Ente ospedaliero e Dipartimento del territorio nel 2014 avevano condiviso il tema, sparito dai radar quando si è comprato il terreno per 16 milioni
Emerge solo ora che l’obbligo di dezonare 100’000 metri quadrati di terreno edificabile per poter costruire alla Saleggina il nuovo Ospedale regionale di Bellinzona non è una novità di questo autunno – resa pubblica il 2 novembre dal nostro giornale – ma era già stato indicato e condiviso dalle parti dieci anni fa. Tema poi misteriosamente sparito dai radar, tanto da suscitare ora interrogativi politici in seno al Gran Consiglio che rischia di aver stanziato invano i 16 milioni chiesti dal governo per comprare l’area dall’Esercito. Stando a nostre informazioni, risulta che già nella primavera/estate 2014 Ente ospedaliero cantonale e Dipartimento del territorio avevano affrontato e condiviso la questione. E già allora l’edificabilità della Saleggina era stata condizionata a un’analoga compensazione di superfici, specialmente considerando la modifica della Legge federale sulla pianificazione del territorio (Lpt) entrata in vigore proprio nel maggio 2014 introducendo severi limiti, in tutta la Svizzera, alle zone costruibili. Questo anche in presenza di progetti d’interesse pubblico qual è un ospedale regionale di valenza cantonale.
La novità odierna emerge dalla corrispondenza fra Eoc e uffici cantonali coinvolti nelle valutazioni d’ordine pianificatorio, finanziario e sanitario sulla Saleggina. Il parere elaborato questa estate dal Servizio giuridico del Dt ufficializza dunque quanto già dieci anni fa era stato messo sul tavolo come dubbio riguardo all’edificabilità dell’area registrata a Piano regolatore come Ap/Ep militare. Possibilità data solo modificando il Pr e, come detto, compensando un’analoga superficie: lo si indicava allora e il Dt lo conferma oggi, tanto più che Berna si è poi sempre mostrata irremovibile obbligando il Cantone a tenerne conto nell’aggiornare il Piano direttore. Ciò che ha coinvolto tutti i Comuni in un ricalcolo delle rispettive aree edificabili, le quali stando a Berna sono eccessive in rapporto alla crescita demografica prevista. Tornando alla Saleggina, l’Eoc l’aveva segnalata nel 2014 al Dt dopo aver analizzato sette siti, di cui sei scartati poiché inseriti in contesti non edificabili o mostrando dimensioni e morfologia inadeguate. Ricalcando le osservazioni inviategli in precedenza dal Dt, l’Eoc nel proprio documento strategico dell’estate 2014 concordava sul dovere di compensare. Ma aggiungeva che farlo in Ticino, frammentato in oltre cento Comuni, comportava un esercizio al limite dell’impossibile. Oggi uguale. E il nodo viene al pettine. C’è da chiedersi come mai l’aspetto non sia stato riapprofondito dal governo quando il Dipartimento istituzioni ha avviato l’iter molto complesso e oneroso dell’acquisto della Saleggina che ha coinvolto anche Dt, Dfe e Dss. Sul tema è pendente un’interrogazione del Plr.