Lo ha proposto la procuratrice pubblica Chiara Borelli. La sentenza verrà pronunciata domani pomeriggio.
Una pena detentiva di dodici anni più l’espulsione dal territorio svizzero per un periodo di quindici anni. Questa la proposta di pena formulata dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli nei confronti del 68enne croato accusato di aver tentato di assassinare a colpi di pistola un 29enne pachistano richiedente l’asilo, lo scorso 22 dicembre in un bosco in zona Giornico.
Secondo l’accusa il movente sarebbe stato la mancanza di volontà dell’imputato di restituire i soldi datigli dal 29enne per l’organizzazione di un matrimonio fittizio (che avrebbe consentito al richiedente l’asilo la permanenza in Svizzera), saltato circa un mese prima dei fatti.
Dal canto suo la difesa, rappresentata dall’avvocato Patrick Gianola, si è battuta per il proscioglimento sostenendo la tesi che l’imputato volesse unicamente spaventare il 29enne, al fine di non restituirgli il denaro ricevuto.
Nel corso dell’istruttoria di questa mattina, il 68enne si era dichiarato innocente, dicendo che il colpo partito dalla pistola in suo possesso, e che aveva raggiunto il collo del 29enne fortunatamente senza esito fatale, fosse esploso per sbaglio.
La sentenza verrà pronunciata domani pomeriggio.