Bellinzonese

Lodrino, la mensa scolastica riapre dopo 30 anni

La collaborazione tra il Comune di Riviera e il Centro di competenza agroalimentare Ticino mette in tavola prodotti per la maggior parte locali

29 settembre 2018
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Dopo trent’anni gli allievi tornano a mangiare alla mensa scolastica di Lodrino. Con la ripresa delle lezioni, gli scolari delle elementari ubicate nelle frazioni del Comune di Riviera di Lodrino, Osogna e Cresciano possono infatti beneficiare del nuovo servizio comunale (Iragna dispone di una mensa indipendente, inaugurata nel 2009). Usata dai ragazzi delle scuole medie di Lodrino sino a fine anni 80, la mensa è tornata in funzione a settembre dopo la grande richiesta emersa da un sondaggio effettuato l’anno scorso dal Municipio, il cui esito rispecchiava il bisogno concreto di disporre del servizio da parte dei nuclei familiari che, sempre più frequentemente, non riescono ad assicurare
la presenza di almeno un genitore sul mezzogiorno a causa degli impegni lavorativi.

Su un totale di 195 allievi, sono 63 i bambini che almeno una volta a settimana (lunedì, martedì, giovedì e venerdì) usufruiscono del servizio mensa dal costo giornaliero di otto franchi. I numeri parlano di una media che va dalle 19 alle 33 presenze al giorno. Compreso nel prezzo anche il trasporto scuola-mensa. Gli investimenti per effettuare le migliorie necessarie alla mensa, utilizzata negli ultimi trent’anni
da varie società e associazioni per i propri momenti formali, ammontano a 50mila franchi. Il personale è formato da una cuoca e da un’aiutocuoca entrambe con un tempo di occupazione al 50%. Cinque volontari si sono inoltre messi a disposizione in veste di sorveglianti,
assistiti anche da nove docenti. Un contingente tutt’altro che precario che ogni giorno assicura la presenza di almeno tre persone in sala.

Alimentazione a chilometro zero

Il Comune di Riviera non ha solo dato nuova luce alla mensa dopo trent’anni, andando a soddisfare un bisogno concreto di tante famiglie, ma lo ha fatto seguendo la nobile via di rifornirsi con prodotti locali, sostanzialmente a chilometro zero. Questo grazie alla collaborazione
instaurata con il Centro di competenza agroalimentare Ticino (Ccat), il quale, tramite le propria rete di contatti e affiliati (nel caso della mensa di Lodrino un negozio del paese) fornisce carne, latticini, verdura, farina, polenta, pasta, succhi di frutta e uova. Chiaramente a dipendenza della disponibilità data dalle varie stagioni. «Un aspetto importante anche per la qualità dell’alimentazione degli allievi – sottolinea il capodicastero Educazione di Riviera Igor Cima –. Grazie a Sem Genini (segretario dell’Unione contadini ticinese nonché municipale di Riviera, ndr) mi sono messo in contatto con il Ccat, trovando importante, utile e interessante andare incontro alle proposte che ci sono state fatte».

La collaborazione si è poi sviluppata durante l’estate scorsa, mettendo solide basi per avviare il progetto già da settembre. Una forma di approvvigionamento che potrebbe però comportare costi maggiori rispetto a una ‘scorta normale’. Non essendo ancora terminato il primo mese di attività, risulta tuttavia difficile stilare un primo bilancio riguardo ai costi, se maggiori o minori rispetto ad altri modelli. «Indicativamente sappiamo che potrebbero essercene di maggiori – continua Cima –, ma a nostro giudizio ne vale la pena. Certamente la valutazione che faremo a fine mese insieme al Ccat ci darà indicazioni più precise. Ma se tutto dovesse funzionare in questo primo anno di prova, si vorrebbe estendere il progetto anche verso la scuola dell’infanzia».

Il lavoro del Ccat

È un lavoro di coordinamento e di analisi quello che compete al Ccat. Su incarico del Cantone, oltre che alla ristorazione ‘generale’ (ad oggi ci sono un’ottantina di esercizi pubblici che hanno un piatto e sei vini ticinesi in carta), l’associazione promuove un maggiore utilizzo di prodotti agroalimentari anche nella ristorazione collettiva. «Si è voluto andare un passo oltre, verso le mense scolastiche e ospedaliere – ci spiega Sibilla Quadri, coordinatrice del Ccat –. Dopo un’attenta analisi sulla situazione ticinese, abbiamo preso contatto con il Comune di Riviera per lanciare il progetto pilota in corso (previsto in futuro anche in quattro scuole dell’infanzia a Lugano, ndr) disegnando una mappatura di produttori e fornitori idonei all’idea. Stiamo valutando tutta una serie di punti per capire dove ci sono margini di miglioramento e se questa modalità debba effettivamente comportare costi aggiuntivi».