa 50 milioni progettato dall’architetto Mario Botta ha nel frattempo preso forma: l’obiettivo è ora quello di terminare la parte esterna della pista entro l’arrivo dell’inverno. «È stata individuata una nuova soluzione tecnica più interessante per l’installazione del tetto, la cui struttura metallica verrà montata a partire dal 12 settembre - rileva Lombardi -. Ciò che permetterà un ulteriore guadagno di tempo, oltre che di soldi. L’obiettivo è quello di terminare prima dell’arrivo del freddo, così da poter svolgere i lavori interni durante l’inverno ed essere pronti alla consegna dell’opera nell’agosto 2021».

'Avremo comunque una bella curva'

Tanta l’incertezza che regna in merito all’evoluzione della situazione sanitaria e di conseguenza alle future disposizioni per i grandi eventi. Un punto di cui il club leventinese ha tenuto conto, apportando alcune modifiche strutturali al progetto del nuovo impianto. Si è deciso di prevedere più seggiolini (che passano da 3’000 a 4'000, inclusi ristoranti e lounges con vista sul ghiaccio). In questo modo l'Hcap avrebbe maggiore facilità nell'organizzare la pista nel caso in cui fosse costretto a rispettare eventuali restrizioni anche all'inizio della stagione 2021/2022. «Il progetto – annota Lombardi – prevedeva già un rovesciamento delle proporzioni, con più posti seduti rispetto a quelli attualmente disponibili alla Valascia (circa 2’000, ndr). Di fronte a questa incertezza che deriva dalla pandemia, abbiamo poi ulteriormente aumentato la capienza delle tribune. Ad ogni modo resterà comunque una bella curva con circa 2’500 posti, ai quali si aggiungono i 275 del settore ospiti». In totale, i posti sugli spalti saranno dunque 2'775 che sommati ai 4'000 in tribuna definiscono una capienza massima di 6'775 invece di 7'000. Curioso il fatto che il codice di avviamento postale di Ambrì sia proprio 6'775. Rispetto a quelle dell’attuale Valascia (dove la pendenza dei gradoni del settore spalti implica interventi logistici per un investimento di circa 300mila, ndr) le gradinate della nuova curva saranno più facilmente equipaggiabili nel caso vigessero ancora delle restrizioni. «Ad ogni modo ci teniamo e ci siamo battuti affinché anche la Nuova Valascia abbia una curva significativa, così come vogliamo mantenere il settore ospiti».

Si continua a lavorare per il nome della pista

Ancora nessuna novità riguardo allo sponsor che darà il nome al nuovo impianto. «Ci stiamo lavorando, rimane un obiettivo, ma per il momento non abbiamo ancora raggiunto alcun accordo». Quanto al dodecaedro che tanto piacerebbe vedere realizzato al noto architetto di Mendrisio, «per il momento non rientra fra le priorità. Devo dire che anche a me piacerebbe realizzarlo, ma solo dopo aver concluso l’opera e pagato tutto il resto». 

Fideiussioni, all’appello manca ancora Bedretto

Per quanto riguarda il sostegno finanziario da parte dei Comuni della Leventina, all’appello manca ancora Bedretto, unico ente locale a non avere ancora definito le modalità di sostegno. Ricordiamo che, a favore delle stadio multifunzionale, Airolo (1,5 milioni di franchi), Quinto (mezzo milione), Prato Leventina (mezzo milione), Dalpe (250mila franchi) e Faido hanno detto sì a fideiussioni e prestiti (modalità utilizzata da Faido che ha messo sul piatto 800mila franchi rimborsabili in 25 anni) a favore del pool di banche che ha sostenuto il progetto con 17 milioni. Nell’ambito delle fideiussioni, il Comune di Bedretto aveva previsto di concedere 200mila franchi. Una proposta che la maggioranza dell’assemblea comunale aveva accettando. «Ma era stato argomentato che, trattandosi comunque di un potenziale investimento (perché se un giorno la fideiussione venisse escussa il Comune la dovrebbe pagare), si richiedeva la maggioranza dei due di due terzi dell’assemblea comunale, che non è stata raggiunta per due voti. Bedretto – continua Lombardi – non ha tuttavia ‘bastonato’ il progetto; semplicemente non era stata trovata una soluzione. Il Municipio aveva dato disponibilità a trovare un’altra forma di sostegno. Aspetto sul quale torneremo presto a discutere con le autorità comunali».

In arrivo il sostegno di Bellinzona

Sostegno che di sicuro arriverà dalla Città di Bellinzona, il cui Consiglio comunale, durante la seduta di maggio, aveva approvato a larga maggioranza la proposta di Sabina Calastri, ovvero di contribuire finanziariamente a un’opera che, come l’aveva definita la consigliera Plr, andrà a beneficio dell’intera regione. Un incontro tra dirigenza biancoblù e Municipio turrito è avvenuto recentemente. Da noi contattato il sindaco Mario Branda conferma l’intenzione di dare seguito alla volontà del legislativo; pur non volendo anticipare la cifra, Branda spiega che un messaggio municipale sarà sottoposto tra l’autunno e l’inverno prossimo.

Possibile perdita di due milioni

Quanto alla stagione alla porte, pur se i paletti fissati dal Consiglio federale appaiono forse più larghi di quanto ci si poteva attendere, ci si chiede quali ripercussioni potrebbe avere per l’Hcap un’intera stagione con un massimo di 2’400 spettatori per le partite casalinghe (cifra approssimativa che andrà comunque definita prossimamente insieme al Cantone). «Questa restrizione ci può costare sicuramente un paio di milioni – afferma Lombardi –. Vi è poi una parte di entrate, difficile da calcolare, che riguarda i parecchi sponsor che hanno aspettato le decisioni di mercoledì per sbloccare le discussioni sui rinnovi di contratti. Questo fa sì che abbiamo poche settimane per recuperare una cifra importante di sponsoring». Il presidente non nasconde la preoccupazione per la questione finanze, ma si dice comunque sollevato da quanto annunciato dal governo. «Se fosse stato mantenuto il limite di 1’000 persone per eventi e manifestazioni, l’alternativa sarebbe stata quella di ‘chiudere’ il club per una stagione, mandare tutti in disoccupazione e valutare la situazione tra un anno. Uno scenario ben peggiore. Ad ogni modo siamo abituati a dover lottare, e lo dovremo fare ancora». Lombardi, così come il Ceo del Lugano Marco Werder (vedi ‘laRegione di mercoledì), auspica che durante la sessione di settembre delle Camere federali possano essere un po’ alleggerite le forme di sostegno relative ai prestiti. Prestiti che le società sportive vorrebbero vedere erogati a fondo perso.