Il Municipio propone di ridurre di 100’000 franchi i contributi a favore del progetto ‘primo impiego’, un aiuto ai giovani che finiscono l’apprendistato
Non solo la lotta alle dipendenze, con il mancato finanziamento dell’apertura del centro di Ingrado di sabato, così come votato dal Consiglio comunale (Cc). Anche un altro ambito della socialità luganese dovrà tirare la cinghia a causa dell’aria di risparmi che tira in città. Come si evince dal Preventivo 2025, infatti, anche il Progetto lavoro subirà una decurtazione dei contributi dall’anno prossimo. A prima vista molto importante, da 1,3 a 0,8 milioni di franchi, ma che in realtà – ci spiega il capodicastero Socialità Lorenzo Quadri – è effettivamente di 100’000 franchi in meno. Tanto quanto basta comunque per ridimensionare la misura del ‘primo impiego’, voluta anche in questo caso dal Cc con un emendamento votato nel 2020.
La Città negli ultimi anni ha investito parecchio in ambito occupazionale. Dapprima con LuganoNetwork, iniziativa mirata all’aiuto all’orientamento professionale e formativo, come anche un supporto alle aziende nella fase di preselezione del personale. Poi, in concomitanza con le incertezze della pandemia, è arrivato lo Spazio Lavoro: un luogo fisico, in via Ceresio a Pregassona, dove potersi recare per avere un supporto gratuito nella ricerca di lavoro. Quattro postazioni pc, una stampante, un consulente per aiutare a stilare curriculum vitae e lettere motivazionali, giornali, materiale informativo, annunci e anche brevi momenti formativi: questi i contenuti del servizio. Proprio in questo solco si è inserito l’emendamento approvato dal Cc, su iniziativa del capogruppo leghista Lukas Bernasconi, che ha dato vita al progetto ‘primo impiego’: un fondo grazie al quale una manciata di giovani che hanno terminato l’apprendistato alle dipendenze della Città, quelli più in difficoltà nel ricollocamento, possono continuare a lavorare per il Comune per un anno, acquisendo preziose esperienze professionali.
Ebbene, proprio questo servizio viene ora tagliato. Il credito per il Progetto lavoro nel suo insieme verrà decurtato di circa mezzo milione di franchi, ma per la maggior parte si tratta di un maquillage contabile. «Il risparmio effettivo è di 100’000 franchi – sottolinea Quadri –. Visto che bisogna tirare la cinghia, questa è la misura più costosa, tra quelle che non hanno un effetto moltiplicatore. In ogni caso, viene ridotto il budget, ma il servizio rimane. Chiaramente potranno usufruirne meno giovani». La maggior parte del restante denaro, 365’000 franchi, è invece relativa al trasferimento del budget in questione sul conto stipendi della Città, ed è una notizia positiva per i collaboratori di LuganoNetwork e Spazio Lavoro, in quanto significa che «la loro situazione professionale si è stabilizzata e i progetti vanno avanti». Tutto il lato consulenza, accompagnamento e orientamento non viene infatti toccato dai risparmi. «La situazione sappiamo tutti che è delicata – osserva Bernasconi, da noi sentito per un commento sul taglio al ‘suo’ emendamento –. In questo contesto, tutti dobbiamo metterci d’impegno. Dei risparmi vanno fatti per forza. Toccheranno tutti i dicasteri. È importante che l’amministrazione tenga sempre elevata l’attenzione sull’occupazione e in particolare su quella dei giovani, ma senza dimenticare chi il lavoro l’ha perso in età avanzata e fa quindi fatica a rientrare nel mercato. E da questo punto di vista la Città è molto sensibile». Venendo al taglio in questione, «è un peccato dover fare dei risparmi specifici su questo tema. Ci auguriamo che le misure sulla socialità siano quelle meno impattanti nel piano di risparmi che sta prendendo forma nel prossimo futuro».
Un’ultima, tra quelle rilevanti, misura relativa alla socialità contenuta nel Preventivo riguarda il fondo per il Regolamento sociale, che potrà contare di 300’000 franchi in meno, ossia un milione in totale. «Questa però non è una misura di risparmio – ci corregge Quadri –. Non si tratta di prestazioni che si elargiscono fino a esaurimento della cifra messa a Preventivo. Il Regolamento garantisce un aiuto a quelle persone che ne hanno diritto in base ai parametri. Se quindi arrivano più richieste giustificate di quanti fondi siano a Preventivo, si devono comunque concedere». Il municipale sottolinea che si sarebbe trattato di risparmio se i parametri di accesso all’aiuto fossero stati ristretti, ma così non è. «Anzi, in occasione dell’ultima revisione sono anche stati leggermente allargati». Come mai dunque è stato deciso a livello contabile di ridurre il fondo? «Perché si tratta di una cifra realistica. Grazie all’importante lavoro di consulenza, si riesce a contenere la spesa. Certo, è difficile fare previsioni, ma l’esperienza ci dice che un milione dovrebbe bastare. Se a Consuntivo dovesse emergere che non è stata sufficiente, e allora si ricorrerà a eventuali ripari».