I proprietari di cascine a Scareuro chiedono lo spostamento degli elettrodotti
Una distesa verde, lontana dai rumori della città e raggiungibile in soli dieci minuti dal fondovalle. Scareuro si trova a 820 metri d’altitudine sui monti di Gorduno ed è un pianoro che ospita, tra cascine e stalle, una trentina di stabili. Un luogo per passare una giornata nella natura a due passi da casa e proprio per questo frequentato tutto l’anno. Ma appena si alza lo sguardo l’idillio è rotto da un groviglio di linee aeree ad alta tensione che attraversa i pascoli e si snoda tra le cascine. Lo sfregio al paesaggio è evidente, ma a preoccupare gli attuali proprietari di stabili sui monti è soprattutto l’inquinamento elettromagnetico prodotto dagli elettrodotti e il relativo impatto sulla salute. Proprio per questo, nel 2010 è nato il ‘Gruppo Monte Scareuro’ che si batte per lo spostamento – più in basso dove c’è spazio libero a disposizione – delle linee ad alta tensione. Il gruppo ha allestito un rapporto dettagliato che ha sottoposto all’Azienda elettrica ticinese e Atel (Aar e Ticino Sa di Elettricità) e al Dipartimento del territorio del Cantone, per illustrare la situazione e chiedere di porvi rimedio. Danilo Pedrazzi e Pietro Minotti, alla testa del gruppo, confermano d’aver ricevuto in questi anni sostegno e anche la garanzia che la situazione di Scareuro sarebbe stata tenuta in considerazione nei progetti di riordino degli elettrodotti a cui il Cantone sta lavorando con Swissgrid e Aet.
Sulla scia di quanto fatto recentemente in Riviera dall’Associazione dei proprietari di immobili attraversati da elettrodotti (Piae), a cui il Gruppo Scareuro è legato (Pietro Minotti è infatti membro di comitato), anche a Gorduno si intende procedere a delle misurazioni delle radiazioni non ionizzanti in alcuni punti sensibili. Settimana scorsa, un ingegnere della Supsi ha fatto un sopralluogo e ha individuato quattro punti per i monitoraggi. Due si trovano sul monte di Scareuro, uno più in basso, sul monte di Sassa, che pure è toccato da una linea ad alta tensione, e uno nel fondovalle, nel quartiere di Gorduno. Le misurazioni verranno effettuate all’interno e all’esterno delle abitazioni, situate nelle immediate vicinanze di elettrodotti. Il preventivo per il monitoraggio indica un costo totale di ottomila franchi. A breve il gruppo prenderà contatto con la Città di Bellinzona, il Patriziato di Gorduno e il Cantone per una richiesta di partecipazione ai costi. Già nel 2000 Aet aveva svolto alcune misurazioni sul monte di Scareuro e quasi tutti i parametri rilevati allora si attesta- vano superiori alla soglia di 1 microtesla in vigore attualmente. Sebbene i valori siano oltre i limiti, non si può parlare di illegalità. Ciò poiché questi impianti hanno oltre 60 anni e rispondono quindi a normative precedenti, i cui valori limite, fissati dall’Ordinanza sulla protezione da radiazioni non ionizzanti (Orni), erano meno restrittivi. Fino al 2000 il valore massimo era infatti di 100 microtesla. Si tratta di una grande differenza che però, stando ad alcune ricerche mediche, avrebbe un impatto significativo sulla salute: basti pensare che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ritiene i campi elettromagnetici a bassa frequenza (valori superiori a 0,4 microtesla) un fattore a rischio. Durante l’ultima festa della Madonna, tenutasi il 15 agosto sul monte (in una delle foto la cerimonia religiosa), Pedrazzi e Minotti hanno riscontrato interesse da parte dei presenti riguardo alla questione elettrodotti. La sensibilità sul tema, grazie anche al lavoro svolto da Piae, si è accentuata negli ultimi tempi e alcuni abitanti del Bellinzonese dopo la festa hanno aderito al gruppo con l’obiettivo di chiedere cambiamenti a beneficio del territorio dello sviluppo futuro e della salute pubblica.