La formica rossa

Sua eccellenza, non ci resta che piangere

Come dovrebbe funzionare la scuola nell’ideale mondo medievaliberaldemocentrista, spiegato con la metafisica dei tubi. O con la piramide feudale

(Keystone)
25 ottobre 2024
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‘Frittole, estate quasi 1500’. Ieri pareva di esserci finiti, come Benigni e Troisi, per un cattivo scherzo del destino. “Non c’è eccellenza senza diseguaglianza”, si legge sulla colonna di frontespizio del foglio sottocenerinicus, foggiata con toni da ‘verità che nessuno osa dire’, a detrazione della scuola inclusiva. “Gli allievi con capacità e profitto nella media” – continua il pamphlet a rimorchio del pensiero medievaliberaldemocentrista – “devono poter contare sulla possibilità di essere risucchiati virtuosamente in maniera ascendente (verso chi eccelle) e non discendente (verso chi fatica)”. Insomma, dietro la metafisica dei tubi, la piramide feudale è servita: in alto vassalli valvassini e valvassori devono poter liberamente pugnare al fine di emergere nella società. In basso ai servi della gleba – bambini con disabilità, neurodivergenze o che non conoscono bene la lingua – va concessa una mano, mentre l’altra è intenta a ridurre la presa a carico dei docenti di scuola speciale (Preventivo 2025) così da poter conclamare con ancora più impeto che il sistema non funziona e gli insegnanti sono sovraccarichi. Spiazzati come Benigni e Troisi, ‘non ci resta che piangere’.