Sotto la lente gli impianti dell'alta tensione: dopo i valori oltre i limiti in Riviera, il Municipio di Bellinzona pensa a misurazioni nei propri quartieri
“Vorrei acquistare un terreno, ma si trova nelle immediate vicinanze di un elettrodotto, sarà meglio rinunciare”? La domanda può sorgere – ed effettivamente questa è una reale testimonianza – a chi si ritrova a dover fare i conti con linee aeree d’alta tensione che svettano nei paraggi. La sensibilità riguardo al tema, soprattutto per quanto concerne l’impatto che le radiazioni non ionizzanti possano avere sulla salute, è di stretta attualità. Tanto che, anche il Municipio di Bellinzona ha deciso che la questione meriti di essere approfondita. A tal proposito, Andrea Bersani, capodicastero Sicurezza e servizi industriali, dichiara che la Città è disposta a collaborare con le associazioni già impegnate sul tema. Nel caso specifico, si tratta dell’Associazione dei proprietari di immobili attraversati da elettrodotti (Piae) e il Gruppo Monte Scareuro, che da tempo si battono per lo spostamento delle linee ad alta tensione lontano dalle zone abitate. Negli scorsi mesi, la Città ha incontrato i rappresentanti di entrambi i sodalizi – l’ultimo incontro si è tenuto un mese fa – e negli scorsi giorni ha recapitato loro una lettera nella quale dice di essere disposta a collaborare. Nell’ambito di questi incontri, il Gruppo Scareuro ha richiesto al Municipio la partecipazione ai costi per le misurazioni da effettuare in tre punti sensibili a Gorduno, per un costo di circa seimila franchi. Come primo passo però, la Città ha ritenuto di estendere la campagna di misurazioni, demandata alla Supsi, a tutti i quartieri della nuova Città di Bellinzona. E in particolar modo a quelli maggiormente toccati dal problema delle immissioni degli elettrodotti, come Gudo e Gorduno.
Perizie per individuare i punti più esposti alla radiazioni non ionizzanti
Qualora si volesse fare una perizia, afferma Bersani, il Municipio è sicuramente d’accordo di entrare nel merito riguardo a una partecipazione ai costi, ma la consulenza deve riguardare tutto il territorio, in modo da dedicare la stessa attenzione a tutti i quartieri. Non sono ancora stati scelti i punti precisi dove misurare l’intensità delle radiazioni non ionizzanti emesse. Sarà la perizia stessa, grazie a sopralluoghi da parte di ingegneri della Supsi, a permettere di individuare i luoghi maggiormente esposti alle immissioni elettromagnetiche e quindi da sottoporre a monitoraggi.
L'esperienza di Piae
Un anno fa, Piae aveva avviato monitoraggi in otto abitazioni della Riviera, all’interno e all’esterno, sei nei pressi di linee aeree ad alta tensione negli ex Comuni di Iragna, Prosito e Lodrino e due vicino a impianti delle linee ferroviarie (Osogna e Cresciano). Ciò che era stato osservato era che, nelle immediate vicinanze di elettrodotti, i valori massimi rilevati superavano la soglia del valore limite di 1 microtesla, fino a punte di 12, nel caso di Prosito. Nei luoghi vicini alla linea ferroviaria invece non erano stati registrati valori superiori a 1. Un monitoraggio simile a quello effettuato in Riviera potrà fornire indicazioni precise riguardo all’intensità delle emissioni elettromagnetiche nel Bellinzonese. E solo con i dati alla mano le associazioni, e chi vorrà sostenerle, potranno chiedere cambiamenti a beneficio del territorio, dello sviluppo e della salute pubblica.